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Live Report: Live Evil 2020 – 16/17/18/19/20 Gennaio 2020 – London

Di Yose Dutto - 9 Febbraio 2020 - 18:00
Live Report: Live Evil 2020 – 16/17/18/19/20 Gennaio 2020 – London

LIVE EVIL FEST 2020 – 16/17/18/19/20 Gennaio 2020 – London

Report a cura di Yose “Metaller” Dutto

 

E’ tornato quest’anno uno dei migliori festival europei dedicato ai gruppi Heavy Metal underground: il Live Evil Fest. Diviso in 5 giorni, ha visto 22 gruppi calcare i palchi dei vari locali nell’area di Camden Town.

Premetto che chi scrive ha potuto, a malincuore, partecipare solamente agli eventi del sabato e della domenica, ma proverò a descrivere al meglio quello che è accaduto.

Giovedi 16 Gennaio 2020 – Black Heart Pub

Il Pre-show si è tenuto il giovedì al Black Heart. Pub su due piani, con una sala adibita a concerti, in cui hanno suonato l’anno scorso, tra gli altri, i nostrani Necrodeath, gli svedesi RAM e i gli Idle Hands. Ad aprire le danze sono i britannici Parish, dediti ad un Proto Metal/Doom con influenze seventies davvero interessante. Gruppo che sta suonando parecchio nella capitale (e non solo), aprendo i concerti di nomi più blasonati. A proseguire gli Heavy Sentence, anche loro britannici. Sono reduci da un bruttissimo periodo causato dalla scomparsa del loro chitarrista Mike Woods, avvenuta ad ottobre dello scorso anno. La loro proposta è uno Speed Metal sulla falsariga dei Venom. Li avevo visti di supporto ai Jag Panzer e mi avevano colpito in modo più che positivo. Tocca poi  ai Game, che purtroppo non conosco, quindi mi scuso se non posso dare notizie a riguardo. A chiudere la serata gli Occvlta, gruppo che propone del Doom/Black Metal di ottima fattura e che ha all’attivo un full length dal titolo Night Without End, apprezzato molto dal sottoscritto, che si rammarica di non aver potuto essere presente al concerto del gruppo tedesco.

Per tutti i presenti, la serata è continuata fino a notte fonda con la musica proposta da vari Dj.

Venerdi 17 Gennaio 2019 – Underworld

Ci si sposta al rinomato Underworld per la prima giornata del festival incentrata su sonorità Death/Thrash. Dai britannici Deathmace agli svedesi Insane. A proseguire i norvegesi Deathhammer fino agli headliner svedesi Antichrist. Non conosco nessuna di questi gruppi e chiedo venia per la scarsità di notizie. Comunque, vista l’alta caratura dei gruppi presenti alla rassegna, non ho dubbi che anche in questa giornata tutte le prestazioni siano state ottime.

L’afterparty era offerto nuovamente al Black Heart, ancora con musica offerta da vari DJ.

Sabato 18 Gennaio 2019 – Underworld

Il fine settimana si apre con gli irlandesi Sacrilegia fautori di un ottimo Blackened Death. A proseguire i blackster tedeschi Nocturnal Witch e poi i finlandesi Obnoxious Youth fautori di un divertente e diretto Speed Metal. Ma è con i veterani della NWOBHM Saracen che la serata entra nel vivo. Con il loro interessantissimo mix di Heavy e Prog Metal, sono riusciti a mandare in visibilio i presenti, soprattutto con i brani tratti dal loro classico del 1981, Heroes, Saints & Fools. Una citazione per Steve Bettney che non si è risparmiato a cantare, anche se affetto da alcuni problemi alla gola che lo han visto faticare a volte sulle note più alte. Si è fatto comunque “perdonare” con una prestazione simpaticissima e coinvolgente. A proseguire i Black Viper. Ho sentito parlare molto bene del loro debutto Hellions On Fire uscito 2018, ma che non ho ancora avuto la possibilità di ascoltare. Sicuramente lo farò alla luce della loro performance, davvero buona, coinvolgente e energetica, che ha fatto partire i primi (e unici) pogo e crowd surfing della serata. A chiudere, gli storici Pagan Altar. Londinesi, attivi dal 1982, hanno finora prodotto 5 ottimi lavori di Epic/Folk Doom. La loro prestazione è risultata calda e coinvolgente, grazie anche a un lavoro barocco di chitarra del “capitano” Alan Jones, che può ricordare a tratti Ritchie Blackmore o David Gilmour. Un plauso a Brendan Radigan, cantante che non ha fatto rimpiangere lo scomparso Terry Jones (padre di Alan). Hanno avuto qualche piccolo intoppo a livello tecnico, ma niente che abbia davvero rovinato la loro prestazione.

