Recensione: Ansia

Di Giorgio Vicentini - 2 Settembre 2005 - 0:00
Ansia
Band: Tundra
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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76

Tempo fa lessi commenti esteri un po’ supponenti e generici sulla scena black italiana, etichettata come derivativa e poco significativa. In barba a quelle parole, sfodero “con fare di sfida” i romani Tundra, dimostrazione tangibile che l’Italia può essere pizza, mandolino, mamma e Darkthrone’s black metal (non che sia la prima e spero nemmeno l’ultima volta che ciò si verifica).

Il 2005 è l’anno d’esordio su full lenght d’una formazione nata nel 2002 dalle forze di personaggi già avviati musicalmente (Pesten ex VII Arcano), autrice di un MCD nel 2003 intitolato In Cold Dimness e di un four way split nel 2004 in combutta con The Krushers, Abgott e Blasphemophagher.

Ansia è sintesi efficace dei dettami impartiti dalla coppia Fenriz – Nocturno Culto, è masticare ed ingoiare chiodi arrugginiti, è il trionfo dell’old style più cieco ed ancorato con le unghie ai suoi valori, alcune volte semplice posa furbesca, ma nella fattispecie espressione musicale sincera di un modo schietto di intendere il metallo nero: senza filtri. 

Apre “Sfogo“, zuccherino avvelenato e quindi delizioso, che saprà ingolosire gli amanti del raw black crudo, impressionando per l’immediato senso di freddo metallico delle chitarre, accoppiate alla perfezione con i vocalizzi stridenti dell’infernale Barbarud Hrom, guest di lusso ed in tempi non sospetti screamer della cult band ceca Maniac Butcher
Più che eccellente la successiva doppietta “Toward The Oniric Fields” e “Morbid Hallucinations“, la prima tagliente e freddissima, la seconda disgustosa e corrotta nel break “thrasheggiante”. Trovano spazio nel contesto anche brani quali “As Cerbero“, “Poisoned Mind“, dai riff iniziali evocativi, richiamo ad una tradizione nordica di primo livello, nonché espressione di malattia e sofferenza. Ansia ha tutto il campionario richiesto nel black metal di siffatta forgia: è veloce, bastardo, abrasivo e capace di prendere ritmo accelerando in corsa come nel brano “Inner Helvete“, carico di un’atmosfera rude a tratti spaventosa (leggasi “Enter The World From The Path Below” intro dal crescendo angoscioso).

Mi sbilancio dicendo: chi ha goduto come il presente dei servigi d’un disco unico per il nostro panorama qual’è Onori Funebri Rituali dei Tenebra in Perpetuum, converrà che anche Ansia potrebbe affiancarsi ad esso senza sfigurare: uno dei migliori e più riusciti esempi recenti di citazione degli insuperabili nomi storici del black raggelante.

Dedico Ansia a tutti coloro i quali pensano che il black metal italico sia uno scartino e a quelli che credono che Spite Extreme Wing, Forgotten Tomb e Beatrik siano gli unici nomi seguire; per quanto validi o eccezionali, sono soltanto la buccia più “nota” di un movimento underground nazionale in grande spolvero. 

Tracklist:
01. Enter The World From The Path Below
02. Sfogo
03. Toward The Oniric Fields
04. Morbid Hallucinations
05. As Cerbero
06. Demons Of The Inner Self
07. Poisoned Mind
08. Inner Helvete
09. Co Dobre Pro Mne, Dobrym Jest (Maniac Butcher’s cove)

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