Hard Rock

Live Report: Alter Bridge + Guests @ Mediolanum Forum, Milano, 02/12/2019

Di Katerina Paisoglou - 16 Dicembre 2019 - 0:13
Live Report: Alter Bridge + Guests @ Mediolanum Forum, Milano, 02/12/2019

LIVE REPORT ALTER BRIDGE, SHINEDOWN E THE RAVEN AGE

MEDIOLANUM FORUM, MILANO , 02/12/2019

A cura di Katerina Paisoglou

 

AB Locandina

 

Il tour “Walk The Sky”, dedicato al nuovo album degli Alter Bridge, uscito due mesi fa tramite Napalm Records, si ferma stasera al Mediolanum Forum. Migliaia di persone hanno raggiunto il luogo dell’evento già dalle prime ore pomeridiane, nonostante la giornata lavorativa e il freddo ormai intenso nel capoluogo lombardo. La band di Myles Kennedy è accompagnata da due gruppi già noti dalle loro precedenti visite in Italia, ossia gli Shinedown e i Raven Age.
 

THE RAVEN AGE

 
I britannici Raven Age, il gruppo formato circa dieci anni fa da George Harris, figlio del leggendario Steve Harris, sono i primi a salire sul palco del Forum. Il compito di aprire un concerto non è mai stato facile, ma i cinque inglesi sono molto esperti nel settore. Loro sono reduci dall’ennesimo tour con gli Iron Maiden, mentre in passato hanno dato supporto a gruppi del calibro di Anthrax e Mastodon. La loro identità musicale, un misto di groove metal e metalcore melodico, un equilibrio tra sonorità di metal classico e moderno con pennellate di alternative rock, è potenziata dalle loro illustrazioni ispirate dal mondo fantasy. La loro setlist è quasi esclusivamente composta da tracce incluse nel loro secondo album “Conspiracy”. La scenografia, un’espressione di ammirazione per il mito britannico della Torre dei Corvi, dà un mood cinematografico alla loro prestazione: la ferocità, la rabbia del metal è armoniosamente abbinata al mondo distopico delle immagini. L’inizio è galoppante con “Betrayal Of The Mind”,dal dinamico canto di Matt James al potente drumming di Jai Patel. Il rallentamento del ritmo mantenendo però l’intensità della melodia con “The Day The World Stood Still” è seguito dal lento “Fleur de Lis” ispirato dalla storia di Giovanna D’Arco. Il biondo frontman interagisce con il pubblico e quest’ultimo risponde con applausi. Inoltre, la melodica “The Face That Launched a Thousand Ships” con un tocco di chitarra classica, si evolve in una power ballad. I loro show si conclude con il veloce e aggressivo “Seventh Heaven” ed il più vecchio “Angel In Disgrace”. I Raven Age hanno fornito elementi molto incoraggianti per quanto riguarda le abilità individuali dei musicisti. Il nuovo cantante, anche se meglio adattato al resto del gruppo rispetto al precedente, spesso tende a distinguersi dalle melodie: il suo canto che a tratti assomiglia ad un discorso, diventa poco espressivo e debole. In questo modo, la musica passa in secondo piano: la qualità delle composizioni non viene apprezzata  appieno dagli spettatori, poiché quest’ultimi si concentrano sulla neutralità del canto. In sostanza, i Raven Age hanno dimostrato di avere tante possibilità di ulteriore miglioramento nel futuro.
  
Setlist:
1. Betrayal of the Mind
2. Surrogate
3. The Day the World Stood Still
4. Fleur de Lis
5. The Face That Launched a Thousand Ships
6. Seventh Heaven
7. Angel in Disgrace
 
 
 

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SHINEDOWN

 
Gli Shinedown, un gruppo nato in Florida quasi due decenni fa, sale con maggiore confidenza sul palcoscenico del Forum. Il quartetto americano, con sonorità rock arricchite da elementi post-grunge, alternative e punk, ha ultimamente pubblicato il suo sesto album di studio “Attention, Attention” tramite Atlantic Records: stasera viene presentata una selezione di tracce provenienti da esso insieme ad alcuni dei loro precedenti successi. Il gruppo vestito di nero e giallo, fa un dinamico ingresso nella venue, di fronte ad una bella e semplice scenografia: gli enormi punti esclamativi sono in concomitanza con il titolo e l’artwork del loro album più recente. I quattro musicisti formano una squadra compatta, un’inesauribile fonte di energia e il pubblico si esalta all’istante manifestando il proprio entusiasmo in tutti i possibili modi: tutti cantano, applaudono, tengono il ritmo con le mani, alzano i pugni al cielo e saltano, sempre sotto il comando di Brent Smith. Quest’ultimo interagisce con gli spettatori durante l’intero show e li trascina insieme ai suoi compagni di squadra ad una festa senza fine. Inoltre, il simpatico frontman si muove in continuazione sul palco seguito a pari passo dal chitarrista Zach Myers e dal bassista Eric Bass. Le loro melodie accompagnate da memorabili refrain in combinazione con la solidità di squadra sono i due principali elementi del loro successo. Il loro punto di forza si evidenzia nella prestazione di gruppo, nonostante l’assenza di eccezionali abilità tecniche individuali. Il canto di Brent Smith è perfettamente adattato alle melodie e in questo modo il suo range vocale non particolarmente emozionante passa innosservato. Le loro composizioni non brillano di originalità o innovazione, ma gli Shinedown fanno musica e spettacolo a modo loro, con il proprio stile, il quale li contraddistingue dalla massa e questo è un importante elemento a loro favore. Il potente inizio con “Devil” e “Diamond Eyes”,seguito dal più vecchio “Enemies” scatenano l’entusiasmo di tutti i presenti che obbediscono ai comandi del frontman americano: l’invito di saltare seguendo il ritmo della musica di “Get Up” viene accettato subito dall’audience, dal parterre alle tribune, e l’atmosfera diventa sempre più allegra e gioiosa. Seguono i rapidi “Monsters” e “Cut The Cord”, ma la band americana rallenta temporaneamente con la famosa “Second Chance”, la melodica “Simple Man” (la cover dei Lynyrd Skynyrd) e gli spettatori li accompagnano con la luce dei telefonini. Infine, la doppietta dell’amata “Sound of Madness” e della più recente “Brilliant” ricevono gli infiniti applausi del pubblico contento ed estasiato dalla prestazione dei quattro americani. 
Il messaggio trasmesso dai testi del loro album più recente è che ogni persona può rinascere togliendo ogni negatività dalla propria vita. Stasera gli Shinedown si sono esibiti in una maniera splendida, convincente, e hanno diffuso la loro energia positiva in ogni angolo della venue. 
 