Tutti ora a spostarsi al The Dev Pub, famoso pub della zona, che ha visto di recente calcare le assi del proprio palco gruppi come Stallion, Tanith, Seven Sisters, Toledo Steel. Per l’afterparty si sono esibiti i thrashers britannici Inhuman Nature e il DJ K.K. Warslut fino a notte fonda.

Domenica 19 Gennaio 2019 – Underworld

Questa è la giornata che mi interessava di più, per la presenza dei nostrani Asgard e gli Eternal Champion. Tirando le somme, si è rivelata la giornata dal più alto contenuto qualitativo di tutta la rassegna. Aprono gli britannici Crom Dubh, autori di un Folk/Black davvero interessante e eseguito in modo egregio, riuscendo a trasmettere emozioni arcane e oscure a tutti i presenti. A proseguire gli italiani Asgard, che vedono alla voce Federico “Mace” Mazza, cantante anche degli Amulet. Ne avevo sentito parlare molto bene da amici ma non avevo mai avuto l’occasione di sentirli, né su disco né tanto meno live. Lasciatemi dire che ogni aspettativa è stata pienamente ripagata dall’altissima caratura della loro proposta. Ottime canzoni, ottimi musicisti, mi hanno davvero impressionato e ritengo la loro performance tra le migliori in assoluto del festival. E, nota personale, sono finalmente riuscito a far miei i loro due lavori The Seal Of Madness e Outworld. Si continua con un altra sorpresa dall’Italia: i deathsters Thulsa Doom. Violenti, oscuri, bravi tecnicamente, in alcune parti mi hanno ricordato i Bulldozer. Anche qui non mi sono fatto scappare l’occasione di procurarmi il loro Ep del 2018, Realms Of Hatred. L’altissima qualità della proposta dei due gruppi italiani mi ha fatto provare un pizzico di orgoglio. Un’altra conferma che il Metal italiano non ha nulla da invidiare a quello estero. Dopo un veloce cambio di palco è toccato agli svedesi Helvetets Port. Con un look davvero divertente, hanno fatto andare in delirio la maggior parte dei presenti, sopratutto quelli più giovani. Io ho lasciato dopo tre brani…non mi hanno preso più di tanto, cosi ho deciso che era arrivato il momento di andare a curiosare tra il merchandising e spulciare tra i dischi in vendita. Proverò comunque ad ascoltare qualcosa dai loro due album prima di dare un giudizio definitivo alla loro proposta. Salgono poi sul palco i tedeschi Hellish Crossfire. Con il loro thrash teutonico sulla falsariga di Kreator, Sodom, Destruction si son rivelati una macchina da guerra, precisissimi, senza tregua. hanno due dischi all’attivo che andrò a procurarmi di sicuro. Fantastici e divertenti, han fatto scatenare un pogo violentissimo sotto il palco. Pogo che non è calato di intensità con gli headliner Eternal Champion. Gli Epic metallers statunitensi sono saliti sul palco del locale londinese per presentare il loro capolavoro The Armor Of Ire nel 2016. Potenti, coinvolgenti, la maggior parte dei brani proposti provengono dal loro acclamato album di debutto. Una menzione particolare per l’esecuzione della cover The Veils Of Negative Existence dei Manilla Road, omaggio al compianto Mark “The Shark” Shelton che ha mandato i presenti in visibilio.

La serata si è conclusa con i Venom & Leather, gruppo che propone un divertente karaoke suonando i classici Heavy Metal a richiesta.

Lunedì 20 Gennaio 2020 – Helgi’s Bar

Per chi non ne avesse avuto abbastanza, al lunedì ci si poteva trovare tutti all’Helgi’s Bar nell’Est End di Londra, per una bevuta tutti assieme e partecipare alla proiezione dell film culto Rocktober Blood (7 Note Di Terrore).

Sulla pagina Facebook del Live Evil potete trovare i video di alcune delle prestazioni.

Un festival davvero bello, con una ottima risposta dei metallari locali e non solo (vista la partecipazione di molti proveniente dall’estero), che hanno riempito i locali fin dalle prime ore del pomeriggio e accogliendo ogni band con calore e partecipazione.

Molti giovani, alcuni giovanissimi, conferma appieno il rinato interesse da parte delle nuove generazioni verso sonorità più classiche e l’ottimo stato di forma della nostra amata musica e della scena in generale.

A conclusione, come non citare e ringraziare il grandissimo Marek Steven, chitarrista degli Amulet, sempre attivo nella scena e organizzatore di questo e altri splendidi eventi.