Report concerto Entombed 01/06 a Codevilla

Di Redazione - 24 Giugno 2003 - 11:12
Report concerto Entombed 01/06 a Codevilla

Engash-Krul
La giornata comincia un po’ maluccio, o almeno questo sembra essere l’incipit visto che la mia macchina dalla sera prima è completamente inutilizzabile e, avendo in precedenza promesso alcuni posti in macchina per gli utenti che si dovevano trovare a Pavia, mi sento un pochino a disagio. Per fortuna arriva in mio soccorso il grande Alextheprogman che mette a disposizione la sua macchina. Ci troviamo in stazione a Pavia e qui, in attesa degli altri, facciamo 4 chiacchiere. Raggiunti da Grey-Star e un suo amico ci mettiamo in macchina e ci dirigiamo al concerto, è l’inizio di un pomeriggio e soprattutto una serata difficilmente dimenticabili.
Giunti al Thunder Road di Codevilla decidiamo di aspettare il Truzzkiller che qualche intoppo lungo la strada ha fatto tardare un pochino, niente di grave, prendiamo i biglietti ed entriamo.

TruzzKiller
A causa di qualche problema con la strada sono i Methedras il primo gruppo che ho modo di ascoltare. Bene, non posso dire di esser rimasto allibito dalla loro prova, ma per essere praticamente in apertura devo dire che i ragazzi se la sono cavata veramente alla grande! Energia e potenza sono alla base del loro thrash-death, suonato (almeno in sede live) con uno spirito da headbangers che filtra dai loro amplificatori in maniera entusiasmante. Un gruppo che sicuramente sarebbe meglio seguire conoscendone i pezzi, ma che anche nella mia condizione di ‘ignoranza’ mi ha fatto divertire. Addirittura nel loro primissimo brano proposto mi è sembrato di sentire una versione grezza e semplificata dei Testament, cosa che mi aveva all’inizio sorpreso non poco… Una sensazione che in seguito è andata diminuendo, ma che serve a dare un’idea del forte impatto che la band riesce a creare presentandosi sul palco. Non ho molto altro da aggiungere su questa band, che vi consiglio di seguire con interesse se potenza e aggressività sono le vostre parole d’ordine.

E’ difficile invece parlare degli Ephel Duath, gruppo che spacca completamente il pubblico, tra fan sfegatati e chi, come me, non riesce proprio a farseli piacere. Purtroppo non ho avuto ancora modo di ascoltare il loro ultimo lavoro, dunque mi sono trovato piuttosto impreparato; al loro live, ma un minimo di idea me la sono fatta. Fortunatamente la band riesce sul palco ad essere molto più lineare che su disco, dando modo di far meglio entrare l’ascoltatore nello spirito dei brani. Questo però non è bastato a far formare in me un’idea positiva dello show: troppo poco carisma, assente la capacità di incuriosire nonostante la proposta sinceramente anomala, una serie di pecche che pesano molto sull’economia del set.
Che la proposta sia particolare lo si nota comunque, ma devo dire che sentire la loro esibizione mi ha spiazzato notevolmente; mi aspettavo qualcosa di completamente diverso, di molto più particolare. Non so però se questa impressione dipendesse solo dal fatto che gran parte dei brani suonati non li conoscevo o dalla prestazione stessa. In qualunque caso stando alla band questa era la loro 2° esibizione live, quindi ci sono ampi margini di crescita che spero vengano sfruttati, perchè al momento a mio modesto parere non ci siamo proprio.

Engash-Krul
Dopo l’esibizione degli Ephel Duath era stata prevista una pausa di circa un’ora e qualche cosa. Avendo recuperato già; in precedenza uno dei tavolini del locale che avevamo nominato ufficialmente nostro quartier generale, ci sediamo e tra una parola e l’altra ordiniamo dei panini sperando di fare a tempo a mangiare, visto che il locale è pieno, prima che le band ricomincino a suonare.
Attorno al tavolo si riunisce praticamente tutto il gruppo di TrueMetal.it intervenuto per il concerto: io, Truzzkiller, Alextheprogman, Sylva, Grey-Star e un suo amico e Moonskin80, proprio quest’ultima ci dice di aver incontrato un altro utente del forum ma purtroppo per tutta la serata non siamo riusciti a individuarlo.
Appena finito di suonare ecco che il concerto ricomincia e tocca questa volta ai The Tombers. Tra frattaglie, organi, carne e sangue e squartamenti vari va in scena il loro show. Personalmente non conoscevo la band prima di sentirla suonare in questa occasione ma sono rimasto favorevolmente impressionato dalla violenza e dall’attitudine del gruppo. Attitudine che si rende esplicita anche nei titoli di alcune canzoni come “Vomito Etilico” e negli atti di autolesionismo del cantante che arriva fino a tagliarsi con pezzo di vetro durante il concerto. In generale direi proprio che sono un gruppo di pazzi, ma di pazzi simpatici che con la loro scaletta composta da “World’s End”, “Vomito Etilico”, “Insects Invasion”, “Dark Crusade”, “Maybe I’m Mad” e la finale cover di “The Bastards” dei Bastards, mi hanno regalato una delle esibizioni più convincenti della giornata.

