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Samael (Vorph)

Di Alberto Fittarelli - 20 Giugno 2011 - 1:02
Samael (Vorph)

 

 
Lo sappiamo, li abbiamo gia’ intervistati in occasione dell’uscita del loro ultimo singolo, Antigod, solo pochi mesi fa. Ma l’occasione per fare quattro chiacchiere con un personaggio intelligente e mai banale come Vorph e’ troppo ghiotta per farsela sfuggire, e di conseguenza abbiamo cercato di essere altrettanto poco banali nel discutere con lui del nuovo album dei Samael, Lux Mundi. A voi giudicare se la cosa sia riuscita o meno.

Un punto d’inizio e’ d’obbligo: Lux Mundi, che riprende i Samael non molto lontano da dove li avevamo lasciati… perlomeno prima di “Above”!

 
E’ un disco completamente diverso. Above, come sai, era un progetto, e quello doveva essere il nome, non solo il titolo, con cui sarebbe stato pubblicato. Poi abbiamo deciso per vari motivi di rilasciarlo sotto al moniker Samael, e devo dire che per quanto diverso si incastra bene nella nostra progressione, evoluzione o comunque tu la voglia chiamare. Lux Mundi invece abbiamo iniziato a comporlo subito dopo l’uscita di Solar Soul nel 2008. Ci siamo presi un break dai tour e abbiamo deciso di lavorarci con calma, come se fosse il nostro primo album; e proprio come il primo album, abbiamo voluto rimodellare il nostro sound. Qui dentro puoi ascoltare elementi del passato, ma rivisti con ottica nuova, tocchi diversi.
 
E qualche esperimento avete voluto comunque inserirlo, come In The Deep, il pezzo piu’ particolare dell’album…
 
Esatto. Il disco e’ stato realizzato con un’ottica piu’ rivolta al live di altre volte. Del songwriting si occupa come sempre Xy, io scrivo i testi, ma tutta la band collabora alle scelte di arrangiamento finali, applicando ritocchi e discutendo modifiche. Anzi, direi che su Lux Mundi c’e’ stata anche piu’ collaborazione che in passato. E’ un disco che ad ogni sessione si sviluppava in un modo diverso.
 
 
La “luce del mondo”, quindi: un concetto che rimanda a Lucifero e alla sua etimologia di “portatore di luce”, o qualcosa di nuovo e ancora diverso?
 
Se ci pensi, e’ la stessa cosa. La lux mundi e’ la luce interiore di ciascuno di noi, quella simboleggiata esattamente dal portatore di luce, appunto; volevo che fosse un tributo alla nostra essenza interiore, alla liberta’ dell’animo umano, e che questo apparisse sin dalla cover, che infatti rappresenta una luce irradiante, per quanto oscura e da scoprire con l’impegno. Luxferre e’ in sostanza la title-track del disco, sin dal concetto celato dietro al testo, ed esprime proprio quello che ti ho appena detto.
 
Il tema della religione in ogni caso e’ trattato nemmeno troppo di striscio: Antigod e’ chiarissima negli intenti, ma anche The shadow of the sword non scherza…
 
Si’, in entrambi i casi pero’ non si e’ trattato di una provocazione gratuita, cosa che non sopporto. Capisco che Antigod sia un titolo diretto, ma ho voluto dare una provocazione all’intelletto, suscitare un ragionamento, una riflessione in ambedue i pezzi. Altri brani riprendono con forza il concetto del titolo, la luce interiore di cui ti parlavo: e’ il caso di Let my people be, per esempio, dove “la mia gente” e’ quella cosciente del proprio potenziale interiore; qualche altro brano e’ decisamente piu’ “leggero” nelle tematiche, come Pagan Trance, che e’ stata ispirata da un dipinto che ho visto recentemente e che raffigurava delle ragazze in un campo di grano, e con esse la vanita’. Un’immagine forte, sensuale, che ho voluto riprodurre in musica.
 
 
E per soffermarci su The shadow of the sword, che si collega nemmeno troppo indirettamente alla religione musulmana: non e’ la prima volta che trattate queste tematiche in maniera diretta, mi viene in mente anche Inch’ Allah da Reign Of Light. Avete mai avuto, diciamo, una reazione negativa da determinati ambienti coinvolti?
 
Uhm, devi considerare che brani come questo non si riferiscono specificamente a una religione, ma all’insensatezza di tutte le religioni monoteistiche e il loro idolatrare una figura, scusa con cui popolazioni intere vengono dominate e sottomesse. Non mi riferirei a un culto in particolare.
 
Questa e’ una risposta molto diplomatica, lo sai, vero?
 
[Ride, Ndr] E’ sempre un piacere fare interviste con te.
 
