Recensione: Awakening Of The Abyss

Di Matteo Bovio - 28 Giugno 2004 - 0:00
Awakening Of The Abyss
Band: Exsecrator
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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68

Dati monicker, titolo e copertina, erano due le ipotesi più probabili sullo stile del gruppo; le prime note subito indirizzano verso una di queste, un buon Brutal in stile classico, rozzo quel tanto che basta per farsi accogliere dal sottoscritto con estremo piacere. In particolare è apprezzabile l’intransigenza su cui il gruppo costruisce le quattro tracce che formano questo lavoro; una continua spinta verso l’estremo che non li porta però a mettere assieme un pastone indistinto di note. Al contrario, la band si muove in modo da creare strutture ben distinguibili e canzoni con un capo e una coda; scavalca dunque uno dei problemi radicali di molte band Brutal.

Molto massiccio il riffing di chitarra, che predilige l’uso di corde aperte ai rimarcamenti dei palm-muting. I virtuosismi sono tenuti bene alla larga, e con pochi mezzi essenziali gli Exsecrator riescono comunque a mettere in piedi qualcosa di appetibile. In particolare è ben riuscita “Desecrated Catacomb“, che trova in un rallentamento molto semplice uno dei suoi punti di forza. Al contrario, la successiva “Devour My Soul“, seppur breve, è forse la canzone nella quale meglio emergono i nei di questa produzioene

Innanzitutto devo segnalare una certa imprecisione delle parti di batteria. La registrazione (che, per inciso, è più che buona) lascia molto spazio al drumming, soprattutto per un volume della cassa quasi eccessivo, ed è dunque impossibile non accorgersi di certe pecche. E poi, più in generale, ogni tanto il gruppo incespica sui cambi, e in questo genere la coesione è un aspetto fondamentale. Rimanendo a livello tecnico è invece più che discreta la prova alla voce di Gian, che ha prediletto il timbro ultra-gutturale alla potenza; scelta che in sè non sarebbe positiva (nè negativa), ma che lo diventa vista l’ottima realizzazione.

Insomma, il gruppo mette in campo ottime idee; oltre alla già citata Desecrated Catacomb vale la pena anche di fermarsi sulla chiusura del Cd con la fine di “…And Darkness On His Face“, e anche sulle strutture abbastanza ricercate dell’introduttiva “Christian Agony“. Il demo, se ascoltato con la dovuta pazienza, regala diversi spunti che non possono passare inosservati. Certo, sotto il profilo tecnico secondo me il gruppo deve ancora darsi una limatina prima di fare il grande salto; ma voglio sottolineare come certe volte, quando si è a livello di demo, possono anche intervenire spiacevoli episodi in studio (come era successo nel caso degli Abiura) che offuscano le effettive capacità della band. Quindi su questo punto il mio giudizio è solo parziale. Vi invito a non badare troppo al voto e a fare un pensierino su questo interessante Awakening Of The Abyss.
Matteo Bovio

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