Recensione: As Rapture Comes

Di Alberto Fittarelli - 7 Ottobre 2006 - 0:00
As Rapture Comes
Band: Grave
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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80

In un periodo di rinascite death metal potevamo solo
aspettarci la stessa mossa dagli svedesi Grave, che da quando sono ritornati a
tempo pieno sulla scena metal non hanno mai saputo convincere al 100%. Ce
l’hanno fatta? Assolutamente sì.

As Rapture Comes è infatti l’album
swedish death che tutti i fan del genere stavano aspettando: una forza e
un’ispirazione addirittura più grandi del previsto, una modernità di suono
– chiaro, sempre in riferimento ai sacri canoni dettati nei primi anni ’90
– che porta nel terzo millennio le loro composizioni e questo genere, ormai
velato di polvere e a stento riportato alla ribalta dai pur ottimi ultimi Dismember.
E se qualcuno si allontana da questo sound (chi ha detto Entombed?), e
qualcun altro fa perdere temporaneamente le proprie tracce (Unleashed,
tornati però ora con un grandissimo Midvinterblot), non resta che
la band di Visby a demolire tutti i dubbi che i nostalgici portano con sé
insieme al chiodo zeppo di toppe d’epoca.

Solo un attacco come quello di Burn varrebbe
l’acquisto del disco, ma è il lavoro nel complesso a catturare
l’ascoltatore nel proprio groove, grazie ai giusti suoni ed a riff
azzeccatissimi, con Unholy Terror sugli scudi. Ottima la prova di tutti i
componenti, splendidamente incastonata da una produzione perfetta per il genere,
col classico suono di chitarre aggiornato al 2006 e le vocals di Ola Lindgren
assolutamente ispirate e carismatiche. Dal vivo questi pezzi sono sicuro che
renderanno al 200%: l’headbanging sembra quasi una conseguenza naturale dei
tempi di batteria come dei pesantissimi riff che compongono il disco. E se è
facile cadere nel luogo comune, recensendo un genere che ha avuto in passato i
suoi dischi migliori, forse possiamo auspicare che questo luogo comune
significhi anche un ritorno a quella qualità: una qualità che da troppo tempo
lo swedish death più autentico intravedeva soltanto. Da qui è derivato tutto
(o quasi), e i Grave vogliono ricordarcelo. Per la prima volta con pieno
successo, e passando persino per una stranissima cover, quella Them Bones
degli… Alice In Chains (?!), tramutata in una canzone Grave in
tutto e per tutto.

Un disco che può quindi tramutarsi in
portabandiera, insieme all’ultimo Dismember, di un ritorno nostalgico, ma non
triste, di queste sonorità: chi ha detto che con gli anni si perde vivacità?
Quest’album fa male, molto male, e le parole non contano molto, in fin dei
conti: compratelo e godetevelo fino in fondo.

Alberto
‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. Intro – Day Of Reckoning 00:49
2. Burn 06:24
3. Through Eternity 03:45
4. By Demons Bred 04:16
5. Living The Dead Behind 06:26
6. Unholy Terror 03:44
7. Battle Of Eden 03:38
8. Epic Obliteration 04:02
9. Them Bones (Alice In Chains cover) 02:32
10. As Rapture Comes 05:34

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