Recensione: Bible Of The Beast

Di Roberto Gallerani - 26 Maggio 2009 - 0:00
Bible Of The Beast
Band: Powerwolf
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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78

Bravi questi Powerwolf! La band di licantropi è infatti riuscita nella splendida impresa di crescere di disco in disco, partendo da un classico heavy metal, fino ad arrivare con questo Bible Of The Beast a un power metal personale, infarcito di cori e organi che fanno tanto “Transilvania”. E il risultato finale è quello di un album sorprendente per melodie, potenza e cura negli arrangiamenti; i brani presenti in questo lavoro scorrono via che è un piacere, catturano l’attenzione, si fanno apprezzare maggiormente per numerose sfumature che solo con molti ascolti possono essere colte e gustate in pieno. Insieme a questi perfezionismi troviamo una immediatezza nei chorus che permette di assimilare velocemente l’album, senza che questo sia poco longevo grazie appunto alla estrema cura degli arrangiamenti e di numerose finezze.

È chiaro quindi che, se a prima vista i Powerwolf possono sembrare una semplice metal band, in realtà nell’ascolto del loro ultimo lavoro si può scoprire una band che ha parecchie frecce in suo possesso e che le sa sfruttare nel modo migliore. Solita precisazione: di innovazione neanche l’ombra, quindi per chi cerca nuove soluzioni può tranquillamente girare alla larga; ma chi ha voglia di assaporare un album caratterizzato da bellissimi riff di chitarra e da chorus da stadio da cantare a squarciagola, allora che si abbandoni a questo Bible Of The Beast.
Va inoltre precisato come il punto di forza del songwriting di questo gruppo risieda nella compattezza e nella quadratura dei brani, evitando inutili virtuosismi; la voce, per esempio, non eccelle in termini di estensione, ma il suo timbro oscuro è perfetto per le ambientazioni dei nostri. Stesso discorso può essere fatto per la parte strumentale, nonostante comunque vi siano assoli veloci e di notevole fattura.

Dopo l’intro orchestrale dalle forti tinte oscure/horror, i Powerwolf si scatenano subito con Raise Your Fist, Evangelist, dove la potenza del pre chorus viene messa subito in apertura del brano, mentre il chorus vero e proprio si alza imponente, con organi a fare da contorno a una sezione ritmica cadenzata che ritorna subito heavy nella strofa. Moscow After Dark è uno dei brani più oscuri dell’intero album, affascinante, difficile da descrivere a causa di strofa/ritornello che si mescolano insieme durante tutta la sua durata; un brano che di snoda su coordinate heavy metal, per poi accelerare nel bridge, mettendo in mostra un songwriting fresco ed ispirato.
Nonostante la partenza horrorifica, Panic In The Pentagram si mostra un brano avvincente ed entusiasmante, un mix di riff di chitarra vicino a quanto insegnato da Kai Hansen con i suoi Gamma Ray (Send Me A Sign) e di melodie vocali hard rock; l’assolo, in pieno stile power teutonico, conferisce a questo brano lo scettro di migliore di tutto l’album, impossibile non farsi coinvolgere!
Così come trascinanti sono la veloce Catholic In The Morning… Satanist At Night, con i bellissimi contro cori e le accelerazioni improvvise alternate a fraseggi di organo, e la successiva ed oscura (ma happy allo stesso tempo grazie alla sua vena power) Seven Deadly Saints.
Werewolves Of Armenia
si presenta come un brano più debole rispetto ai precedenti anche se è innegabile la bellezza delle melodie vocali del chorus; altro piccolo calo qualitativo lo si può ritrovare nella power oriented We Take The Church By Storm, canonica quanto basta.
Nonostante questi cali, Resurrection By Erection è un altro di quei brani per cui vale la pena l’acquisto di quest’album, grazie a sfumature rock che si mescolano con l’horror power dei nostri.

In definitiva è un piacere constatare la continua e costante crescita qualitativa dei Powerwolf, una crescita che sembra non aver fine; quest’ultimo Bible Of The Beast mostra tutta la bravura di questa band nel riuscire a scrivere brani che funzionano a meraviglia senza il bisogno di scomodare inutili forzature quali possono essere virtuosismi fini a se stessi.
Apprezzabile davvero la loro definitiva svolta verso un power discretamente pomposo e infarcito da melodie di facile presa e di chorus da stadio, il tutto mescolato sapientemente con le loro immancabili atmosfere cupe.
Un album genuino, di una band che da cosa vuol dire suonare metal! C’è forse bisogno di aggiungere altro?!

Roberto “Van Helsing” Gallerani

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Tracklist:
1. Opening: Prelude To Purgatory
2. Raise Your Fist, Evangelist
3. Moscow After Dark
4. Panic In The Pentagram
5. Catholic In The Morning… Satanist At Night
6. Seven Deadly Saints
7. Werewolves Of Armenia
8. We Take The Church By Storm
9. Resurrection By Erection
10. Midnight Messiah
11. St. Satan’s Day
12. Wolves Against The World

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