Recensione: Age of Aquarius

Di Valeria Campagnale - 3 Novembre 2025 - 10:51
Age Of Aquarius
Band: Perturbator
Etichetta: Nuclear Blast
Genere: Alternative Metal 
Anno: 2025
Nazione:
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70

Nuovo album per Perturbator, il sesto, “Age of Aquarius” uscito per Nuclear Blast Records. Perturbator ha utilizzato le collaborazioni vocali per spingere la sua musica in nuove direzioni, incorporando elementi di industrial, darkwave e blackgaze, trasformando “Age of Aquarius” in un’opera più vicina a un album di una band che a un progetto solista puramente strumentale. Di fatti già in pretura troviamo Ulver (Kristoffer Rygg) la cui voce, unica e riconoscibile, introduce l’album con toni cupi e marziali nel brano “Apocalypse Now”.
La collaborazione al brano “Venus” è con Author & Punisher, il cui nome d’arte è Tristan Shone, aggiungendo elementi di industrial doom e un paesaggio sonoro post-apocalittico e meditabondo.
Greta Link in “Lady Moon” fornisce un cantato femminile melodico ed etereo su una traccia che bilancia la sensualità con l’inquietudine darkwave. Alcest (Neige), offre canti in stile mantra e screaming nella traccia finale, che unisce shoegaze e black metal nel brano “Age of Aquarius”.
“Apocalypse Now”. è un brano in cui l’aria malinconica è data da tastiere con suoni futuristici ma, c’è anche un ottimo approccio Post-Punk freddo proprio grazie ai vocalizzi di Ulver.
La successiva “Lady Moon” segna il ritorno di Greta Link, già protagonista dell’iconica “Venger“. Benché la melodia sia totalmente nuova, la sua voce eterea crea una crescente inquietudine: il brano brucia lentamente con una tensione sotterranea e latente che promette un’esplosione imminente. “Venus” si mantiene su una cupa intensità in cui Author & Punisher si insinua in synth velati e chitarre shoegaze.
“The Glass Staircase” ha una struttura basata sull’alternanza di pezzi vocali e dinamici intermezzi strumentali mentre la successiva “Hangover Square” è un breve interludio la cui atmosfera cyberpunk risulta essere più moderata rispetto agli altri brani.
“The Art of War” è la traccia con il suono più EBM (Electronic Body Music) dell’album, travolgente e digitalmente tribale, con un ritmo incalzante e aggressivo. Rappresenta la parte più “combattiva” e marziale del sound di Perturbator. Una dichiarazione tematica sul rapporto con il conflitto nell’era moderna.
“The Art of War” è stato, tra l’altro, il primo singolo ad essere pubblicato, anticipando l’album, probabilmente perché è un brano ad alto impatto, che fornisce un solido punto di contatto con il sound più aggressivo e conosciuto di Perturbator, pur inserendosi nel suo contesto tematico più maturo.
“12th House” riporta in vita il suono di una traccia rave d’epoca, come se fosse stata sigillata per trent’anni in un rave clandestino dimenticato.
Il sipario sull’album cala con la maestosa title track in cui Perturbator si è unito a Neige degli Alcest, massimi esponenti del shoegaze black metal. Il brano, che dura dieci minuti, è incorniciato dai caratteristici vocalizzi eterei di Neige. La sua struttura è concepita per suonare come una perfetta sequenza di titoli di coda, un epilogo incredibilmente calzante per un’opera sonora così marcatamente cinematografica.
“Age of Aquarius” è un progetto in cui l’ingegneria e l’arte si fondono per produrre un suono potentemente oscuro e fisico. Consigliato per la sua fantasia e la geniale mixture di generi.

 

 

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