Giusto il tempo di rimuovere la scenografia e tocca a una delle band beniamine del pubblico pavese, sto parlando dei NecroArt. Galvanizzati dalla possibilità di suonare di spalla a band come Novembre ed Entombed i nostri partono subito alla grande con “Suicidal Karma”, il primo brano del loro secondo demo, un brano veloce e potente con interessanti partiture sinfoniche. Subito dopo tocca alla title track del loro secondo demo e cioè “Dead Roses Parade”. I brani del gruppo sono orrechiabili, inoltre possono contare su un nutrito numero di sostenitori sotto il palco che coinvolgono tutti gli altri in un continuo movimento di corpi a tempo con la musica.
A questo punto è l’ora di un piccolo salto indietro temporale per ripescare un brano dal loro primo demo dal titolo di “Where Your God Dies”, il pubblico è caldo e segue la band, è quindi l’occasione buona per presentare una nuova canzone appena finita e intitolata “Crimson Minority”. Tutto va alla grande, la band suona bene e il pubblico si fa coinvolgere, purtroppo per motivi incomprensibili anche alla band la loro esibizione viene tagliata e rimane loro il tempo solo per un’ultima canzone. Salta così uno dei cavalli di battaglia della band, quella “Vaginal Mephisto” che molti tra il pubblico richiedevano a gran voce. Tocca invece a un brano storico degli Slayer chiudere in bellezza l’esibizione dei NecroArt che tirano fuori dal cilindro una “Raining Blood” spesso eseguita durante le loro esibizioni live ma che in questo caso sembra eseguita ancora meglio del solito, è proprio vero che quando il pubblico si fa sentire anche i musicisti suonano meglio.

TruzzKiller
Uno spettacolo indimenticabile: questo è quanto ci hanno regalato i Novembre in quasi un’ora. Vincendo la sfortuna che li ha voluti in una bill certo non consona al loro genere, la band italiana ha dato prova di come la qualità possa sempre ed in qualunque circostanza essere premiata. Probabilmente i migliori della serata, in qualunque caso al di sopra di qualunque futile classifica: l’arte che con ogni loro uscita ci hanno mostrato non aspettava altro che un set dove poter essere riproposta.
Buoni i suoni, non altrettanto i volumi, con la voce che a sprazzi non si sentiva del tutto; nonostante gli inconvenienti tecnici, i nostri riescono a farci rabbrividire ad ogni nota, ad ogni passaggio. La bellissima voce di Carmelo si dimostra adatta a gestire ogni situazione, e a trasformare ogni loro nota in emozione; ho passato praticamente tutta l’esibizione quasi incantato, incapace persino di battere le mani alla fine dei pezzi, stupito completamente per quanto la band fosse riuscita a trasmettere intensamente il contenuto di ogni loro canzone in sede live.
Con “Homecoming” raggiungiamo veramente l’apice del sublime: l’esecuzione da manuale è solo lo sfondo, quello che veramente rimane impresso è la malinconia e la sottile eleganza che le parole e le note di questa canzone portano con sè. Sul palco ha smesso di esserci un gruppo, e si è manifestata una vera e propria sensazione… Uno show che andrebbe raccontato passo a passo, con una conclusione incredibile, tra le note della bellissima “Child Of The Twilight”
Tra gli episodi migliori ricordo poi “Everasia” (forse la canzone meglio accolta dal pubblico) e “L’Epoque Noir”, nella quale emergono tra le altre cose anche le ottime doti musicali di tutto il gruppo. Sono sicuro che una band che regala così tanto sul palco non perda di fascino neanche dopo ennesime serate, dunque vi consiglio caldamente di tenere costantemente d’occhio le loro date…

