Recensione: And Everything Slips Away

Di Daniele D'Adamo - 12 Marzo 2012 - 0:00
And Everything Slips Away
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Anno: 2012
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78

Secondo full-length per i torinesi Living Corpse, la cui carriera ha ormai passato i due lustri di durata essendo iniziata nel 2000. Dopo “Metaphysical Collapse”, del 2009, è giunto pertanto il momento di “And Everything Slips Away”; prodotto, missato e masterizzato da Ettore Rigotti (Disarmonia Mundi, Blood Stain Child, Slowmotion Apocalypse) presso i The Metal House studio di Torino. A completamento di un confezionamento totalmente professionale dell’album, l’artwork è stato affidato all’inglese Jon Barmby.   

E, con il termine ‘confezionamento’, si deve intendere anche la musica, davvero esplosiva e brillante, figlia di un processo produttivo evidentemente maturo e consolidato nei vari passaggi. “And Everything Slips Away” suona fresco, moderno e accattivante; travolgendo le membrane timpaniche con la sua potenza cristallina e il suo incedere dinamico.

I Living Corpse fanno metalcore, anzi ‘melodic metalcore’ ma, al contrario di formazioni come i giapponesi Blood Stain Child – giusto per non fare un nome a caso – , tenendo ben fermi i capisaldi del metal. Nonostante le contaminazioni elettroniche di cui è pregno, “And Everything Slips Away” è un dannato album di metallo pesante, contenente al suo interno sia le più moderne novità in materia, sia i ricordi di trent’anni e passa di musica estrema. Le harsh vocals e il growling del duo Lore/Erik, assieme alle accordature ribassate delle chitarre di Manu ed Eric, timbrano a fuoco un sound perfettamente bilanciato fra veemenza e melodiosità; generando così un buon esempio di ruffianeria, intesa però nella migliore accezione del termine. Va bene cioè strizzare l’occhio alla marea di teenager che ingurgitano Bring Me The Horizon e compagnia cantante come se fossero caramelle, ma va anche bene non dimenticare che il metalcore, quello buono, spacca la schiena in due, comunque. E, in ciò, i Nostri non si dimostrano secondi a nessuno, spiazzando a volte chi ascolta con dei breakdown dalla potenza travolgente. Del resto Mauro (basso) e Marco (batteria) si mostrano totalmente indaffarati non tanto a metter giù ritmiche ricche d’orpelli, quanto a far più male possibile senza esagerare in termini di velocità; con che inspessendo ben bene il suono del combo piemontese anziché complicarlo e/o frammentarlo eccessivamente. Parallelamente alla parte eminentemente dura dei Living Corpse, e qui è insita la loro peculiarità, vive di luce propria anche quella più dolce e romantica. Gli stessi Manu e Mauro, infatti, si occupano delle tastiere, cucendo melodie sempre interessanti e, a volte, davvero coinvolgenti.  

Di tutto quanto sopra ne beneficia il songwriting che, grazie alla versatilità di Lore e soci, riesce a svilupparsi con coerenza e continuità potendo, meglio ancora, azzardare soluzioni variegate e a volte desuete come accade nell’opener “Human Conception”, il cui coro può ricordare, ai più attempati, quello dai famosissimi toni scolareschi di “Another Brick In The Wall” dei Pink Floid. Oppure come nella successiva “Smile To The Victory”, in cui fa capolino una sognante voce femminile per un’aria, quasi, da new age; senza dimenticarsi del ritornello, talmente trascinante da levare la pelle. Per esser chiari, occorre dunque rimarcare che i due brani iniziali non sono un fuoco di paglia: seppur, forse, non ci sia il capolavoro, tutti i pezzi di “And Everything Slips Away” sono piacevoli, interessanti, con una spiccata attitudine a invogliare più e più ascolti. Il che equivale ad affermare che l’obiettivo primigenio, cioè evitare la noia, è stato centrato. Per non far torto a nessun brano del platter si possono ancora citare il devastante vigore di “The Light Of The Answers”, le delicate armonie di “Across The Sea Of Desperation”, la frenetica hit “Now Rise The Fuck Up” e i due stupendi strumentali: “Nothing” e “ΛX”.  

Prova ben più che discreta, allora, per i Living Corpse e il loro “And Everything Slips Away”. L’originalità della proposta non è il massimo, tuttavia l’innegabile talento compositivo della band sopperisce a questa mancanza grazie alla messa a giorno d’idee sempre fresche, stimolanti e, a volte, ricche d’inventiva.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Human Conception 3:16     
2. Smile To The Victory 3:25     
3. Run Away 3:24     
4. Set Me Free 4:15     
5. The Light Of The Answers 3:09     
6. Across The Sea Of Desperation 4:05     
7. Nothing 1:56     
8. How The Hell Are You Gonna Pay Your Dues 3:01     
9. Now Rise The Fuck Up 3:19     
10. Forgetting 4:17     
11. ΛX 2:54                    

Durata 37 min.

Formazione:
Lore – Voce
Erik – Voce
Manu – Chitarra, tastiere
Eric – Chitarra
Mauro – Basso, tastiere
Marco – Batteria
 

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