Report: Strana Officina, Rosae Crucis e Neurasthenia (05-12-08, Bologna)

Di Angelo D'Acunto - 16 Dicembre 2008 - 0:57
Report: Strana Officina, Rosae Crucis e Neurasthenia (05-12-08, Bologna)

Parole di Angelo D’Acunto e Federico Mahmoud
Foto di Angelo D’Acunto

Altra serata all’insegna del sano e puro heavy metal al
SottoTetto Sound Club
di Bologna, ormai luogo pieno zeppo d’appuntamenti
immancabili, grazie sopratutto al lavoro dell’attivissima Bologna Rock City
di Mr. Nanni. A qualche settimana di distanza dal

TrueMetal Fest Act II
, ghiotto appuntamento per assistere alla sfilata di
vecchie glorie e nuove realtà della scena tricolore, con in più la presenza
degli special guest Tokyo Blade, a dirigere le danze questa volta tocca
ad uno dei pezzi di storia della nostra Italia: la Strana Officina
capitanata dal carismatico Daniele ‘Bud’ Ancillotti. A supporto troviamo
i Rosae Crucis, altra vecchia conoscenza del panorama metal nostrano, e i
padroni di casa Neurasthenia, per una serata che, nonostante la presenza
di artisti di un certo livello, ha registrato un’affluenza di pubblico
nettamente inferiore rispetto a quelle che erano le aspettative. Ma nonostante
ciò, il divertimento e la qualità a livello musicale non sono venuti di certo a
mancare. Buona lettura.


In apertura troviamo i thrasher bolognesi Neurasthenia, vera e propria
mosca bianca in una serata votata all’insegna dell’heavy classico. Pochi,
pochissimi sono i presenti all’interno del locale, ma questo non spaventa il
combo felsineo che pesta duro dall’inizio sino alla fine dando prova di grande
carattere e personalità. Rispetto a suoni un po’ troppo impastati (croce
immancabilmente sulle spalle di tutti i gruppi d’apertura), la performance dei
padroni di casa è di ottimo livello, ed è confermata dalla risposta entusiastica
dei pochi presenti. A scuotere il pubblico come si deve ci pensano le
impeccabili esecuzioni della violentissima Assassination e dell’autocelebrativa
Neurasthenia (highlight dello show). Per quanto riguarda la
prestazione della band, sugli scudi troviamo sopratutto il drummer Steve
Rivolta
, sempre preciso in ogni suo intervento, e il singer Neil in
ottima forma a livello vocale, il quale si conferma essere anche un buon
frontman per quanto riguarda la presenza scenica. Alla fine dei conti, quella
dei Neurasthenia, è stata un’esibizione energica e coinvolgente che è
riuscita a scaldare come si deve tutti i presenti.

Angelo D’Acunto










Nel nostro Paese perdura una diatriba insoluta circa la liceità
di affiancare la lingua italiana a musica hard rock / heavy metal. Pochi
temerari, a costo di abbandonare velleità d’esportazione, hanno difeso l’idioma
nazionale e con esso le proprie radici: tra questi vanno citati senza dubbio i
capitolini Rosae Crucis, alfieri di epic heavy metal tricolore dai primissimi
anni Novanta. Pervenuti all’esordio discografico con Worms of the Earth (2003,
Scarlet), unica concessione al richiamo commerciale dell’inglese, i laziali
hanno da poco rispolverato i brani de Il Re del Mondo (datati 1993) con il
patrocinio della rampante Jolly Roger Records. Lo show bolognese è l’occasione
per ridare lustro a una manciata di composizioni destinate, per lungo tempo, a
una ristretta cerchia di cultori. L’esibizione della band è convincente sotto il
profilo esecutivo e scenico, nonostante l’angusto spazio riservato al quintetto
– il batterista Piero Arioni è addirittura costretto a posizionarsi
lateralmente. La coppia di chitarristi formata da Andrea Magini e Tiziano Marcozzi forgia un muro di suono imponente, specie nei passaggi più sostenuti.
Giuseppe “Ciape” Cialone è un frontman di razza, liberamente ispirato (bicipiti
compresi) al mitico Eric Adams e dotato di un’ugola davvero potente. Fatta
eccezione per un richiamo, ottimo, al materiale di Worms of the Earth (tributato
con la poderosa Bran Mak Morn), è Il Re del Mondo a farla da padrone: magistrali
la title-track, dotata di un refrain che invita a nozze i fan più incalliti, e
l’affascinante Contro Il Mio Destino. L’apice della scaletta, a giudicare dalla
reazione del pubblico, è però l’inno Fede Potere Vendetta, oggetto di una
sincera ovazione. Conclude un’eccellente prova la cover Ballo in Fa# Minore,
remake di Branduardi aggiunto in calce all’ultima release. Rosae Crucis è una
corazzata impetuosa, adunata per conquistare ogni palcoscenico e la tappa
felsinea non fa eccezione.