Setlist:
1. Devil
2. Diamond Eyes (Boom-Lay Boom-Lay Boom)
3. Enemies
4. Monsters
5. Get Up
6. Cut the Cord
7. Second Chance
8. Simple Man(Lynyrd Skynyrd cover)
9. Sound of Madness
10. Brilliant
 
 
 

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ALTER BRIDGE

 
Gli Alter Bridge, una squadra molto amata dagli italiani, salgono sul palcoscenico del Forum e tra il pubblico si scatena il pandemonio. La band americana, formata nel 2003, alle prese con sonorità hard rock arricchito da elementi post-grunge e metal, presenta stasera una selezione di tracce incluse nel loro nuovo album “Walk The Sky”. Una scenografia con immagini tridimensionali e piena di colori li accompagna durante il loro viaggio, dai successi più vecchi a quelli più recenti. Gli Alter Bridge, una band altamente professionale in campo tecnico e musicale, non ha bisogno di presentazioni. Le loro canzoni sono composte in maniera cosi efficace da attirare l’immediata attenzione dei fan: l’impeccabile uniformità di suono nel complesso è evidente dall’inizio e il contributo delle eccezionali capacità tecniche individuali dei musicisti in essa è fondamentale. La straordinaria abilità di Myles Kennedy nel modificare la dinamica della propria voce per adattarsi al volume delle melodie ha come risultato la creazione di ottime composizioni da parte di questa grande band americana. Il pubblico si esalta dai primi momenti dell’apparizione del quartetto sul palcoscenico: tutti applaudono e cantano in continuazione, mentre i quattro musicisti li appagano con l’esecuzione da manuale dei loro brani. Lo show inizia con “Wouldn’t You Rather” seguita da “Isolation”, “Come To Life” e “Pay No Mind”, mentre gli spettatori osservano con grande attenzione e con il sorriso stampato sulla faccia. Il saluto del carismatico frontman viene accolto con incontenibile entusiasmo da tutti i presenti e lo show prosegue in un’atmosfera ricca di energia ed emozioni. Le tracce “Cry Of Achilles”, “Watch Over You”, “Blackbird” e “Metalingus” sono i momenti di picco della prestazione del gruppo. La voce di Myles Kennedy, con il timbro estremamente flessibile, è in perfetta armonia con le melodie: il suo emozionante canto, una realistica espresione ad esempio di un pianto o un urlo di rabbia, trasmette le medesime sensazioni all’audience. Il magnifico Mark Tremonti aggiunge maggior qualità alla musica con le proprie uniche abilità alla chitarra. L’intro strumentale delle canzoni è fondamentale: in questo modo lo spettatore entra in sintonia con il mood di ogni traccia dall’inizio e si prepara per la parte successiva, composta dalla melodia già in corso in combinazione con la straordinaria partecipazione del cantante. La dinamica esecuzione di  “Godspeed” e dell’amata “Addicted To Pain” mette fine a questa splendida e impeccabile esibizione del gruppo statunitense.  
Gli Alter Bridge salutano l’Italia in mezzo agli infiniti applausi dei loro fan,ma l’attesa per il loro ritorno sarà breve, siccome è stata annunciata la loro partecipazione al Rock The Castle il prossimo 3 Luglio! 
 
Setlist:
Tape:One Life
1. Wouldn’t You Rather
1. Isolation
2. Come to Life
3. Pay No Mind
4. Ghost of Days Gone By
5. My Champion
6. Native Son
7. Rise Today
8. Dying Light
9. Cry of Achilles
10. Waters Rising
11. Watch Over You
12. Blackbird(introduced by a snippet from Beatles’ Blackbird)
13. Open Your Eyes
14. Metalingus
 
Encore:
16.Godspeed
17.Addicted to Pain
 
 

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