Report S-Hammer Metal Fest (Caserta)

Di Redazione - 5 Settembre 2006 - 15:04
Report S-Hammer Metal Fest (Caserta)

Report dello S-Hammer Metal Fest 2006 giunto alla terza edizione. Ringraziamo Angelo “KK” D’Acunto per la collaborazione. Buona lettura.

Terza edizione dello S-Hammer Metal Fest, cartellone quest’anno dedicato alla musica estrema italiana con la partecipazione speciale di Belphegor e Sodom (quest’ultimi tornati headliner in Italia dopo ben sei anni). Anche quest’anno il rapporto qualità-prezzo è ai massimi livelli, ingresso a soli 5 Euro (le scorse edizioni erano completamente gratuite) e la location è ancora una volta lo Stadio “Massimiliano Petrella” di Castel Volturno, Caserta.
Arrivo davanti ai cancelli verso le 16 ma a quell’ora non è ancora permesso al pubblico di entrare per cause a me sconosciute quando, purtroppo, l’apertura era stata fissata per le 15 e l’inizio dei concerti per le ore 16. Poco male.

Doomraiser
Tocca ai romani Doomraiser aprire il festival, gruppo autore di un doom di scuola classica con pochi elementi personali, con un demo all’attivo, un album prossimo alla pubblicazione e reduci dalla partecipazione del Doom Shall Rise Festival in Germania. La prova è stata piuttosto positiva anche se l’orario non ha garantito loro una grandissima attenzione da parte del pubblico (la maggior parte entrerà per vedere gli ultimi quattro gruppi). Nonostante tutto la band ha dimostrato in pieno le proprie capacità in sede live per la soddisfazione dei pochi “eletti” presenti sotto il palco.
Il sound della band è doom classico, ossessivo ed anche abbastanza “sporco” nel quale si possono riscontrare riff sabbathiani e alcuni riferimenti ai primi Candlemass. Il loro set giunge al termine dopo 2 pezzi provenienti dal nuovo album e suonati in “soli” 30 minuti.

Sakahiter
Secondo gruppo a salire sul palco sono i misconosciuti Sakahiter da Campobasso, lo stile proposto è un black metal classico senza nessuna novità. Sinceramente non mi aspettavo tantissimo da questa band, la presenza scenica sul palco è quasi inesistente ed i suoni mi sono sembrati un po’ troppo confusi, inoltre il pubblico (poco numeroso) è rimasto poco coinvolto dalla loro esibizione.
Da segnalare in chiusura la cover di Post Mortem degli Slayer che riesce finalmente a spingere al pogo i pochi metallers presenti.

Sudden Death
Ore 18:20, dopo un velocissimo sound check, salgono sul palco i Sudden Death, death metal band proveniente da Roma. Il gruppo si presenta a suon di bestemmie e battutine varie (credendo di meritarsi con questo l’attenzione da parte dei presenti?), i suoni sono durissimi con riff veloci classici del brutal death, il pubblico (ancora poco numeroso) è abbastanza coinvolto è c’è anche qualche accenno di pogo. La chiusura del set è affidata alla cover di War Ensemble degli Slayer accolta con un ovazione da parte del pubblico.

Edenshade
Il set degli Edenshade comincia alle ore 19:05, ancora il pubblico non è quello delle grandi occasioni (qualcosa mi dice che tutti stiano aspettando solo i Sodom), anche in questo caso il sound della band (una sottospecie di thrash/death) non mi dice tantissimo, troppo scontati e ripetitivi e a dir poco noiosi.

Node
Ed ecco finalmente uno dei gruppi più attesi, i milanesi Node, a supporto dell’ultimo album “As God Kills”. La gente comincia ad essere realmente presente ed il quartetto meneghino sfoggia una tecnica eccellente ed una presenza scenica degna di nota. Il set scorre veloce su ritmiche da infarto, i suoni escono praticamente perfetti (e sarà così per tutto il resto del festival), il pubblico è coinvolto al massimo ed il pogo è violentissimo (ne sanno qualcosa le mie povere ossa). Purtroppo il concerto è relativamente corto e la band ci saluta con la cover di Domination dei Pantera lasciando il palco fra gli applausi.

Sadist
Sono le ore 20:25, un altro dei momenti più attesi del festival: salgono sul palco i Sadist, autori negli anni 90 di capolavori assoluti del calibro di “Above the Light” e “Tribe”, reduci da una recente reunion. Si parte subito con l’intro di sottofondo, Nadir, seguita a ruota dalla travolgente Breathin’ Cancer ed i quattro ci dimostrano subito di che pasta sono fatti, Trevor alla voce è in grandissima forma, Tommy impegnato su chitarra e tastiere è semplicemente perfetto. La scaletta è basata solo ed esclusivamente sui primi due album della band, ed è emozionante sentire pezzi del calibro di Happiness ‘n’ Sorrow, Escogido e la strumentale From Bellatrix to Betelgeuse. Purtroppo i loro 45 minuti a disposizione scorrono via come il vento e non resta loro che abbandonare lo stage tra gli applausi della gente soddisfatta.

Belphegor
Non essendo un’amante di questi black metallers austriaci, non sono riuscito, pur sforzandomi, a farmi coinvolgere dal loro sound, sarà perché il black metal sinfonico non mi piace, sarà perché le mie orecchie considerano logorante ascoltare 50 minuti di batteria perennemente in blast beat. Anche se noto subito di non essere l’unico ad essere di quest’idea, il pubblico mi sembra un po’ freddino nei loro confronti (tralasciando qualche fan agitato sotto il palco). Alla fine del loro set vanno via fra gli applausi dei pochi sostenitori presenti, che dire… i fans sembravano abbastanza soddisfatti, l’impegno della band c’è stato e non mi rimane che elogiare questo act.

Sodom
Sono le ore 23, ora è arrivato veramente il momento che tutti aspettavano, i Sodom sbarcano nel sud Italia per l’unica data da headliner di quest’anno. Il trio tedesco parte subito a mille ed il pogo sotto il palco è sfrenato dal primo all’ultimo pezzo. La scaletta spazia sull’intera discografia; è bellissimo sentire capolavori del calibro di Ausgebombt, Napalm In The Morning, Agent Orange, Eat Me! E anche i pezzi dell’ultimo album come la devastante Axis Of Evil. Il gruppo è veramente in forma smagliante, Tom si conferma il vero leader del gruppo, Bernemann alla chitarra precisissimo sia nella ritmica che negli assoli e infine Bobby potente e preciso dietro le pelli. Dopo circa un’ora i tre abbandonano il palco ritornando 5 minuti dopo per riprendere con Aces Of Spades dei Motörhead e provocando il delirio più totale fra i presenti. Chiusura affidata alla “punkeggiante” Bombenhagel e dopo 90 minuti devastanti, confermandosi come uno dei migliori gruppi thrash metal attivi in Europa.

Per concludere è d’obbligo siglare una nota di merito nei confronti dell’organizzazione del festival che ha saputo (anche quest’anno) dare prova di massima serietà con gruppi d’alto livello e suoni quasi mai scadenti anche per le formazioni meno blasonate.
Appuntamento per l’anno prossimo con quello che sta diventando uno dei migliori festival estivi organizzati nel sud Italia.

Angelo ‘KK’ D’Acunto