Recensione: Another Kind Of Evil
Tanto coraggio, da parte dei bergamaschi Nemesis Inferi. Sì, perché dopo aver dato alle stampe con l’etichetta Northern Darkness Rec. il tanto sospirato, primo full-length (“Sins Of Eden”, 1999), si son poi ritrovati con le classiche «braghe di tela» a seguito del fallimento della label medesima. Passato quindi un periodo di stasi per leccarsi le ferite – “Sins Of Eden” ebbe peraltro un buon riscontro da parte di pubblico e critica – , nel 2007 il gruppo ha ripreso l’attività con l’autoproduzione di due singoli (“Reborn Of Fire”, 2007 e “Somewhere in Darkness”, 2009) e di un nuovo platter, Another Kind of Evil, uscito nel giugno dell’anno scorso.
Come autoproduzione, il prodotto complessivo è più che sufficiente allo scopo (farsi nuovamente conoscere in giro e quindi, magari, firmare un nuovo contratto discografico): ben curato l’artwork, originale la copertina, ordinato e pulito il suono. Questi, invero, non è particolarmente potente e mina un po’ il potenziale dei Nostri, che dimostrano comunque una padronanza adeguata della strumentazione e del missaggio (per opera di Dario Ravelli, responsabile anche della registrazione e della masterizzazione presso i Suonovivo Studios), poiché non ci sono sovrapposizioni fra le varie componenti del sound.
La musica del quartetto è basata sul più classico symphonic; nella formula – non ridondante o esageratamente barocca – risolta principalmente con l’utilizzo delle tastiere. Il lavoro di Pier, infatti, è corposo e funge da vero e proprio palo di sostegno per il groove, piuttosto che rifinire lo stesso a margine degli altri strumenti.
Nonostante il genere di appartenenza, il mood del disco non è triste e malinconico come spesso accade. Anzi, le composizioni sono tutte melodiche con un risvolto armonico improntato su uno stato d’animo che raramente riconduce al nero. Con ciò, pur non arrivando all’allegria tipica del power, la proposta risulta discretamente originale. Insomma, l’ascolto di Another Kind of Evil – nonostante il titolo – è piacevole e non troppo impegnativo, intendendo esprimere con quest’ultima espressione una nota positiva. Complicando il rigo musicale, nei fatti, non sempre si produce un risultato soddisfacente.
La chitarra di Beppe si aggrega senza infamia né lode alla tessitura delle tastiere, svolgendo in ogni caso il proprio compito con profitto. A proposito di Beppe, non convince appieno, almeno per chi scrive, la prestazione vocale; forse un po’ forzata e poco personale. Azzeccate, per coerenza con il contesto, le parti in clean di Jo D’Oscini (Soul Of Dying); mentre si rivela inaspettatamente proficuo il contributo della lead guitar di Fuzzy (Amon). Stile classico, gran gusto e «altoparlanti bucati»! D’esperienza la sezione ritmica tenuta da Riccardo e Salvi, che non perde mai un colpo. Né nei momenti cadenzati (Northern Heart) né in quelli di rabbia (L.I.T.E.) né tantomeno in quelli più ariosi (Another Kind of Evil).
Si è già accennato alla gradevolezza delle canzoni, fatto, questo, che si ribadisce con piacere perché il songwriting è fresco e vario. Segno di passione, voglia e capacità da parte del gruppo. È chiaro che non tutti gli episodi che formano il CD sono memorabili, tuttavia c’è una certa continuità e consistenza. Non ci sono, cioè, clamorosi cali di tensione.
Questo fatto, assieme al citato contrasto «genere/mood», porta a un giudizio complessivamente positivo. Il symphonic è un sottogenere black assai inflazionato dalla miriade di proposte provenienti da ogni angolo del Mondo. Ciononostante, i Nemesis Inferi sono riusciti – con determinazione e fantasia – a ritagliarsi il loro piccolo spazio senza andare a incastrarsi in questioni astruse.
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Track-list:
1. The Grave Song 2:47
2. Raise The Stake 3:46
3. Soul Of Dying 4:38
4. Waiting For My Funeral 4:46
5. Amon 5:10
6. Bloodland 2 3:43
7. Northern Heart 3:45
8. L.I.T.E. 2:11
9. Forsaken 4:28
10. Another Kind Of Evil 5:34
Line-up:
Beppe – Vocals & Guitars
Pier – Keyboards
Riccardo – Bass
Salvi – Drums
Fuzzy – Lead Guitar
Jo D’Oscini – Clear Vocals