Il tempo di asciugarsi le lacrime e sul palco ci sono già gli attesi headliner… Sbarcati dalla Svezia con il loro decennale bagaglio di esperienza, avevano sicuramente fatto intravedere un’aspettativa non indifferente per quello che sarebbe stata la loro esibizione. Al contrario invece devo dirmi un po’ deluso da uno spettacolo musicalmente scarsino, e per quanto riguarda il feeling veramente da dimenticare…
Il combo prende pezzi un po’ da tutto il proprio repertorio, soffermandosi in un paio di episodi sul recente Morningstar, e dimostrando di avere le carte in regole per scatenare del sano e violento headbanging, proprio grazie allo spirito ‘sbarazzino’ delle loro canzoni più recenti. Per fare un vero e proprio salto nel passato bisogna aspettare qualche pezzo, fino all’arrivo di “But Life Goes On”, interrotta però a metà; qualcuno del pubblico aveva infatti pensato di fare del sano stage diving sul pavimento… Tutto si sistema, il gruppo scambia quattro parole con il pubblico, e la canzone arriva al termine nonostante l’interruzione.
Arriva il momento da me tanto atteso, la mitica “Left Hand Path”, sicuramente uno dei brani più significativi del loro intero repertorio; e proprio qui ho definitivamente (o quasi) tratto le mie conclusioni sulla loro esibizione. Poco spirito, energia, voglia di far divertire, fanno sì che tutta la prima parte della canzone passi senza troppo entusiasmo; sul bellissimo finale ci scappa anche qualche sbavatura, e a questo punto mi resta veramente poco d’altro da dire… Questo singolo episodio ha riassunto un po’ lo spirito dello spettacolo: un’esecuzione appena sufficiente (non certo all’altezza delle effettive capacità delle band), ma soprattutto la costante impressione che avessero voglia di essere ovunque tranne che su quel palco. Fortunatamente arriva verso il finale una versione di “Living Dead” suonata, lasciatemelo dire, con i controcoglioni. Se mi avessero ciccato un altro pezzo storico come questo, sinceramente non so come avrei potuto parlare di loro…
Grazie anche al distacco con cui ho assistito allo spettacolo, non mi è stato possibile fare a meno di notare queste palesi carenze, che certo non hanno intaccato più di tanto il morale dei die-hard fans che si trovavano sotto il palco a divertirsi. Insomma, gli Entombed devono ringraziare più che altro la loro consolidata fama e il fatto di aver costruito con le proprie mani un repertorio tale da divertire sempre e comunque, perchè i soli strumenti suonati come è stato non li avrebbero certo aiutati.
Il mio personale parere è che, nonostante la delusione degli headliner, il concerto si sia svolto bene e con gran voglia da parte dei gruppi (soprattutto i The Tombers e i Methedras) di far divertire chi era giù dal palco. Una serata soddisfacente, intaccata solamente dalla prova degli headliner, non tanto deludenti per l’effettiva prestazione quanto per la sensazione costante che questa data non fosse esattamente tra le loro priorità del momento…

Engash-Krul
Due parole se me le consentite anche da parte mia sul concerto in generale. Per quanto riguarda gli headliner Entombed le mie sensazioni sono state quasi del tutto identiche a quelle di Truzzkiller, un minimo di coinvolgimento dato solo dalle canzoni più orecchiabili tratte da Morning Star (“Chief Rebel Angel”, “I For An Eye” e “City of Ghosts”) e da Left Hand Path e “Living Dead”. Una parola però mi permetto di spenderla anche per quella che è stata l’organizzazione del concerto a mio avviso piuttosto scadente. Il servizio di sicurezza all’interno del locale era pressochè inesistente. L’incidente con uno dei ragazzi che hanno fatto stage diving è solo un esempio, in circa una dozzina, se non di più, sono saliti sul palco e si sono poi buttati di sotto senza che nessuno alzasse un dito per fermarli. Per fortuna solo uno di questi si è fatto male, neanche troppo alla fine, ma per alcuni momenti abbiamo pensato il peggio vista la violenza con cui aveva sbattuto la testa al suolo. Oltre a questo da notarsi come il servizio di sicurezza abbia ripreso e cacciato fuori dal locale l’unico tra quelli che sono saliti sul palco che si è limitato a stringere la mano al cantante per poi scendere tranquillamente da una parte del palco invece di buttarsi di sotto. Evidentemente era ammesso farsi male ma non toccare i musicisti.
A questo andrebbe aggiunto anche il fatto, non secondario, che durante tutta la giornata suoni e volumi, a parte rarissimi casi, sono sempre stati a un livello che io non definirei neanche accettabile, non accettabile per band famose come gli Entombed o i Novembre come non sarebbero stati accettabili neanche per una band che avesse cominciato a suonare il giorno prima.

A parte queste considerazioni sull’organizzazione, il gruppo di TrueMetal.it si è divertito e oserei dire anche molto, Grey-Star per esempio è riuscito a recuperare un cimelio che conserverà per lunghi anni a venire e consistente nella cuffia del chitarrista degli Entombed e Alextheprogman… beh, diciamo che il ritorno a casa con la sua macchina noi 3 che eravamo con lui ce lo ricorderemo per un po’… 🙂

Matteo “TruzzKiller” Bovio
Alex “Engash-Krul” Calvi

Altre foto del concerto:
Entombed: 12
Novembre: 123