Vario

Secret Sphere (Andy Buratto)

Di - 11 Novembre 2010 - 0:20
Secret Sphere (Andy Buratto)

A distanza di qualche mese dall’uscita giapponese, i Secret Sphere approdano finalmente anche in Italia con il loro sesto disco Archetype. Per l’occasione Truemetal.it ha raggiunto il bassista della band Andy Buratto per scambiare quattro chiacchiere.
Buona lettura!

Intervista a cura di Stefano Vianello

– Ciao Andy, benvenuto su Truemetal.it. Partiamo subito parlando della vostra ultima fatica, Archetype, già pubblicato in Giappone mesi fa e ora finalmente anche qui in Italia. Come è nato questo disco e cosa potranno trovarci all’interno gli ascoltatori?

Ciao Stefano e un saluto a tutti i lettori di truemetal.it!
Archetype è nato come un po’ tutti i dischi dei Secret Sphere. Le idee vengono tutte da Aldo e Antonio e poi riarrangiate da tutti quanti insieme, eccetto le linee di voce che vengono ideate al 90% da Ramon e qualche volta da Aldo o da qualcun’altro di noi. Antonio che come saprai ha lasciato la band, continua comunque a lavorare insieme a noi sui dischi in quanto il suo stile è fondamentale nel sound del gruppo. Ci ha lasciato in amicizia per suoi motivi personali e non per mancanza di passione, quindi anche per lui è un piacere continuare a comporre canzoni sotto il nome Secret Sphere.
Come ogni disco le idee sono nate in modo naturale, senza forzature, e ogni volta notiamo che intraprendono strade leggermente diverse dalle precedenti aggiungendo o modificando qualche piccolo particolare stilistico…

– Il suond di Archetype è molto più “pesante” rispetto a quello che abbiamo trovato in Sweet Blood Theory, le orchestrazioni pompose sono passate leggermente in secondo piano in questo nuovo lavoro e devo dire che apprezzo molto la direzione che sta prendendo il vostro stile. Come collochereste lo stile di questo album rispetto agli altri lavori della vostra discografia?

Siamo completamente soddisfatti del nuovo lavoro e contenti di come la gente lo stia accogliendo. Piace molto a tutti e crediamo sia un ulteriore passo in avanti per la band. Come ogni album dei Secret Sphere, come dicevo prima, è venuto naturale aggiungere qualche cosa di diverso dal passato e sperimentare qualche nuova soluzione artistica e il risultato è stato un disco molto heavy, come non mai, molto diretto e orecchiabile ma al tempo stesso sempre melodico e con alcune soluzioni più complesse e ricercate.
È un disco che ti si stampa in faccia al primo ascolto come ogni buon disco heavy dovrebbe fare (ndr. ride). Per quanto riguarda le tastiere non credo siano inferiori al disco precedente, sono solo le chitarre che essendo più incazzate le lasciano a volte un pochino in secondo piano.

– Il nuovo disco vede la partecipazione di diversi nomi noti della scena metal nostrana, Trevor dei Sadist, Alessandro Conti dei Trick or Treat e Damnagoras degli Elvenking: com’è lavorare a contatto con loro e quanto hanno contribuito alla riuscita complessiva dei vari brani?

Beh, lavorare con loro è sempre molto bello in quanto oltre essere degli ottimi artisti sono anche degli amici. Quindi è stato naturale chiamarli per partecipare ai cori o a parti aggiuntive del disco. Trevor è da tempo molto amico di Federico, il nostro batterista nonché fonico dei Sadist, e nell’ultimo anno siamo diventati un po’ tutti amici suoi…
Ci serviva un vocione bello cattivo, chi meglio di lui? Trevor è un grandissimo personaggio del metal italiano. Alessandro dei Tricki è anche lui un amico da tempo, ha sostituito Ramon nelle prime date del tour con i Gamma Ray quando era malato e l’ha fatto con un preavviso di soli 3 giorni, è stato un grande! Da qualche tempo ha anche un progetto musicale insieme ad Aldo che credo vedrà la luce nei prossimi mesi. Aspettatevi un altro gruppo bomba!
Damna invece è un mio nuovo fratellino (ndr. ride). È una persona fantastica e abbiamo stretto io e lui un bellissimo rapporto di amicizia negli ultimi due anni anche grazie ad una nuova hard rock/rock ‘n roll band che abbiamo creato insieme che si chiama Hell In The Club. Il disco d’esordio è previsto per gennaio. Diverso dai nostri gruppi madre ma comunque spettacolare! Provare per credere. Comunque sia, quando lavori con ottimi artisti che in più sono anche amici non puoi desiderare niente altro, ovvio… magari delle turbo gnocche, ma questo è un altro discorso.

– Quanto il tour con Gamma Ray e Freedom Call vi ha influenzato nella stesura dei brani di questo album?

Dal punto di vista del sound in sé non credo molto, ma di sicuro ha contribuito a creare in noi un forte entusiasmo che certamente si è poi riflesso nelle canzoni del disco. Quando vivi un’esperienza fantastica si crea sempre un’energia interiore che rende ciò che fai indubbiamente migliore!

