Recensione: All the Way

Di Manuel Gregorin - 12 Febbraio 2022 - 0:01
All the Way
Band: Kraemer
Etichetta: Frontiers Music
Genere: Hard Rock 
Anno: 2022
Nazione:
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70

Se non si fossero occupati di produzioni discografiche alla Frontiers avrebbero potuto dedicarsi alla cucina gourmet.
Nonostante questo nome sia usato anche da una marca di cibo per gatti, la cucina gourmet non è un pastone da rovesciare nella ciotola del vostro amico a quattro zampe ma una di quelle arti culinarie che vanno di moda adesso in cui si sperimentano piatti elaborati a base di pietanze raffinate e si miscelano gli ingredienti in modo da trovare la giusta combinazione che ne esalti il sapore. Un po’ come fa Frontiers con i musicisti: infatti l’etichetta nostrana –oltre alle uscite del suo ricco catalogo- spesso e volentieri si diletta a prendere uno o più artisti già distintisi con altri gruppi per proporli in progetti musicali di sua creazione, con l’intenzione di esaltarne le doti tecniche e le abilità. Questa volta a passare dai fornelli della label parenopea tocca a Erik Kraemer, cantante finlandese di belle promesse, che viene affidato ad un produttore affermato come Alessandro Del Vecchio il quale, alla stregua di uno chef di alta scuola, aggiunge come ingredienti dei musicisti di esperienza, spezia con un songwriting che si adatta alle qualità vocali, fa marinare il tutto in un hard rock melodico per dare quel sapore anni ottanta. Infine si procede con la cottura in fase di produzione: ed eccoci così sul piatto “All The Way“!

Deliri culinari a parte, il cantante finlandese, già distintosi con i progster Simulacrum ed i Timo Tolkki Avalon dell’ex chitarrista degli Stratovarius, si cimenta ora in questa opera solista con a disposizione Andrea Seveso (Inner Stream, Robin McAuley) alle chitarre, Michele Sanna (Brother Against Brother, Coma, Sunstorm) alla batteria ed il già citato Alessandro Del Vecchio nel multiplo ruolo di bassista, tastierista e produttore oltre che ad occuparsi della composizione dei brani assieme a Marco Sivo, Pete Alpenborg (ex Arctic Rain), Kristian Fyhr (Seventh Crystal), Jan Akesson (Infinite & Divine), Ulrick Lönnqvist, Fabio Dessi e Carmine Martone.

All The Way” è un album di hard rock melodico di scuola scandinava concepito per la voce di Erik Kraemer come viene subito messo in chiaro già dall’accoppiata d’apertura “Moment For Me” e la title track “All The Way“. Due pezzi che denotano un certo sprint, con la voce di Kraemer che si mette subito in mostra nel ruolo di protagonista, sfoggiando una buona prestazione che va a braccetto con le sonorità vicine agli eighties proposte in questo lavoro. “The King Will Come“, vuoi forse per via del titolo, da l’impressione, specie nel ritornello, di strizzare un po’ l’occhio ad un certo epic/power senza mai comunque perdere di vista la rotta del melodic hard rock, mentre con la successiva “Eat Your Heart Out” si compie una sterzata verso un heavy metal più tradizionale grazie soprattutto ai riff di chitarra corposi ed una sezione ritmica di spessore.

Tonight” ritorna su territori più hard rock/AOR con le chitarre supportate da un tappeto di tastiere, un brano tutto sommato ascoltabile ma che non brilla particolarmente. “Take Me Back To” mantiene la rotta melodica con atmosfere soffuse di matrice AOR e la voce di Kraemer alle prese con strofe voce/tastiere fino all’inserirsi degli altri strumenti. Si fa notare un gradevole assolo ad opera di Andrea Saveso.
How Can I Survive” è una ballad che si apre con una curiosa base di drum machine ad accompagnare un pianoforte il quale si erge a protagonista al pari degli altri strumenti: alla fine un brano abbastanza standard e ben inquadrato negli schemi del genere proposto.
Le atmosfere anni 80 sono fortemente presenti anche su “Cold Spell”, altro pezzo sul melodic-hard con chitarre comunque corpose ed ancora una buona prestazione ad opera del cantante scandinavo. Va detto che pur trattandosi di un lavoro all’insegna di un hard rock melodico i pezzi, più o meno, mantengono comunque un certo brio, il che rende questo prodotto molto scorrevole senza andare ad impantanarsi in soluzioni troppo melense che alla lunga potrebbero causare qualche sbadiglio.

Continuando lungo l’ascolto troviamo “Loving A Stranger” che con il suo andamento dinamico e le armonie di facile presa si rivela come uno degli episodi più interessanti di questo lavoro assieme a “I’m In Love Again”, quest’ultima tendente più al melodico, con Kraemer che si mette di nuovo in bella mostra supportato da riff e assoli di chitarra godibili, una sezione ritmica precisa ma mai invadente e tastiere che trasmettono il giusto pathos, il tutto ben valorizzato da una produzione nitida e pulita.
In conclusione “Forever“, un’altra ballad che si fa notare per lo più per la buona prestazione del solito Erik Kraemer che per altro, con cui la band si congeda.

Un debutto che tutto sommato raggiunge una abbondante sufficienza: con un cantante che non tradisce le attese e dei musicisti che svolgono con professionalità il compito assegnatogli. Un prodotto che essenzialmente non dice niente di nuovo ma riesce a scorrere via senza fatica, sicuramente indirizzato ad una parte di pubblico interessata alle sonorità più soft ed orecchiabili del panorama rock.
In buona sostanza “All The Way” più che ad un ricercatissimo piatto gourmet, assomiglia ad una pietanza con un sapore già sentito altre volte, ma che almeno lascia un buon gusto in bocca e risulta facile da digerire.

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