Continuiamo allora parlando della vostra sempiterna collaborazione con Waldemar Sorychta: anche questa volta vi siete avvalsi della sua opera per la produzione dell’album…
 
Si’, abbiamo sempre lavorato con lui, sin dagli anni ’90. La cosa che ci piace di piu’ del suo lavoro e’ che non tenta minimamente di appropriarsi dei nostri pezzi, facendoli suoi e modificandoli nella sua ottica, come troppo spesso fanno altri produttori; per questo motivo, oltre che per il rapporto personale che ci lega, rimaniamo con lui e cosi’ faremo probabilmente anche in futuro. Non c’e’ bisogno di dire, ovviamente, che siamo completamente soddisfati del suo operato.
 
Cosi’ come per l’altra collaborazione che vi lega gia’ da un po’ con il disegnatore delle cover, Patrick Pidou?
 
Lui e’ il chitarrista della band di Makro e un gran bravo artista. Ci segue da diverso tempo ormai, e le sue idee calzano sempre alla perfezione con quella che e’ la nostra visione delle copertine per gli album, quindi anche in questo caso non abbiamo alcun motivo di cambiare, come hai detto.
 
Ho notato molta attivita’ di promozione per vie “sociali” (Facebook, Twitter, MySpace) del vostro album: come mai questa svolta?
 
Hai ragione, questa volta ci siamo occupati di aggiornare i fan direttamente dallo studio, rilasciare spezzoni di filmati delle registrazioni, tenere tutti al corrente dello stato dei lavori. Penso che le anteprime siano una grossa occasione resa possibilie da Internet, e che sia giusto sfruttarle. E’ un’esperienza di formazione per noi del resto, non siamo mai stati troppo attivi sui vari social network.
 
So che tu in particolare te ne tieni ben lontano…
 
Decisamente! [Ride, Ndr] Sono un tipo old school, non ne sento proprio il bisogno personalmente. Per la band e’ un’altra cosa, e’ un ottimo veicolo di promozione e uno strumento per comunicare direttamente coi fan.
 
 
Parlami del tour che state programmando: sarete headliner? Sai gia’ dirci i nomi dei gruppi spalla? I nuovi pezzi verranno riproposti cosi’ come sono su disco o li adatterete all’ambiente live?
 
Inizieremo un tour vero e proprio a settembre, dopo i vari festival estivi. Sono curioso io stesso di sentire quale sara’ l’arrangiamento definitivo dei nuovi pezzi dal vivo, e la reazione del pubblico. Di solito si tratta solo di ritocchi alla velocita’ dei brani comunque, mai di soluzioni diverse a livello stilistico. Purtroppo non ti posso dire ancora con quali gruppi suoneremo, e’ tutto il fase di lavorazione, ma sicuramente saranno gruppi decisamente solidi e interessanti [sono stati oggi semi-confermati Septic Flesh e Keep of Kalessin].
 
Tiriamo fuori un argomento un po’ nascosto: nel 2008 avete ristampato i vostri demo ed EP precedenti al debut Worship Him in una confezione davvero pregevole, ma non avete pubblicizzato la release per niente. Mi puoi spiegare i perche’ di questa scelta?
 
Abbiamo deciso di ristampare tutto il materiale perche’ siamo venuti a conoscenza del fatto che giravano dei bootleg di qualita’ infima e che la gente li pagava cifre folli su Internet. Non abbiamo nessuna intenzione di far cadere i nostri fan in truffe varie, quindi abbiamo deciso di ristamparli noi. Il fatto della promozione inesistente e’ dovuto alla qualita’ del materiale: dopo averlo ascoltato, che ne pensi?
 
Ecco… io…
 
[Ride, Nda] Appunto. E’ roba che nemmeno io e Xy ascoltiamo volentieri ormai, quindi la ristampa era solo per chi volesse scavare nella nostra storia. Il booklet contiene le immagini degli artwork originali e il racconto delle vicende collegate alla produzione di quei demo, e delle origini dei Samael, e penso che sia interessante per i fan accaniti.
 
Domanda finale, allora: oggi che di anni, da quei demo, ne sono passati abbastanza, riuscite a vivere di musica?
 
Si’, non abbiamo un impiego da nessuna parte: ci dedichiamo alla musica e basta. E’ ovvio che non siamo dei nababbi, facciamo una vita relativamente semplice… Voglio dire, il suonare coi Samael mi permette di pagare affitto e bollette, non ho certo una villa miliardaria a Hollywood! Ma mi posso concentrare totalmente su quello che faccio con la band, e sui tour che programmiamo di volta in volta. Non male, di questi tempi!
 
 
Alberto Fittarelli