Report di metà anno: Death – Black – Gothic – Doom – Thrash
Per la terza volta vi proponiamo un riassunto delle uscite più degne di nota recensite sul nostro portale. A voi quel che il 2004, in questa sua prima metà, ha lasciato maggiormente il segno sulle pagine di Truemetal.
Aggiornamento del 19.07 – aggiunti Death Angel, Exodus, Hypnotic Face, Rainspawn
Death Metal
Anata Under A Stone With No Inscription
Wicked World / Earache – Brutal Death (2004)
Imperdibile esempio di Brutal Death ultratecnico, fantasioso ed in continua evoluzione senza scadere mai nel banale o nella ripetitività. Un album complesso ed articolato capace di dare grandi soddisfazioni ripagando in toto l’impegno necessario per capirlo ed assimilarlo.
Giorgio Vicentini
Casket Garden This Corroded Soul Of Mine
Metal Age Productions – Death (2004)
Carcass e At The Gates hanno modo di trovare un punto d’incontro? Difficile, ma questi Casket Garden ci provano… Il risultato non è esattamente quello, ma le intuizioni sono ottime, e il Cd va ascoltato. Death e melodia possono viaggiare assieme senza cadere nel banale; questa è la prova.
Matteo Bovio
Cephalectomy Eclipsing The Dawn
Discorporate Music – Death (2004)
Quarto disco del combo canadese all’insegna della totale schizofrenia e dell’ipertecnicismo votati alla causa Brutal Death più estrema. Disco affascinante e sorprendente per certi aspetti che, di contro, lo rendono allo stesso tempo estremamente complicato ed involuto. Un lavoro che non passerà inosservato agli amanti del genere.
Giorgio Vicentini
Criminal No Gods No Masters
Metal Blade / Audioglobe – Death (2004)
Una delle sorprese di questa prima metà dell’anno: la band anglo / cilena ci offre un platter diviso tra Death, Thrash ed Hardcore, con l’aggiunta di stranissime ed azzeccate tastiere di sfondo. Abrasivi, e da scoprire ad ogni ascolto.
Alberto Fittarelli
Deicide Scars Of The Crucifix
Earache – Death (2004)
Sono tornati, Scars Of The Crucifix ne è la prova. Finalmente il gruppo di Benton è degno di guardare agli esordi. Un pizzico più ricercati (eh, crescono anche i Deathster…) ma sempre incazzati e diretti. Ah, ovviamente anche blasfemi…
Matteo Bovio
Disillusion Back To Times Of Splendor
Metal Blade Records – Death (2004)
Entusiasmante trampolino di lancio per la band tedesca che, pescando intelligentemente dalle strutture compositive tipicamente Opeth-style, propone un Death – Gothic intenso ed ispirato che non sdegna di miscelare la durezza del Death e le atmosfere ricercate ed emozionanti del Gothic, lasciando intravedere ampi margini di miglioramento per il futuro.
Giorgio Vicentini
Hypocrisy The Arrival
Nuclear Blast / Audioglobe – Death (2004)
Un buon ritorno per la band svedese, che non prosegue sulla linea sperimentale di “Catch 33” ma torna parzialmente sui propri passi, regalandoci comunque un album piacevole e con diverse frecce al proprio arco.
Alberto Fittarelli
Killswitch Engage The End Of Heartache
Death (2004)
I Killswitch Engage, dopo un fortunato secondo album, quell’Alive Or Just Breathing che li ha resi famosi in tutto il mondo, tornano con un lavoro che si discosta leggermente dal Thrash Metal contaminato dall’emocore più ruffiano, evidenziando con più veemenza il loro aspetto aggressivo (vi sono riffs serrati al limite del Death / Brutal) ed addolcendo ancor di più i classici ritornelli cantabili. Con queste premesse il prossimo album sarà un capolavoro.
AlessandroDiClemente
Mithras Worlds Beyond The Veil
Candlelight – Experimental Brutal Death (2004)
Non contenti di proporsi come l’ennesimo clone dei Morbid Angel, i Mithras cercano di unire la furia di quel Death Metal alle ambientazioni futuristiche che l’uso di lunghe e ricercate partiture a base di synth (ma non solo) permettono. I due elementi si fondono, in quello che è uno dei primi passi di un progetto ambizioso e degno della massima considerazione.
Matteo Bovio
Monstrosity Rise To Power
Metal Blade / Audioglobe – Brutal Death (2004)
Il ritorno degli storici Monstrosity è il solito capolavoro: un disco che dall’inizio alla fine colpisce l’ascoltatore senza mai investirlo in modo caotico, con riffs e ritmiche di prima classe ed un modo “melodico” di intendere il Brutal Death americano.
Alberto Fittarelli
Suffocation Souls To Deny
Relapse / Self – Brutal Death (2004)
Un altro ritorno, questa volta dopo una lunga attesa; un altro capolavoro, questa volta nella classicità. I Suffocation ci servono un album perfetto dall’inizio alla fine, e sembra di tornare ai bei tempi di Pierced From Within, nel rispetto delle produzioni odierne: un modo per dirci “Attenzione: abbiamo ancora da insegnare a tutti”. E non possiamo che dare loro ragione.
Alberto Fittarelli
Wayd Decadance
Metal Age Productions – Prog Death (2004)
Non è la tecnica a fare da protagonista, ma la ricerca. Un gruppo che pur non godendo di una produzione impeccabile cerca di riproporre la propria creatività in musica. Il risultato è un appetitoso cd, dedicato a chi trova in Cynic o Pestilence dei buoni riferimenti in campo sperimentale. Una proposta molto eterogenea da scoprire ascolto dopo ascolto.
