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Taake: tour americano cancellato in seguito alle accuse di nazismo, pubblicata una lettera aperta

Di Francesco Gabaglio - 28 Febbraio 2018 - 18:45
Taake: tour americano cancellato in seguito alle accuse di nazismo, pubblicata una lettera aperta

I blackster norvegesi Taake hanno annunciato di aver dovuto annullare completamente il loro tour degli USA, a causa delle importanti polemiche sollevate da gruppi Antifa a proposito del presunto filonazismo della band.

La polemica, sollevata dagli Antifa non appena i Taake hanno annunciato il tour ad inizio febbraio, si basa su un evento risalente al 20 marzo 2007, quando il frontman Hoest salì sul palco di un concerto in Germania con una svastica disegnata sul petto. Già all’epoca qualche concerto fu annullato e le polemiche furono tante. Esse peggiorarono quando Hoest diede degli ‘Untermenschen’ (‘subumani’, termine nazi per definire le razze inferiori) a coloro che annullarono i loro concerti, invitandoli per altro ad andare a ‘succhiarlo ad un musulmano’ (‘go suck a Muslim’). La band poi si scusò per il tono e spiegò di non essere assolutamente nazi, ma di usare quell’immaginario come simbolo generico di odio.

 

hoest

Hoest in occasione del concerto incriminato, marzo 2007

 

L’evento, riportato alla luce ad inizio febbraio da svariati Antifa, insieme alle controversie su testi anti-islamici della band, hanno portato all’annullamento, una ad una, di tutte le 17 date previste.

Dopo l’annullamento del primo concerto a New York, infatti, si è scatenato un effetto domino. Prima King Dude, in tour con i Taake, ha deciso abbandonare il tour stesso; poi il rapper Talib Kweli ha annullato un suo concerto previsto in un locale che, secondo il rapper, era colpevole di non essersi voluto scusare per aver invitato i Taake.

Da quel momento svariate altre date sono state annullate, una ad una, fino ad arrivare alla cancellazione definitiva di tutto il tour, annunciata oggi dai Taake.

La polemica infuria: da una parte chi non vuole permettere ai Taake di provocare e di suonare, dall’altra chi difende la loro libertà di espressione e ritiene che far cancellare un tour sia eccessivo.

La band ha rilasciato una lunga dichiarazione, che abbiamo tradotto per intero qui di seguito.

È con molto rammarico che dobbiamo informarvi che il tour americano dei Taake è stato annullato. Nonostante tutte le persone incredibili che si sono fatte avanti e ci hanno aiutato a salvare il tour, alle quali siamo più grati di quanto riusciamo ad esprimere, il tempo e le logistiche non sono dalla nostra parte. Non era nostro desiderio cancellare il tour, ma la decisione ci è stata imposta dalle attività illegali degli Antifa e dei loro supporter, che hanno fatto pressione sui locali e sui promoters perché cancellassero gli show. Pressione, bisogna dire, che è stata spesso accompagnata da minacce di violenza, sia verso gli organizzatori, sia verso i fan che avrebbero presenziato ai concerti (per non menzionare le band che avrebbero dovuto suonare). Perché queste minacce non siano state denunciate alla polizia non riusciamo a spiegarcelo.

Abbiamo spiegato in molte, molte occasioni, la storia che sta alla base della controversia, e ci sono molti articoli, nella stampa imparziale e sui social media, dove potete leggere la verità; ma, giusto per essere chiari, i Taake non sono, non sono mai stati, e non saranno mai una band nazi. Quello di cui vogliamo parlare qui è l’annullamento del tour.

L’annullamento è un problema sotto molti punti di vista. Non solo per i lavoratori americani coinvolti e le loro famiglie, che hanno perso reddito necessario per supportarsi e pagare le proprie bollette. Non solo per i fan che volevano vedere la band. Non solo per i fan della musica in generale. Ma anche, e soprattutto, per l’America nel complesso.

