Recensione: Annihilation

Di Matteo Bovio - 15 Maggio 2002 - 0:00
Annihilation
Band: Rebaelliun
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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85

Ammesso e non concesso che il Death metal stia morendo, lo sta facendo con grande dignità!!! Non ho parole per descrivere i progressi di questo gruppo di origine brasiliana, che dall’esordio sino ad oggi ha percorso una strada marchiata dall’intransigenza più pura e che li sta consacrando pian piano a re incontrastati del genere. Non sto assolutamente esagerando: i Rebaelliun sono uno dei pochissimi gruppi che possa tutt’oggi competere con nomi del calibro di Morbid Angel, Sinister o Malevolent Creation, giusto per citarne tre a caso.

Annihilation è per l’appunto l’ennesima dimostrazione di qualità e di passione, che giunge a ben poca distanza dalla precedente release “Bringer Of War”. La title track, posizionata nell’immediata apertura, ci mostra ampiamente cosa vuol dire suonare Brutal Death in maniera seria: breve intro che lascia immediatamente spazio ad un riff che si può definire solo come killer. Gli ingredienti poi sono classici che più classici non si può: blast beats al limite della possibilità umana (non posso non citare l’immenso batterista Sandro Moreira…), growls animaleschi e tutta la violenza che un quartetto con in mano degli strumenti può sprigionare.

Nel loro suono mi pare siano ancora presenti forte influenze dei sopra citati Morbid Angel, ma suonando un simile genere essere del tutto originali è oggi obiettivamente impossibile. E’ d’altronde vero che i Rebaelliun riescono in molte parti a trovare delle soluzioni che nella loro semplicità sanno ancora stupire. E’ proprio questa caratteristica a far di loro un gruppo “diverso”, ossia un gruppo di qualità in mezzo a tanto opprimente grigiume. Insomma, “Annihilation” è un Cd che si può etichettare senza tanti problemi come superlativo, un album sul quale le discussioni valgono ben poco perchè, piaccia o meno, è spettacolare.

Anche nella registrazione si trovano elementi molto interessanti, come ad esempio il suono delle chitarre che, evidenziato anche dal riffing, assume spesso toni quasi isterici. L’equilibrio tra pulizia e pesantezza è quasi impeccabile, e lascia modo di definire ogni singolo riff anche nelle parti più tirate. Insomma, un altro elemento a favore della band. Ma il vero motivo per cui credo che questo gruppo vada supportato alla grande è che la loro proposta è effettivamente, almeno in questo ambito, la più valida del momento. Forse l’unica che, senza bisogno di dichiarazioni da esaltati (ogni riferimento ai Krisiun è puramente voluto…) o campagne pubblicitarie che partono 1 anno prima della pubblicazione degli album, abbia saputo emergere e farsi una solida reputazione. E se avete dei dubbi sulla validità della loro fama, non vi resta che comprarvi questo gigantesco album ed ascoltare.
Matteo Bovio

Tracklist
01. Annihilation
02. Rebellious Vengeance
03. Steel Siege
04. Red Spikes
05. Unleash The Fire
06. Unborn Consecration
07. God Of The Burned Land
08. Bringer Of War
09. Defying The Plague

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