Report: War for Thrash – Padova, 24/9/05

Di - 27 Settembre 2005 - 21:06
Report: War for Thrash – Padova, 24/9/05

Il War for Thrash, ennesima manifestazione metallica organizzata al Coutry Star di Padova, propone sul palco tre importanti nomi della scena thrash del nord-est, i Soulpit, formazione death metal ad aprire la serata e un headliner, i Martirium, che preoccupava sin dall’inizio…

 

Devaster

La mia serata comincia con i Devaster, band fedele ai vecchi dettami del thrash metal e che si dimostra capace di una proposta aggressiva e violenta, che pesca a piene mani tanto dalla scuola tedesca che dagli stilemi a stelle e strisce. Verso metà dell’esibizione il gruppo accoglie sul palco un clone del vecchio Lemmy e sfodera un mini-break tutto targato Motorhead con i classicissimi Ace of Spades e Overkill. Conclusa la parentesi, si torna al thrash metal made in Devaster. Nel complesso prova discreta ma che comincia a mettere in mostra quello che sarà la seccatura principale della serata: i suoni. Come sarà per i gruppi che li seguiranno, resta il rammarico di non aver visto una formazione al 90-100% delle proprie possibilità.

Mercy of Devil

La band di Pordenone, ormai nota per la sua attitudine sfrontata e volgare, tiene fede alla sua nomea. Sale sul palco tra una bestemmia e un’altra, macina il suo thrash/black con convinzione e, probabilmente a causa della formazione a una chitarra, sembra pagare meno degli altri i brutti suoni. I Mercy of Devil presentano due nuovi brani e intanto pescano nel piccolo repertorio del demo Sodomy Attack. C’è la title-track, c’è la bella dissacrante Anti Priest, durante la quale la band getta in pasto ai supporters una croce di legno con la scritta “Inutile” da massacrare. C’è una cover dei Messiah e c’è l’omaggio a Quorthon con la cara vecchia Equimanthorn. Per il finale il gruppo friulano distribuisce birra a tutti, e in un bagno di oro giallo chiude lo show con Satan Alcohol Possession. Violenti, blasfemi e divertenti: insomma un concentrato di thrash metal nudo e crudo.

Kautery

Chi ha pagato più di tutti la variabile “suoni” sono stati i Kautery. Le loro sfuriate di death/thrash violento e assassino, a volte quasi grindcore, si perdono in un sound check completamente sballato. Se aggiungiamo una serata negativa per la voce di Souldaemon, la loro esibizione risulta fin da subito compromessa e sottotono. È un peccato davvero, perché la proposta della band, grezza e intransigente, non è per nulla male. Purtroppo quello che chi li ha visti al War for Thrash ricorderà, sarà un grumo di suoni confusionari e impastati. A risollevare un po’ questa mezza disfatta, di cui la band è poco colpevole, ci pensa la guerriglia serrata di Ombre dietro le pelli, ma serve a ben poco. Alla prossima.

Martyrium

Gli headliner maltesi sono la vera delusione di questo mini-festival. Si presentano senza batterista in pelle e ossa e vanno avanti di sequencer per tutta la serata, con tutti i contro del caso: esibizione rigida, niente interazione con i presenti, suoni di batteria elettronici e impersonali che penalizzano tantissimo la loro proposta musicale, di per sé già non brillante. Il loro e un goth-black farcito di tastiere e voce femminile, e ben presto questa miscela decadente finisce col far allontanare i presenti, ancora abituati ai ritmi alti e alle baruffe di Mercy of Devil, Kautery e compagnia. La cover di South Of Heaven degli Slayer richiama all’interno qualche anima, ma a breve anche queste preferiscono una boccata d’aria fresca, qualche birra e una chiaccherata con gli amici fuori dal locale.

 

In conclusione, un’osservazione che sono ben felice di fare: chi sabato ha raggiunto il Counrty Star lo ha fatto soprattutto per il trittico centrale, ed è stato un piacere vedere tanti ragazzi pogare e divertirsi con queste nuove leve del thrash metal italiano: la scena esiste, adesso è il momento di supportarla. Certo, togliere i Martirium e mettere headliner una band come i Warmonger (butto lì un nome valido e con un ampio seguito nella zona padovana) sarebbe stata la ciliegina sulla torta e avrebbe fatto la gioia di tutti i thrashers accorsi, ma per ora ci accontentiamo così.

Alessandro ‘Zac’ Zaccarini