Federico Mahmoud











Trent’anni fa il camion del rock partiva per il giusto viaggio

un lungo viaggio, costellato d’insidie, in lotta contro un destino beffardo. Al
volante due fratelli, Fabio e Roberto Cappanera, che sognavano l’Inghilterra
dopo lunghe giornate di lavoro. Suonavano fino a tarda notte, ancora intrisi di
sudore, tra le mura paterne di una Strana Officina. Era l’alba di una grande
avventura, una cavalcata a briglia sciolta che soltanto la strada, nella sua
irrazionalità, poteva frenare. I fratelli d’Italia del rock duro hanno
abbandonato questo mondo il 23 luglio 1993, lasciando un vuoto incolmabile… ma
il camion non si è fermato. Daniele “Bud” Ancillotti ed Enzo Mascolo (unico e
insostituibile basso della Strana) battono ancora il martello. Uno sguardo al
cielo a ricordare gli amici perduti (dai Cappanera al compianto Marcello Masi,
già chitarra di Strana Officina e Bud Tribe) e una voglia di scappare: lo
spirito non è cambiato e il gruppo livornese, oggi come allora, è padrone
assoluto del palcoscenico. Guardi in faccia Bud, scorgi l’emozione di chi, dopo
tanti anni, canta con lo stesso trasporto davanti a dieci o mille persone e
percepisci distintamente quell’alchimia che rende ogni esibizione della Strana
un evento speciale. Unico per certi versi, per la passionalità tipicamente
italiana del repertorio (rigorosamente in lingua madre nei ballottaggi), per il
rapporto di mutua partecipazione con il pubblico, per l’atmosfera intima e
fraterna che si respira. Enzo è l’altra faccia della medaglia: un uomo di poche
parole, che si commuove in silenzio alla memoria dei compagni e lascia che il
basso (ingranaggio essenziale di una macchina da guerra) parli in sua vece.
Completa lo schieramento la seconda generazione dei Cappanera – e non poteva
essere altrimenti: Rolando, figlio di Roberto, alla batteria e il cugino
Dario
nel ruolo che fu dello zio Fabio. Un ideale passaggio di testimone che, con
molta poesia, ha permesso all’Officina di riaprire i battenti dopo un decennio
di silenzio. In quel di Bologna manca Dario (assente giustificato, in promozione
con i Rebel Devil), ma la band non accusa il contraccolpo: arruolato l’amico
Ciano (boss dei parmigiani Listeria), chitarrista navigato e animale da palco,
va in scena l’ennesimo show da incorniciare. La scaletta, comunque la si
assembli, è una parata di classici da cima a fondo. Apre le ostilità la
colossale The Ritual, uno dei più grandi pezzi mai incisi dal gruppo, seguita a
ruota dai ritmi incalzanti di King Troll (opener del magistrale
Rock & Roll
Prisoners
). Nonostante uno spiacevole disguido occorso al basso di Mascolo,
costretto ad abbandonare momentaneamente la scena, la formazione toscana
riprende possesso del palco con una terremotante versione di Profumo di Puttana.
I presenti – pochi ma buoni – intonano a squarciagola il refrain della
successiva Sole Mare Cuore (gemella italiana di Rock & Roll Prisoner),
riservando lo stesso trattamento anche a Falling Star e, più avanti, all’inno
Non Sei Normale, che scatena un’autentica bolgia. Rolando Cappanera è
protagonista indiscusso di Kiss of Death, macigno heavy metal che si abbatte sul
pubblico con inusitata violenza. Purtroppo il tempo è tiranno e così, dopo il
sognante medley Luna Nera / Piccolo Uccello Bianco e Metal Brigade
(devastante!), i Nostri sono costretti a tagliare due pezzi e chiudere in
picchiata con Officina. Batti il Martello! Lavora! È l’epilogo di un’ora
intensa, sudata, che trascende la mera accezione di concerto. Stretta in un
abbraccio collettivo, la Strana Officina è pronta a ripartire per il giusto
viaggio, la mente rivolta a chi è mancato… ma è sempre con tutti noi.

Non finirà mai.

Setlist:

The Ritual
King Troll
Profumo di Puttana
Sole Mare Cuore
Falling Star
Kiss of Death
Non Sei Normale
Luna Nera / Piccolo Uccello Bianco
Metal Brigade
Officina

Federico Mahmoud