Perché? Perché questa è la dimostrazione definitiva di come, attraverso la disseminazione di menzogne, disinformazione e accuse campate per aria, insieme a minacce concrete di violenza, una piccola minoranza di istigatori estremisti di sinistra possa imporre la propria agenda sulla maggioranza, e privare i fan della loro libertà di presenziare ai concerti e condurre una vita quotidiana senza la paura di rappresaglie e ritorsioni.

E questi istigatori non si fermeranno nemmeno dopo che avranno distrutto i bersagli più vulnerabili dall’Europa e da altre parti del mondo. I loro prossimi bersagli saranno la musica americana, l’arte americana, la letteratura americana, il teatro americano, il cinema americano. Qualsiasi cosa che non aderisca strettamente al loro punto di vista. E se questo vi ricorda le cacce alle streghe di McCarthy, è proprio perché sono la stessa cosa.

Nessuno di noi biasima i locali per gli annullamenti in seguito alla loro paura di violenze, ma deploriamo le scuse presentate da qualcuno di essi. Il loro desiderio di ‘proteggere’ il pubblico e lo staff, e di creare ‘spazi sicuri’, non è una necessità espressa dalle band, né dal pubblico stesso. Sono i teppisti nascosti dietro la bandiera degli Antifa e di altre organizzazioni come loro ad essere i soli responsabili di tutte le minacce.

E forse dovremmo anche ricordare ai locali che molti generi musicali oggi esistono grazie a piccoli locali che, all’epoca, osavano resistere alle minacce e dare voce ai musicisti che hanno così creato il Blues e il Jazz, le basi di moltissima della musica odierna.

Vogliamo anche puntare il dito contro personaggi famosi come Talib Kweli, che è stato tanto disgraziato da aver permesso a sé stesso di essere manipolato dalle menzogne diffuse dagli Antifa e che, come risultato, ha pubblicato delle dichiarazioni diffamanti e calunniose. Le sue intenzioni andavano nella giusta direzione, ma la sua mente e i suoi consulenti legali, invece, no. Se si fosse dato la pena di controllare i fatti, avrebbe realizzato di essersi messo in una posizione tale da dimostrarsi uno che non sa, non capisce o persino non s’interessa a tutti i fatti, e che viene facilmente manipolato chi vuole renderlo una marionetta.

Dobbiamo anche menzionare tutti i membri della stampa che non hanno controllato quali fossero i fatti e non si sono nemmeno dati la pena di contattarci (cosa che per altro non ha fatto nessuno) per sentire quello che avevamo da dire noi. Non se ne sono curati e hanno pubblicato dichiarazioni calunniose. Questo è giornalismo irresponsabile del peggior tipo e non possiamo nemmeno giustificarlo puntando il dito contro presunti editori e redattori di webzine senza esperienza. Infatti si sono resi complici anche importanti e famose pubblicazioni, (una volta) molto rispettate. Le loro azioni mostrano il disprezzo che nutrono nei confronti dei fatti e la mancanza di rispetto verso i loro lettori.

Per finire su una nota positiva, dobbiamo ringraziare di cuore coloro che ci sono stati vicini, in modo particolare i locali che hanno rifiutato di farsi impaurire, e tutti quelli che si sono fatti avanti offrendoci alternative per sostituire gli show cancellati. Abbiamo ricevuto messaggi da tutto il mondo e da persone di appartenenza politica e religiosa diversa, che ci hanno offerto non solo il loro sostegno, ma anche il loro aiuto. E questi non sono solo nostri fan: siamo stati contattati da persone che hanno ammesso di non aver mai sentito parlare di noi, o di odiare il black metal, o persino di odiare i Taake, ma che si sentivano spinti a comunicarci il loro disgusto per il modo in cui gli Antifa e gruppi simili pretendono un’aderenza servile alla loro agenda e puniscono chiunque li sfidi, maltrattando così la libertà che gli americani hanno di decidere per sé stessi.

Voi, amici miei, non avete bisogno di scusarvi per le menzogne e per le azioni di un gruppo di minoranza. Siete voi la maggioranza, voi che rifiutate di chinare il capo davanti a quelli che vorrebbero imporre come dovete vivere le vostre vite e limitare le vostre libertà. Siete voi che potere fare qualcosa a riguardo.