Recensione: Act Of Grace
La scena polacca relativa al metal estremo è talmente estesa e ricca di talenti, oggi, che è un’ardua impresa trovare dei musicisti che suonino in una band sola.
Continui incroci fra elementi dei più quotati act (Behemoth, Vader, Crionics, Thy Disease, …), formano numerosi “sottoprogetti” (Anal Stench, Vesania, Hell-Born, …) che non hanno nulla da invidiare ai gruppi-madre.
Oltre al talento più sopra menzionato, quindi, abbondano la preparazione tecnica di base e la professionalità di tutti coloro che lavorano da zero sino ad arrivare al prodotto finito.
Non sfuggono a questa regola i Virgin Snatch, quintetto che ha a Cracovia, dal 2001, il suo quartier generale; anche se la loro discografia mostra che rappresentano qualcosa in più di un semplice passatempo per i membri dell’attuale line-up. Sono appunto quattro i full-length, di cui “Act Of Grace” è l’ultimo in ordine tempo, essendo uscito a fine 2008.
Il tempo intercorso fra l’esordio (S.U.C.K., 2003) e la messa alle stampe del platter in oggetto non è passato invano.
La produzione, infatti, è “perfetta”, per quanto tale aggettivo sia applicabile alle attività del genere umano: l’equilibrio fra la strumentazione è ineccepibile e forma un insieme compatto nel quale ogni singolo elemento è precisamente individuabile.
Chiare e distinte le partiture a carico delle chitarre e del basso (particolarmente apprezzabile l’eterogenea impronta lasciata da Aniol), che s’intrecciano saldamente al suono della batteria e della voce.
L’evidente qualità del timbro globale permette allora ai cinque di sviluppare nelle migliori condizioni il proprio stile: thrash moderno e di classe, con qualche rara puntatina nel death.
Non manca anche il senso di malessere che accompagna spesso e volentieri le proposte provenienti dallo stato dell’Europa centrale, anche se è solo accennato (“Through Fight We Grow”).
Tutti gli stilemi di base del genere sono puntualmente rispettati e ammodernati, tanto che si potrebbe prendere il disco quale esempio da seguire, per questo specifico aspetto.
Per ciò che concerne il songwriting, le note positive si ripetono, anche se non con la stessa intensità.
Essendo una sorta di manifesto del thrash targato terzo millennio, è ovvio che in “Act Of Grace” non bisogni aspettarsi di trovare particolari spunti di originalità.
Ciononostante, la qualità delle canzoni è attestata ben oltre la sufficienza, data la varietà delle stesse e la presenza di alcuni episodi piuttosto rimarchevoli. La title-track e “Slap In The Face”, ad esempio, hanno un riff portante da ribaltare anche un TIR. “Horn Of Plenty” e “M.A.D. (Make A Donation)” dimostrano la capacità del combo di raggiungere le alte velocità senza spremere il motore e andare fuori giri, mentre “Walk The Line” avvalora quella di esser potenti e insieme dinamici. Ottima in chiusura “It’s Time”, ballata dai colori struggenti e dal gusto sopraffino.
Le noti dolenti arrivano invece da Zielinski. Pur avendo un cantato differenziato che abbraccia il semi-growl (“Through Fight We Grow”) sino ad arrivare al clean puro (“It’s Time”); troppo spesso fa il verso al Maestro Chuck Billy (chiarisce questo concetto in modo esauriente la strofa di “Act Of Grace”).
Le orecchie le hanno tutti – anche i Virgin Snatch – quindi il motivo per il quale un cantante comunque duttile come Lukasz non si accorga di esser troppo derivativo, mi è ignoto.
Trovo questo neo rilevante perché taglia le gambe al gruppo il quale, così, sembra un clone dei Testament molto più di quanto non sia in realtà.
A parere di chi vi scrive, difatti, senza percorrere nuovamente le strade già battute da altri, i Nostri potrebbero bucare agevolmente il sostanziale anonimato in cui vagano attualmente.
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Track-list:
1. Act Of Grace 4:41
2. Horn Of Plenty 3:24
3. Slap In The Face 3:23
4. Through Fight We Grow 4:56
5. Walk The Line 4:49
6. Daniel The Jack 4:32
7. M.A.D. (Make A Donation) 4:34
8. Don’t Get Left Behind 5:07
9. It’s Time 5:56
Line-up:
Lukasz “Zielony” Zielinski – Vocals
Grzegorz “Grysik” Bryla – Guitar
Jacek Hiro – Guitar
Aniol – Bass
Jacek “Jacko” Slawenski – Drums