Steve Howe: sintesi della serata
Marzo è stato un mese molto intenso per il sottoscritto riguardo i concerti; dopo le mega-soddisfazioni regalatemi da Hughes & Turner e UFO sono totalmente frenetico ed impaziente per il chitarrista del mio gruppo preferito (Yes) che di sicuro non può deludermi.
Mi trovo con altri Yes-fans conosciuti in quei concerti di Roma e Vado ligure al Teatro Diners della luna in attesa dello spettacolo discorrendo a lungo sulla possibile setlist della serata e sui concerti italiani dei nostri eroi.
Le presenze comè ovvio che sia, sono limitate agli “aficionados” sia degli Yes che della carriera solista di Steve Howe, il quale presenterà Elements, l’ultima release ufficiale. Si tratta di un lavoro non lontanissimo dal Progressive rock con diversi spunti Jazz, ciononostante chiunque resta consapevole di un’eventuale “squarcio” di materiale propriamente Yes nel corso della serata.
Durante una chiacchierata con diversi amici del sito italiano Tempus Fugit notiamo l’ingresso di un gigantesco omone dalla chioma bionda assieme alla propria consorte. Chi l’avrebbe mai detto che Rick Wakeman in persona sarebbe giunto al teatro? In effetti le famose voci di corridoio di una sua possibile presenza sono da diverso tempo nell’aria. Cordialissimo come sempre Wakeman elargisce foto e autografi senza farsi alcun problema, mi avvicino a lui e dopo avermi riconosciuto dall’aftershow di Vado Ligure ci siamo stretti la mano presentandomi la sua consorte Alina (più avanti ho avuto modo di chiacchierare un po’ con lui).
Le luci si abbassano alle ore 21 spaccate, sul palco giunge Steve Howe, serioso e composto come sempre assieme alla nuova band che racchiude i suoi due giovani figli (Virgil alle tastiere e Dylan dietro le pelli), Ray Fenwick e Derrick Taylor. Inevitabile la sua sintetica ma efficace strumentazione; la sua fedelissima slide guitar è sempre un immenso piacere sentirla, in particolare durante l’uso abbondante del pedale del volume (finale di Yes – Gates of delirium per intenderci).
Il concerto è diviso in due parti. L’esibizione verte prevalentemente sull’importante produzione solista di Howe e dell’ultimo apprezzato Elements; l’apertura è assegnata al tranquillo e rilassante brano Small acts of human kindness dal penultimo solista Skyline, tutti sono silenziosi, educati e mai impertinenti senza schiamazzare inutilmente (ricordo ancora il concerto Yes Roma 11/7/2003 nel quale un tale delle prime file osannava la band in modo del tutto inappropriato). Per fortuna nulla di tutto ciò, ad esclusione di applausi d’accompagnamento privi di eccesso all’interno del brano che Steve ha modo di apprezzare, del resto siamo in un teatro e il rispetto dell’artista è sempre al primo posto.
Com’è logico che sia il genio non ci lascia a bocca asciutta e propone nella seconda parte del concerto parecchie Yes-Songs tra cui spiccano la storica Mood For A Day e Clap durante il set acustico; fondamentale la parte solista di To Be Over cosi come Close To The Edge. Non c’è molto da pronunciare sul cantato di Steve Howe, è naturale che le linee vocali di Close deve assolutamente cantarle il luminoso e sognante Jon Anderson; a conti fatti il saggio chitarrista se la cava bene, non c’è proprio che dire.
In definitiva uno show apprezzabile unicamente sia dai fan del quintetto inglese che da coloro che volenti o nolenti pur non conoscendo i lavori solisti non possono fare a meno di assistere ad una serata non proprio memorabile ma decisamente sopra le aspettative. Tutt’al più preferisco complessivamente definire tutto ciò una “serata tra amici” molto piacevole accompagnata da buona musica. Vi risparmio inutili prolissità.
Alla prossima!
Nota:
YES IN ITALIA?
In teoria SI.
Rick Wakeman ha confermato che il 6 e 7 luglio gli Yes suoneranno in Italia, tuttavia le città e le location sono ancora in fase di definizione.