– Il tour di supporto ai Gamma Ray vi ha dato molta visibilità in Europa. Come è stata la risposta del pubblico all’estero?

Direi decisamente positiva. Ci sono stati un paio di paesi dove il pubblico era un po’ freddino, ma al 90% abbiamo sempre suonato davanti ad un pubblico calorosissimo. Anche tutta la crew dei Gamma Ray si è affezionata a noi e ci ha riempito di complimenti. Lo stesso manager era piacevolmente stupito dalla reazione già molto positiva verso il gruppo di apertura.
 

– In Giappone l’album è uscito ad Aprile, ben sei mesi fa. Come mai tutto questo tempo? Ciò è dovuto al passaggio dalla Dockyard 1 a Scarlet Records?

Esatto, ci siamo presi il tempo necessario per trovare un’etichetta che facesse al caso nostro e la Scarlet non c’è dubbio che lo sia. Sono dei ragazzi molto professionali che svolgono alla grande il loro lavoro!

– Negli ultimi anni avete cambiato diverse case discografiche: prima Nuclear Blast, poi Dockyard 1 e ora Scarlet (citando solo le ultime tre). Quali necessità vi hanno spinto a cambiare così tante label in uno spazio di tempo così breve?

Il fatto che siamo brutti e antipatici, quindi dopo un po’ di tempo la gente inizia a non sopportarci e ad avere schifo delle nostre persone… e quindi ci cacciano… (ndr. ride)
Scherzo! Per quanto riguarda Nuclear volevamo essere dei pesci un po’ più grossi magari in un acquario un po’ più piccino per avere più priorità. Per quanto riguarda il passaggio Dockyard/Scarlet invece, il punto più importante è che si voleva riportare il quartier generale in Italia. Dopo un po’ di anni fuori, ci sta di ritornare a casa.

-Come sta andando il tour a supporto di Archetype? Avete già suonato un paio di show se non vado errato…

Gli show di supporto ad Archetype inizieranno il 31 ottobre al Mephisto Rock Cafè di Lu Monferrato in occasione dell’Italian Headbangers Fest di halloween, in compagnia di grandi band italiane come Trick or Treat, Arthemis e Clairvoyants. Finora non abbiamo ancora suonato nessuna canzone dal disco nuovo eccetto Mr.Sin che è stata proposta come singolo. Dal 31 appariranno in scaletta altre canzoni nuove e ci aspettano poi Perugia, Rimini , Vicenza , Napoli nei primi di novembre e altre ancora nei prossimi mesi. Siamo di buon umore e pronti a divertirci e a far divertire tutti quelli che verranno a sentirci. Non vediamo l’ora! Volevo anche segnalare che in occasione del party per il disco degli Elvenking, il 27 di novembre al Deposito Giordani , ci saremo anche noi e Trick or Treat, accorrete numerosissimi!!

– Avete già da parte nuovo materiale per un prossimo disco?

Di idee nell’aria ce ne sono sempre: qualche riff di chitarra, qualche linea vocale… Per ora però non ci siamo ancora messi sotto alla composizione vera e propria. Ci godiamo per un pochino questa ultima fatica.

– Nella vostra discografia non figurano album live o DVD. E’ una vostra particolare scelta quella di non pubblicarne o avete in programma di registrare qualche concerto per poi stamparlo su supporto fisico?

Hai ragione, al momento non c’è nulla di tutto questo, ma giusto un mesetto fa ne stavamo parlando. Ci piacerebbe realizzare un disco dal vivo o un DVD e credo che presto ci muoveremo nella direzione giusta per fare anche questo.

– Quando eravate meno conosciuti immagino abbiate, come tutte le band underground, girato per i vari locali, anche minuscoli, per poter suonare dal vivo. Che idea vi siete fatti su chi gestisce questi posti e che consiglio potete dare a tutte quelle band che si svenano pur di far conoscere la propria musica tramite i suddetti locali?

Io adoro suonare dal vivo e sinceramente amo sia locali grandi che piccini. Mi piace farlo in ogni luogo, suonare dal vivo è come fare una trombatina: il luogo non conta! Certo, ci sono locali dove la gestione ti accoglie bene, altri dove vieni trattato con un po’ di sufficienza, ma questo credo accada in ogni situazione della vita.
Come consiglio a chi sta iniziando ora, dico di suonare il più possibile senza però scendere ad eccessivi compromessi, di non mollare mai insomma e non pensare mai che ci sia qualcosa di dovuto. “Dai che ce la fai!” come direbbe Gianni Morandi!

– Grazie mille per il tempo che ci hai dedicato, questa era la mia ultima domanda. A te l’ultima parola per un messaggio a tutti i lettori di Truemetal.it.

Grazie mille a te e a tutti i lettori!
Come messaggio vi dico solo e semplicemente : “sempre rock ‘n roll ragaaaa!!!!!” Stay Metal!