Live Report: Taakeferd a Tromsø (Nor)

Di Nicola Furlan - 27 Luglio 2012 - 9:30
Live Report: Taakeferd a Tromsø (Nor)

TAAKEFERD – ENDOLITH – SJUKDOM
@ Kulturhuset -Tromsø (Norvegia)  – 15/06/2012


Photo Report a cura di Jan Eirik Wold e Heidi Holmgren
Live Report a cura di Daniele Balestrieri e Nicola Furlan
 

In occasione della release del nuovo disco dei norvegesi Taakeferd, s’è tenuto, al Kulturhuset di Tromsø, un concerto che ha visto susseguirsi sul palco alcune interessantissime band, oltre ai già citati Taakeferd in veste di headliner. Oltre ai già citati, hanno partecipato i black metaller Sjukdom e i technical industrial metaller Endolith. Lo show è stato perfetto, da parte di tutti. Ingiustificatamente spaventati da una location che tutto lasciava presagire, meno che suoni perfetti, abbiamo assistito ad un concerto eccellente. La location infatti è una sorta di cantina vecchio stile, con quattro pilastri di cemento armato a sorreggere il nero soffitto puntellato di drappi. Non certo quindi uno dei migliori allestimenti a garanzia di un’acustica distinta. Invece così non è stato. Il sound è stato perfettamente equilibrato e controllato da fonici di tutto rispetto. I prezzi della birra sono stati norvegesi al 100% (birra lattina da 0,4L a 9€), ma fa parte del mercato… Veniamo alla serata…

SJUKDOM

I primi a montare sul palco sono i black metaller Sjukdom. Autori di un black metal abbastanza ispirato sulla scia di Marduk e 1349, il quartetto porta a compimento una prestazione davvero buona senza cali prestazionali o errori. In particolare, merita citazione l’operato del batterista Natt autore di una prestazione dinamica all’inverosimile, pure durante l’esecuzione di blasrt velocissimi, tutto puramente acustico. Certo, la percezione è che manchi un po’ di esperienza, ma è pur sempre vero che Tromsø, città di provenienza della band, è un po’ fuori dalla portata dell’Europa ed essendo isolata non può offrire nemmeno una gamma di location in grado di smuovere il mercato musicale live, tantomeno quello estremo underground.

Probabilmente la bassa frequenza di partecipazione live di questi gruppi rende maniacale la cura del tutto. Ecco quindi che il palco viene allestito con cura, ogni band ha la propria batteria, il proprio set e il fonico ha curato ogni songol ostrumento di ogni singola band. Si inizia quiandi alla grande, con il botto.

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ENDOLITH

La seconda band della serata è un duo, gli Endolith, una band dedita ad una mescolanza ipertecnica di thrash, industrial e death metal. Perfettamente scandito dai clic in cuffia, l’operato del duo si plasma in uno show schizofrenico, ma ricco di spunti interessanti, sopratutti legati alle indubbie capacità tecniche. Chitarra e batteria danno vita ai brani pungenti ed aggressivi che racchiudono tutte le influenze di grandissime band come Meshuggah e Devin Townsend, nonché buona parte della genialità che, tempo addietro, diede spunto al thrash metal tecnico canadese dei Voivod. Senza dubbio è venuta in mente la domanda: ma come fanno questi due (ribadiamo, in due!) a dare vita a questo macello sonoro? Io ho pensato: chi l’avrebbe mai detto che nella sperduta Narvik (piccola cittadina nel circolo polare artico) due ragazzi si potessero incontrare per dare vita a tutto ciò? Erling Malm (chitarra) e Roger Tunheim Jakobsen (batteria) non sono di certo gli ultimi arrivati, anche se forse occupano il posto dei primi sconosciuti ai più. Sono davvero bravissimi!

Ecco allora che inizia lo show. Parte l’intro a creare un’atmosfera asettica e chirurgica e poi il massacro. Strutture ritmiche articolate, ma perfettamente comprensibili e leggibili ergono le architetture di una musica fendente ed affilata che è in grado di proporre sferzate senza pari sui presenti. C’è pure tempo per i momenti groovy, sebbene si tratti di un approccio molto scandito e poco mozzafiato, più filo-Fear Factory che Pantera, tanto per intenderci. E sono proprio questi spunti a rompere la meccanicità di un concerto che, alla lunga, probabilmente, avrebbe annoiati parecchio. Ma così, credeteci, non è stato, anzi: la straodinarietà della loro proposta è stata davvero un toccasana, diciamo, un attimo di respiro in una serata oscurata dal black metal dei Sjukdom e dei Taakeferd

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TAAKEFERD

Ed ecco i tanto attesi della serata ovvero i Taakeferd, black metal band che chiude questa serata a loro dedicata. È infatti il giorno della presentazione del debutto discografico “Når Sirkelen Brytes”. Il disco, prodotto da Obscure Abhorrence, è un concentrato di black metal purissimo ricamato a sangue con inserti classici molto ricercati. Ci riferiamo infatti a sfumature in stile Emperor, per quanto riguarda l’aspetto più progressivo dell’evoluzione del genere mentre, riguardo l’aspetto classico, ci si trova un po’ tutto quello che è stato il background del black metal norvegese di metà anni novanta.

La cura dei particolari, così come nelle esibizioni precedenti, è maniacale. Dalla cura dei suoni, per mano di un fonico capace, alle scenografie, tutto è ben programmato e grazie a ciò ne scaturisce un concerto davvero ben riuscito. Il palco appare un vero e proprio altare del male con tanto di candelabri infuocati e teste di capre mozzate in pieno stile Gorgoroth. Ma la di là di questi dettagli di contorno, quello che più convince è proprio la musica del quintetto che dimostra buone capacità tecniche e notevole presenza ed esperienza on-stage.

Il concerto è incentrato sui brani della nuova release, apprezzata dal pubblico presente che, fuori dal locale, prima e dopo lo show, spende parole positive sull’attitudine di questa band locale, forse una delle migliori ed amate nel circondario di Tromsø. Nello specifico ci sentiamo di spendere parole positive, e un elogio, al batterista Mar-Sacrare che per un’ora sferza le pelli circondato da un vero e proprio inferno di calore (aveva un candelabro infuocato vicino alla batteria che ‘mangiava’ quel poco ossigeno presente nel sotterraneo della casa della cultura). Il resto è pura attitudine. Fermi e determinati, attenti all’esecuzione e coinvolgenti, i Taakeferd sono una realtà estrema da tenere sotto controllo. Piacciano o no, credeteci, sono ‘veri’ fino all’osso. 

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