Matteo Bovio
Gothic – Doom
A Secret North The Fog In The Shell
Dufresne Records – Gothic / Post Rock (2004)
Un album che esula dagli interessi medi dei lettori di Truemetal, ma che sicuramente affascinerà chi cerca certe tinte malinconiche e introspettive nel Rock d’avanguardia. Evidenti umori Post-Rock prendono per mano la malinconia e la ricerca del Goth-Rock moderno. Un gruppo italiano destinato a farsi sentire.
Matteo Bovio
Morgion Cloaked By Ages, Crowned in Earth
Dark Symphonies – Gothic (2004)
Dopo 5 anni di assenza ritornano i maestri del doom atmosferico con un lavoro che si stacca dai temi dominanti di Solinari prediligendo composizioni legate a nomi altisonanti del panorama Gothic come gli Anathema. Gothic Doom atmosferico e suadente nel quale acquista gradualmente spazio il cantato pulito e morbido del singer Adrian Leroux (ex Mindrot), session-man di lusso del nuovo corso.
Giorgio Vicentini
Officium Triste Reason
Displeased / Masterpiece – Doom (2004)
3° full length degli olandesi che, aggiustando il tiro rispetto al passato, sfornando un entusiasmante platter di Funeral Doom carico di pathos ed emozioni. Sofferenze, disperazione, inquietudine, rabbia e sconforto riuniti in un unico lavoro che apre un nuovo corso ispirato dai maestri assoluti Shape Of Despair.
Giorgio Vicentini
The Wounded Atlantic
Ebony Tears / Suburban – Gothic (2004)
Inatteso e piacevolissimo terzo disco degli Olandesi che riescono a catturare ed esprimere con la loro musica odio, desiderio, sofferenza, amore, desolazione e terrore per la vita. Gothic Metal morbido e raffinato dominato da vocals espressive, riconducibili a Vincent Cavanagh degli Anathema, e da un tappeto di tastiere malinconiche e di grande atmosfera.
Giorgio Vicentini
Black Metal
Armaggedon Kill Yourself Or Die
Hohenstaufen – Black (2004)
Dalla Francia arriva questo duo autore di un raw Black Metal no compromise, ruvido, malsano e tagliente. Vocals straziate ed atmosfere estremamente negative rese senza raffinatezze di sorta, che ne fanno un disco tagliato su misura per chi cerca una espressione musicale per il male fisico.
Giorgio Vicentini
Drudkh Autumn Aurora
Supernal Music – Black (2004)
Slow Epic Black Metal dall’Ucraina. Il duo proveniente dagli Hate Forest ci guida in un viaggio estremamente atmosferico e rilassante lungo sentieri sonori che ricordano tempi perduti e riconducono alla natura; sonorità epiche, ovattate e malinconiche per un disco dal sapore evocativo.
Giorgio Vicentini
Funeral Mist Salvation
Norma Evangelium Diaboli – Black (2004)
L’impatto è violentissimo, ma questa volta è una violenza oscura… Black metal tirato della miglior specie, lontano anni luce dalle ultime banalità firmate Marduk, ancora attento all’atmosfera oltre che all’impatto. Dopo un Mcd passato in un relativo anonimato, eccoli buttarsi nel full-lenght d’esordio che porta i Funeral Mist direttamente nell’elenco dei gruppi da curare con estrema attenzione.
Matteo Bovio
Mayhem Chimera
Season Of Mist / Audioglobe – Black (2004)
I Mayhem tornano rinforzati dalle vicissitudini interne e si compattano con un disco innovativo per i loro standard, abbastanza classico per la scena Black, ma qualitativamente tra le migliori uscite di quel filone negli ultimi anni. I mostri sacri se ne vanno uno ad uno, loro restano a tenere alta la bandiera.
Alberto Fittarelli
Thrash Metal
Death Angel The Art Of Dying
Nuclear Blast / Audioglobe – Thrash (2004)
I Death Angel tornano dopo 14 anni, e lo fanno nel loro stile unico ed inimitabile, The Art Of Dying è un disco che definire semplicemente Thrash sarebbe ingiusto, è un album che mette in mostra le incredibili capacità compositive di uno di gruppi più sottovalutati dell’intera scena Metal sul finire degli anni ’80.
Matteo Lavazza
Exodus Tempo Of The Damned
Nuclear Blast / Audioglobe – Thrash (2004)
Grande ritorno per il quintetto californiano nel segno del puro ed incontaminato Thrash made in Bay Area, un disco che credo sia imperdibile per tutti gli amanti di certe sonorità.
Matteo Lavazza
Hypnotic Face The End Of Sanity
Shark – Thrash (2004)
Finalmente qualche nuovo nome che cerca gloria all’insegna del Thrash, di certo non mancano i difetti a questi ragazzi della Repubblica Ceca, ma è altrettanto innegabile il buon valore di quasi tutti i pezzi, l’entusiasmo sprigionato e la buona potenza prodotta dalla band.
Matteo Lavazza
Rainspawn No Escape
Temple Of Noise – Thrash (2004)
La scena romana si candida ad essere uan delle più prolifiche per quello che riguarda il Thrash made in Italy. I Rainspawn hanno confezionato un album che fa della potenza la sua arma migliore, se riusciranno a staccarsi aggiormente dall’influenza dei mostri sacri del genere potrebbero davvero fare il salto di qualità e ricevere grosse soddisfazioni, comunque già adesso il disco è davvero bello.
Matteo Lavazza