Live Report: Volbeat + Iced Earth a Trezzo Sull’Adda (MI)
VOLBEAT + ICED EARTH, 11/10/2013, Live Club di Trezzo Sull’Adda
Stasera il Live Club di Trezzo sull’Adda ospiterà due grandissimi nomi dell’attuale panorama metal mondiale: gli storici Iced Earth, che tornano in Italia per promuovere il nuovo album “Plagues of Babylon” in uscita il prossimo gennaio, e i più giovani, ma altrettanto affermati Volbeat, band danese caratterizzata da un sound prettamente metal, ma fortemente influenzato dalle sonorità rockabilly.
Il pubblico accorso è numeroso e variegato; si va dai classici metallari con barba e capelli lunghi ai rockabillies pettinati di tutto punto con lacca e cera. Ma iniziamo a parlare di questa serata iniziata con la coinvolgente performance degli Iced Earth e conclusasi con l’intensa ora e mezza di “elvis-metal” dei Volbeat.
Report a cura di Paolo Redaelli, foto di Michele Aldeghi.
Il gruppo power metal statunitense arriva sul palco alle 22 regalandoci un ottimo show degno del loro nome. Si inizia con “Plagues of Babylon”, pezzo che fa da title-track alla loro ultima fatica discografica in uscita agli inizi del 2014. Si continua con “Dystorpia” e “Dark Saga”. Stu Block (voce), ex-Into Eternity entrato nel gruppo nel 2011 in sostituzione allo storico Barlow, è un vero animale da palcoscenico; continua a saltare e incitare il pubblico a cantare con lui e sicuramente sa come catturare l’attenzione dei presenti. Durante l’esecuzione di “V”, Block indossa la celeberrima maschera indossata dal protagonista del film “V per Vendetta” che, al termine dell’esecuzione del pezzo, lancerà tra le prime file. Sulle note di “Pure Evil” le prime file iniziano a scaldarsi facendo partire il primo pogo della serata.
“Watching Over Me” è la canzone più sentita dal pubblico; infatti tutto il parterre non esita ad unirsi agli Iced Earth per cantare cori e ritornello, mentre con “Iced Earth” i Nostri concludono un’ottima performance, dandoci un assaggio di quanto potremo vedere a gennaio, quando torneranno in Italia con il loro tour da headliner.
Setlist:
01. Plagues of Babylon
02. Dystopia
03. Dark Saga
04. V
05. If I Could See You
06. Burning Times
07. Pure Evil
08. Watching Over Me
09. Iced Earth
Sono le 23.15 passate e il pubblico è impaziente di gustare la portata principale della serata: i Volbeat.
Nel 2013 è uscito il loro ultimo lavoro in studio, “Outlaw Gentlemen & Shady Ladies”, album caratterizzato da un sound più morbido rispetto ai precedenti e che ha visto la partecipazione di King Diamond (in “Room 24”) e Sarah Blackwood (in “The Lonesome Rider”). Nello stesso anno Rob Caggiano, chitarrista noto per aver militato negli Anthrax, si è unito alla formazione danese in sostituzione a Thomas Bredahl, che ha lasciato i Volbeat nel 2011.
Con un leggero ritardo sulla tabella di marcia, le luci si spengono e in sottofondo si sente la celebre “Born To Raise Hell” dei Motorhead, al termine della quale, dopo una breve intro, John Larsen (batteria) entra sul palco e attacca immediatamente a suonare. Viene subito raggiunto dai restanti componenti del gruppo per iniziare la performance con “Halleluja Goat”, seguita da “Guitar Gangsters & Cadillac Blood” e “Radio Girl”. Dal parterre è un coro unico e la folla è entusiasta. Il tatuatissimo Michael Poulsen (chitarra e voce) sembra il perfetto sosia di Elvis con la sua impeccabile pettinatura pompadour e la camicia nera decodata con ricami bianchi. Dopo la nuova “The Nameless One”, viene portata sul palco una chitarra acustica con la quale Poulsen, prima di suonare “Sand Man’s Tougue”, decide di proporre una parte del celeberrimo pezzo di Johnny Cash “Ring Of Fire”, il cui ritornello viene fatto cantare interamente dal pubblico del Live Club. La serata continua e con “16 Dollars”, ottimo pezzo in puro stile rockabilly, durante il quale, su invito di Poulsen, molti “cavalieri” prendono sulle spalle le proprie “dame” che iniziano a ballare a tempo di musica. Durante la serata vengono proposte anche due cover, “My Body” dei Young The Giant e “I Only Wanna Be With You” di Dusty Springfield.
I Nostri amano il metal e lo dimostrano suonando una parte di “Breaking The Law” dei Judas Priest, “Keine Lust” dei Rammstein e di “Raining Blood” degli Slayer (dedicata allo scomparso chitarrista Hannerman) prima della quale Poulsen chiede ad un ragazzo delle prime file di prestargli la sua maglietta degli Slayer per poterla indossare durante il breve tributo. Si continua con “Still Counting”, altro classico della band danese, cantata in coro da tutto il Live Club. Dopo un lungo Encore, i Nostri concludono la serata con “Pool of Booze, Booze, Booza”.
I Volbeat salutano e ringraziano lasciando per l’ennesima volta un bellissimo ricordo al numeroso pubblico accorso al Live Club da ogni dove; infatti sono presenti in sala anche alcuni fan stranieri, segno che i Volbeat oggi possono contare su un buon numero di fedelissimi pronti a seguirli ovunque, anche fuori dai confini nazionali.
Che piacciano o no, i Volbeat sono finalmente riusciti a guadagnarsi una posizione di tutto rispetto all’interno del mondo del metal moderno.
Setlist:
01. Hallelujah Goat
02. Guitar Gangsters & Cadillac Blood
03. Radio Girl
04. The Nameless One
05. Sad Man’s Tongue (introdotta da “Ring of Fire” di Johnny Cash)
06. Lola Montez
07. Heaven nor Hell
08. 16 Dollars
09. Dead but Rising
10. The Mirror and the Ripper
11. My Body (Young the Giant cover)
12. Maybellene I Hofteholder
13. The Hangman’s Body Count
14. Evelyn + Metal Tribute (“Breaking the law”, “Keine Lust” e “Raining Blood”)
15. Still Counting
Encore:
16. Doc Holliday
17. Another Day, Another Way
18. I Only Want to Be with You (Dusty Springfield cover)
19. Pool of Booze, Booze, Booza