Report: Paul Gilbert – Roma, 11/05/2007
Report di Cristian Della Polla.Per il suo attesissimo ritorno in Italia, e in particolare a Roma, a ‘Stazione Birra’, Paul Gilbert regala un concerto ricco di spunti e varietà musicali differenti. Il concerto è durato circa 1 ora e 45 minuti, con la seguente scaletta:
1) Get Out of my Yard
2) Hurry Up
3) Rusty Old Boat
4) Scit Scat Wah
5) Space Ship One
6) Sacrified
7) Down To Mexico
8) Technical Difficulties
9) Fly Me to the Moon
10) Jam blues con finale smoke on the water
11) Green Tinted sixties Mind
12) Nothing But Love
13) Addicted To That Rush
14) Mount.Fuji Christmas
15) Interaction
16) I Like Rock
17) My Religion
BIS
18) Solo di Gilbert
19) I’m Not Afraid Of The Police
20) Foxey Lady
21) You Kids
Sul palco Paul si presenta indossando Jeans, Camicia hawaiiana bianca e rosa, e le immancabili cuffie (per i suoi noti problemi all’udito). Il resto della band è formato da Jeff Bowders alla batteria, Mike Szuter al basso e alle tastiere Emi Gilbert (sua moglie, anche lei indossa le cuffie, l’avrà fatto per solidarietà?).
L’inizio è subito un piccolo compendio di abilità tecnica e fantasia, infatti il primo brano di “Get Out of my Yard”, oltre ad essere suonato con la chitarra doppio manico vede anche l’ausilio del bassista che svolge il ruolo di ‘capotasto umano’.
Tuttavia questo non è proprio il classico concerto da ‘guitar hero’: la scelta dei brani ha fatto sì che il concerto potesse essere accessibile anche ad un pubblico meno specialistico intervallando momenti di alta abilità tecnica con pezzi meno ‘pesanti’. Tra gli spunti di ‘destrezza’ (per non usare altre parole): utilizzo di denti o di un trapano per suonare oppure chitarra dietro la schiena, etc etc…
I brani proposti fanno parte sia della carriera solista, sia di quella con Racer-X e Mr. Big. Non sono mancati gli omaggi diretti e non, durate il concerto, tra questi ricordiamo quello ai Deep Purple; Led Zeppelin nell’assolo di ‘Addicted To That Rush’; tutti abbiamo pensato ai Ramones durante ‘I Like Rock’; un po’ a sorpesa Sinatra con “Fly Me to the Moon” (anche se la canzone è di Bart Howard) e infine ‘Foxey Lady’.
Durante il terzo brano, “Rusty Old Boat” (pezzo di matrice hendrixiana), c’è stato il primo duetto, chitarra-tastiera, della serata, tra Paul ed Emi. In effetti i due hanno un ottimo affiatamento, e lei dimostra di essere veramente in gamba. Per quanto riguarda il batteristita, Jeff Bowders, è risultato molto preciso e con una grande energia specie nei pezzi in doppia cassa, tuttavia non ci sono stati brani che abbiano potuto testare fino in fondo tutta la sua abilità tecnica. Menzione a parte merita Mike Szuter, che risulta assolutamente sopra gli altri due, perché è riuscito tranquillamente a supportare adeguatamente la velocità di Gilbert e a dar vita a spettacolari duetti che da soli valevano il prezzo del biglietto. Inoltre essendo dotato di una ottima voce è riuscito a sostenere benissimo Paul, che ad onor del vero in qualche brano ha avuto qualche piccola incertezza.
Divertente il siparietto, prima di ‘Down to Mexico’, dove Gilbert si è fatto passare un cappello di paglia dal pubblico, senza poi restituirlo! (abbiamo verificato che a fine concerto il maltolto è stato riconsegnato al legittimo proprietario). Il momento più ‘tranquillo’ è stato durante l’esecuzione di due brani di Mr. Big, ‘Green Tinted sixties Mind’ e ‘Nothing But Love’, molto anni ottanta (pure troppo per i miei gusti), che però sono piaciuti parecchio agli ‘aficionados’ dei revival.
Come note a margine segnaliamo, come al solito, l’ottimo audio del locale e un pubblico numeroso, credo più o meno gli stessi presenti per Steve Hackett. Unica nota negativa è stata forse la durata; si potrebbe obbiettare che suonando a quella velocità è normale che un concerto duri di meno. In ogni caso ci auguriamo che non passino di nuovo anni prima della sua prossima esibizione in Italia.
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