Report: Taake, Urgehal e Koldbrann al New Mexico di Piateda (So)
Con un colpevole ritardo, del quale mi attribuisco totalmente la responsabilità, viene pubblicato il report della serata di musica estrema che ha colpito la Valtellina domenica 25 marzo 2007. L’articolo è stato redatto grazie alla collaborazione di Massimiliano Garlaschelli di Metalinside.it, che ringrazio, anche per la fornitura delle foto.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Ritornano dopo cinque anni in Italia i Taake, per l’unica loro data tricolore, accompagnati per l’occasione dai compatrioti Urgehal e Koldbrann, grazie alla passione e all’ardimento di Dimitri e Fabio, due appassionati che si sono fatti un paiolo tanto per organizzare il tutto.
E’ stata scelta come location la Valtellina, coraggiosamente, fatto che però non ha influito più di tanto sull’afflusso dei fan, che sono arrivati abbastanza numerosi, per presenziare a un appuntamento esclusivo e stuzzicante, senza ombra di dubbio.
Ad aprire tocca ai Koldbrann, autori di due album abbastanza apprezzati dalla stampa internazionale e fornitori di un tradizionale black metal norvegese, per niente innovativo (e non vuole nemmeno esserlo), ma efficace e ben suonato. La band sul palco dimostra di saperci fare, i pezzi risultano potenti e oscuri grazie anche a dei suoni veramente buoni. La presenza scenica è come sempre contraddistinta dalle classiche borchie e il face painting come tradizione vuole: nella mezz’ora a loro disposizione i Nostri sono riusciti a scaldare per bene il pubblico presente al New Mexico e hanno lasciato il palco tra gli applausi, chiudendo in definitiva un buon concerto.
Il tempo di sistemare qualche ammennicolo sullo stage e tocca agli Urgehal, anch’essi portacolori di un classico black metal norvegese, più veloce ed oscuro rispetto agli opener della serata. Pur essendo attivi fin dai primi anni Novanta, la loro proposta risulta essere troppo lontana qualitativamente dai maestri del genere e sinceramente alla fine rischia di essere abbastanza noiosa, cosa confermata anche in questa occasione. La band, pur potendo contare su suoni veramente buoni non è riuscita a convincere, forse anche a causa del cantante/chitarrista vistosamente ubriaco, autore di una prova vocale veramente pessima. Evidentemente il buon vino Valtellinese ha fatto l’ennesima vittima.
E’ finalmente il momento dei Taake, una delle migliori black metal band norvegesi che mancavano dal suolo italico dal lontano 2002 e che, dopo l’ottimo “…Doedskvad” sembrava si fossero sciolti, almeno secondo certe voci… Il concerto è risultato di buona fattura: i suoni in realtà erano un poco impastati ma, perlomeno per la prima mezzora, il buon singer Hoest è riuscito a tenere botta, con il suo cantato marcio e malato. L’esibizione è purtroppo durata solamente quarantacinque minuti, con l’ultimo quarto d’ora da dimenticare, per via del calo evidente del singer e leader dei Taake. La scaletta ha preso in esame il primo e il terzo album dei Nostri, tralasciando colpevolmente “Bjoergvin”, che sicuramente è il lavoro meno riuscito della band che però contiene al proprio interno alcuni brani validi, che sarebbe stato bello poter sentire, soprattutto in un set-list più corposo. Va sottolineato che, finché ha tenuto, il leader della band Hoest, è stato sufficientemente carismatico, mentre gli altri componenti dei Taake sono risultati sì precisi ma un po’ troppo freddi. Da annotare che, durante la cover dei Von “Lamb”, è salito sul palco a duettare con Hoest il cantante degli Urgehal, talmente ubriaco da fare fatica a stare in piedi. Per chiudere quindi una prova sicuramente buona, anche se probabilmente il pubblico si sarebbe aspettato un po’ di più, sia in termini di tempo che in termini di “tenuta on stage”. Nonostante queste lacune comunque i Taake si sono confermati una band cardine della scena black e non dei semplici mestieranti, cosa non da poco di questi tempi!
Set list Taake:
Hordalands doedskvad 1
Voldtekt
Lamb (cover Von)
Hordalands doedskvad 2
Tykjes fele
Hordalands doedskvad 3
Hennes kalde skamlepper
Nattestid ser porten vid 1
Massimiliano Garlaschelli