Recensione: 16.6 (Before The Devil Knows You’re Dead)

Di Lorenzo Bacega - 29 Maggio 2009 - 0:00
16.6 (Before The Devil Knows You’re Dead)
Band: Primal Fear
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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80

Ottavo studio album per i Primal Fear, gruppo tedesco formatosi nell’ormai lontano 1997 in quel di Esslingen e capitanato dal bassista (nonché principale compositore) Mat Sinner e dal cantante Ralf Scheepers (che pochi anni prima aveva lasciato i Gamma Ray di Kai Hansen per candidarsi al ruolo di successore di Rob Halford nei Judas Priest). Quasi due anni dopo l’uscita dell’ottimo New Religion, a detta di molti il punto più alto raggiunto in carriera dalla band, vede finalmente la luce il nuovo full length dei cinque teutonici, intitolato 16.6 (Before the Devil Knows You’re Dead) e pubblicato nel mese di Maggio 2009 dalla nostrana Frontiers Records.

Accantonati in parte gli inserti sinfonici e le grandi dosi di melodia del precedente New Religion, questo 16.6 si muove su coordinate stilistiche a cavallo tra heavy metal classico e power teutonico, costituite da riff rocciosi, ritmiche tirate e potenti e assoli al fulmicotone. Ottima ancora una volta (qualora avessimo bisogno di ulteriori conferme) la prestazione di Ralf Scheepers dietro al microfono. Alla chitarra al fianco del solito Henry Wolter troviamo ora lo svedese Magnus Karlsson (Allen/Lande, Midnight Sun, Bob Catley) in sostituzione del defezionario Stefan Leibing, storico chitarrista del gruppo che, dopo ben dieci anni di attività, ha deciso nel 2008 di lasciare il music business per potersi dedicare a tempo pieno alla propria famiglia. Ottimo inoltre il lavoro svolto dalla sezione ritmica, composta dal mastermind Mat Sinner al basso e Randy Black alla batteria, che colpisce l’ascoltatore per l’incredibile potenza trasmessa per tutto l’arco del disco. Tredici sono i brani che compongono questo 16.6, per una durata complessiva che supera di poco i sessanta minuti. Pezzi compatti, mai ripetitivi e assolutamente scorrevoli quelli presentati in questo album, nonostante l’elevato minutaggio. Da sottolineare soprattutto la grande varietà di stili proposti in questo cd: l’opener Riding The Eagle (vero e proprio inno da cantare a squarciagola), la veloce Night After Night e la solida Under the Radar si riallacciano al power metal teutonico più canonico, fatto di riff potenti e veloci e chorus estremamente melodici e orecchiabili, mentre invece le rocciose Killbound, Smith and Wesson e The Exorcist (dai spiccati richiami a gruppi quali Accept e Judas Priest) mettono in mostra l’anima heavy del gruppo. Molto interessanti anche gli episodi più marcatamente melodici: Black Rain è per certi versi accostabile alla produzione dei Kamelot (e non solo per l’intro arabeggiante), 5.0/Torn, il punto più alto del disco a detta di chi scrive, è un mid-tempo assolutamente convincente grazie anche a un chorus davvero interessante e orecchiabile, mentre No Smoke Without Fire si segnala per delle atmosfere mai banali e particolarmente avvincenti. Un discorso a parte merita la conclusiva ballad semiacustica Hands of Time, brano che vede quattro componenti diversi del gruppo alternarsi al microfono e che, pur essendo abbastanza slegato come sonorità dal resto del disco, risulta nel complesso un esperimento curioso ma ben realizzato. Ottimi sotto ogni punto di vista la produzione e il missaggio, curati rispettivamente dalla premiata ditta Dennis Ward e Mat Sinner, e dallo storico Achim Kohler. Da notare inoltre che la versione limitata dell’album include, oltre a un video promozionale di Six Times Dead (16.6), anche due bonus track, nell’ordine Cry Havoc e Scream: si tratta di due canzoni power oriented piuttosto canoniche, complessivamente gradevoli ma che non aggiungono nulla a quanto espresso dal gruppo nel corso dell’album.

Insomma, un altro centro per i Primal Fear dopo gli ottimi Seven Seals e New Religion. Questo 16.6 si rivela essere un disco molto scorrevole nonostante la durata piuttosto alta (poco oltre l’ora) e il grande numero di canzoni (ben tredici). Brani piuttosto vari quelli che si alternano nel disco, mai ripetitivi e senza alcun calo vistoso. Certo, non è nulla che faccia gridare al capolavoro assoluto, ma siamo comunque al cospetto di un disco molto interessante e che conferma i Primal Fear come una delle principali realtà del power metal internazionale.

Lorenzo “KaiHansen85” Bacega

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Tracklist
01. Before the Devil Knows You’re Dead
02. Riding the Eagle
03. Six Times Dead (16.6)
04. Black Rain
05. Under the Radar
06. 5.0/Torn
07. Soar
08. Killbound
09. No Smoke Without Fire
10. Night After Night
11. Smith And Wesson
12. The Exorcist
13. Hands of Time

14. Cry Havoc (Limited Edition Bonus Track)
15. Scream (Limited Edition Bonus Track)

Line Up
Ralf Scheepers – Lead Vocals
Mat Sinner – Bass, Vocals
Magnus Karlsson – Guitars, Keyboards
Henry Wolter – Guitars
Randy Black – Drums

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