Report: Fire Trails al Transilvania (13/1/06)

Di Stefano Ricetti - 18 Gennaio 2006 - 8:32
Report: Fire Trails al Transilvania (13/1/06)

FIRE TRAILS + THE PYTHONS

TRANSILVANIA LIVE MILANO – VENERDI’ 13 GENNAIO 2006

Fare un concerto di venerdì sera, per giunta in  un locale dove non si può, per limitazioni di orario, sforare oltre la mezzanotte, dovrebbe essere garanzia di successo a livello di presenze. Il prezzo del biglietto poi, popolarissimo (10 Euro), sicuramente in linea con lo spirito dei Fire Trails, costituiva un motivo in più per assistere alla performance di due band di metallo tutto italiano. Purtroppo, da sempre, il pubblico proveniente da Milano e dintorni – tanto per intenderci quello che si può evitare chilometri e chilometri di strada, spesso in coda e rientri a orari impossibili – è sempre stato tiepido nei confronti dei concerti HM e la serata al Transilvania di venerdì 13 ha confermato questa tendenza meneghina, ormai radicata.

Molti dei convenuti infatti provenivano dalle altre province della Lombardia e dal nord Italia in generale, approfittando del fatto che per tanti di loro il giorno seguente non ci si sarebbe dovuti recare sul posto di lavoro. Pino Scotto poi, per via del suo carattere sempre e comunque sopra le righe e anticonformista, negli anni si è inimicato parecchi personaggi e fan dell’ambiente HM milanese ai quali non è sembrato vero poter boicottare il concerto dei Fire Trails facendo contro-pubblicità oltre a non recarsi assolutamente all’evento.

Nonostante le opposte premesse sopra descritte, al Transilvania Live di via Paravia l’afflusso è stato dignitoso, soprattutto per il fatto che i fedelissimi c’erano tutti, molti dei quali innamorati degli ormai defunti Vanadium, band legata indissolubilmente a Pino Scotto. L’ex frontman della storico combo, da qualche anno nei Fire Trails o si ama o si odia… io indubbiamente sono fra i primi, riconoscendogli il grado di leggenda vivente dell’HM italiano, l’unico che possa fregiarsi dell’etichetta di Lemmy “de noantri”, evidentemente altri non la pensano così.

Verso le 21 e 30 aprono le danze i The Phytons, agguerrito gruppo di Class Metal, autori dell’interessante Never:Enough l’anno scorso (già recensito su TrueMetal) che con il loro Hard Rock adrenalinico hanno scaldato sufficientemente i presenti. Oltre ai brani tratti dal recente full length i Nostri hanno proposto la cover di Billy Idol Rebel Yell, che è stata accolta piacevolmente dal pubblico. Prova convincente la loro, che denota il fatto soprattutto di divertirsi sul palco, caratteristica fondamentale nell’HM!

Nella foto: Pino Scotto

Fire Trails, dopo il cambio di batteria e l’aggiustamento degli strumenti, irrompono sulle assi del Transilvania con Spaces and Sleeping Stones, singolo tratto dall’ultimo Third Moon, del quale hanno fatto recentemente anche un videoclip, che apre la trasmissione Database del martedì su Rock Tv, quella condotta da Pino Scotto. Il singer è in ottima forma, la sua complicità con il guitarist Steve Angarthal ormai è totale, la sezione ritmica Frank Coppolino/Marietto Giannini è ben rodata e le tastiere di Lars Premoli fanno parte del passato e del futuro dei Fire Trails.

La band di Pino è a livello internazionale, come lo furono del resto i Vanadium negli anni ottanta. Nonostante i quattro pacchetti di Lucky Strike al giorno e il Jack Daniel’s ingurgitato nelle nottate infinite Mr. Scotto possiede ancora una voce credibile e proponibile, addirittura forse meglio di quella del periodo Vanadium per quanto attiene le parti più soft a atmosferiche. I pezzi si susseguono a ritmo incessante, senza inutili pause di compiacimento. La scaletta viene interrotta solo per fare pubblicità al disco Rezophonic di Mario Riso (ex drummer dei Royal Air Force) al quale i Fire Trails hanno regalato un pezzo i cui proventi andranno in favore dell’Amref, organizzazione che opera in Africa per la costruzione di pozzi d’acqua.

Da segnalare la prova sopra le righe del chitarrista Steve, dotato di ottima tecnica – mi ha ricordato in più di una occasione il miglior Olaf Thorsen del periodo Labyrinth – e di grande feeling. Nella scaletta, che leggerete per intero a fondo articolo, mi sarei aspettato, da buon nostalgico, qualche pezzo in più dei gloriosi Vanadium, cosa purtroppo non avvenuta ma, si sa, Pino Scotto tende sempre a guardare avanti, quindi mi sono dovuto accontentare di Streets of Danger, Get up Shake up, Too Young to Die e l’immortale Run Too Fast.

Una nota decisamente positiva è stata data dal fatto che i volumi del concerto erano a livelli umani, particolare non da poco sui palchi HM: spesso, infatti, per nascondere le magagne, vengono tenuti volumi altissimi che poi, alla fine, sono sempre e solo fine a se stessi, oltre che dannosi per noi fan. Il concerto si chiude, come da tempo imposto, appena prima della mezzanotte con una versione tutta sangue e sudore di Long Live Rock’n’Roll che infiamma per l’ultima volta l’audience, decisamente soddisfatta della prestazione della band meneghina. I Fire Trails li ho visti veramente in palla, riscattando ampiamente la deludente prova dell’Iron Fest di Tradate, dove li trovai decisamente sottotono.

Alla prossima, Pino!

Stefano “Steven Rich” Ricetti    

Scaletta brani: 
SPACES‘N’SLEEPING STONES
FIGHTER
THIRD MOON
BRAVEHEART
GET UP SHAKE UP
FREEDOM TRIBES
STREETS OF DANGER
GOING ON
SILENT HEROES
SAILOR‘N’MERMAID
REACHING FOR THE SKY
STRONGHOLD
TOO  YOUNG TO DIE
RUN TOO FAST
LONG LIVE R’N’R