Heavy Power

Live Report: Battle Beast, Saint Deamon e Induction @ Legend Club, Milano – 11/02/2024

Di Francesca De Toma - 16 Febbraio 2024 - 9:00
Live Report: Battle Beast, Saint Deamon e Induction @ Legend Club, Milano – 11/02/2024

Live Report: Battle Beast, Saint Deamon e Induction @ Legend Club, Milano – 11/02/2024
a cura di Franka De Toma

 

Ci ritroviamo al Legend Club di Milano per una serata di musica che vede tre band di stampo power metal in tour assieme: si tratta dei giovani Induction, dei meno giovani Saint Deamon e gli headliner Battle Beast. Il locale annuncia il sold out poco prima dell’inizio e non è una sorpresa, queste band e questo genere musicale riscuotono sempre un buon successo da noi in Italia.

 

Induction

L’opening act vede sul palco una nuova leva del genere che sta già ricevendo parecchi consensi in giro per l’Europa. Si tratta degli Induction, progetto nato da Tim Hansen – figlio di Kai Hansen degli Halloween – chitarrista e compositore di questa band che ha all’attivo due dischi.

La sala del Legend è già gremita e i presenti trepidanti quando attacca il primo pezzo che è anche title-track dell’ultimo disco “Born from Fire” ed è subito energia pura. La formula Euro-Power vince sempre grazie ai cori e i riff melodici, ma la presenza scenica e il talento di questi ragazzi sono innegabili. In particolare la voce di Craig Cairns che spazia dagli acuti al growl con una naturalezza incredibile, senza nessuno sforzo.

Ogni pezzo della scaletta è una mina che viene lanciata ed esplode sul pubblico con successo, tanto che l’unica pecca è che la band abbia poco tempo, essendo in apertura, eppure tanto basta per elettrizzare e conquistare immediatamente tutti i presenti. In chiusura “Queen of Light” è così imponente che il Legend sembra uno stadio. Che dire, gli Induction faranno strada tra palchi e studio. Da seguire!

Setlist:
  1. Born From Fire
  2. Fallen Angel
  3. Scorched
  4. I am Alive
  5. Set You Free
  6. Go to Hell
  7. Queen of Light

 

Saint Deamon

Secondi in apertura ci sono gli scandinavi Saint Deamon, band passata un po’ in sordina nel panorama europeo perché  nonostante si sia formata nel 2006 , è scomparsa per oltre dieci anni per poi tornare nel 2019 con l’album “Ghost” e più recentemente lo scorso anno con “League of the Serpent”.

Il gruppo sul palco è compatto e dinamico e nonostante dei problemi tecnici iniziali , riesce a creare una connessione con il pubblico. La setlist spazia tra pezzi dei primi lavori e pezzi dell’ultimo album, mostrando il loro stile power metal dal sound non troppo confezionato e lezioso, ma diretto e granitico. Anche visivamente pochi fronzoli, ma non manca il carisma sul palco, il che rende lo show semplice e interamente concentrato sulle canzoni. Nel complesso una performance valida di una band professionale e resiliente, sul palco e nel percorso musicale.

Setlist:
  1. In shadows lost from the Brave
  2. The only one sane (Nevermore)
  3. The Final Light
  4. Call my Name
  5. No mans Land
  6. Load your Cannons
  7. Captain Saint D
  8. Run for your Life
  9. The brave never bleeds

 

Battle Beast

Entrata trionfante per i tanto attesi finlandesi Battle Beast, capeggiati dalla vocalist Noora Louhimo che con la sua figura imponente e vestita di pelle e frange catalizza l’attenzione di tutti i presenti.

Si parte con la title-track dell’ultimo disco Circus of Doom, perfetta per aprire le danze e di uno show a metà tra i colori e risate di un circo e le atmosfere più dark di un concerto heavy. Si prosegue con “Straight to the Heart” e “Familiar Hell”, due pezzi di un precedente album molto apprezzato, “Bringer of Pain” , e si va sul sicuro scatenando il pubblico. Con “Armaggeddon “ e “Place that we call Home” continua la narrazione dell’ultimo disco e il sound delle nuove canzoni si fonde perfettamente tra i brani già “di casa” nelle setlist dei Battle Beast, come “Eden” e “Bastards sons of Odin”.

I Battle Beast sono noti anche per l’intrattenimento “extra” che forniscono durante i loro show: se due anni fa il bassista aveva deliziato il pubblico cantando “Il mondo è mio” in italiano, questa volta alza il tiro con qualcosa di più difficile, cioè la parte finale di “Nessun Dorma”, creando un momento gioviale molto apprezzato. Anche batterista e tastierista però vogliono il loro momento ed ecco che tirano fuori uno strano strumento a metà tra una tastiera e una batteria con tanto di croci rovesciate decorative che strimpellano mentre tracannano birra. Siparietto già proposto, ma sempre divertente.

Si ritorna alla serietà con il rientro di Noora sul palco, proseguendo con la scaletta che prevede la semi ballad molto melodica “Eden” e poi “Master of Illusion” e ancora due molto amati dal sopracitato “Bringer of Pain”: “King for a Day” e “Beyond the burning Skies”, che chiudono egregiamente un set corposo e denso, ma che, grazie ad una buona dose di ironia e leggerezza, scorre liscio sul pubblico adorante della giunonica Noora e soci. Un’ulteriore prova di carisma e attitudine da parte della band, una conferma di affetto e apprezzamento da parte dei fan italiani.

Setlist:
  1. Circus of Doom
  2. Straight to the Heart
  3. Familiar Hell
  4. Armaggeddon
  5. Place the we call Home
  6. No more Hollywood endings
  7. Eye of the Storm
  8. When Angels fear to fly
  9. Bastards Sons of Odin
  10. Russian Roulette
  11. Wings of Light
  12. Eden
  13. Master of Illusion
  14. King for a Day
  15. Beyond the Burning skyes