Recensione: Black Reflex

Di Stefano Ricetti - 31 Agosto 2021 - 12:39
Black Reflex
Band: Black Reflex
Etichetta: Andromeda Relix
Genere: Heavy 
Anno: 2021
Nazione:
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72

Cosa si intende oggi, per heavy metal “classico”?

Sino a qualche decennio fa la risposta era scontata: Saxon, Judas Priest, Tyrant, Accept, Running Wild, Motörhead, Vicious Rumors, Anvil e, per quanto afferente il ramo epico, Manowar, Virgin Steele, Cirith Ungol, Medieval Steel, Omen. Ovviamente per massimizzare.

I Black Reflex, all’esordio per Andromeda Relix, definiscono il loro suono:

“Una sintesi di heavy metal classico e moderno, con sciabolate di chitarre e una ritmica potente, influenzato da Iron Maiden, Anthrax, In Flames, Savatage… ”.

Dopo essersi passati più e più volte le nove tracce presenti dentro “Black Reflex” si consolida l’idea che pure altre band, nel 2021, possono probabilmente definirsi come classiche. Nella fattispecie In Flames, formatisi nel 1990 e Nevermore, attivi dal 1992. Oltre ai Jag Panzer, annoverabili fra le orde di cui sopra.

La miscela del combo vicentino, realtà tangibile dal 2018, si rivela infatti un mix fra le sonorità anni Ottanta tradizionali e quello che dovrebbe essere l’heavy metal traslato nel 2021, sia a livello di produzione che di “botta” e impatto alle casse. Nonostante la giovane età di questa nuova proposta made in Italy (soli tre anni di vita), scorrendo le note si scopre che al proprio interno covano vecchie volpi dell’HM di casa nostra: su tutti il bombardiere Giovanni Angiolin (ex H.Kristal, Arthur Falcone e Xipe), poi il chitarrista Davide ‘lan’ Valle (ex X-Hero, Crisalide) e il chitarrista Diego Trestin (ex Crisalide). A completare la formazione vi sono il bassista Alessandro Pereni (Kross of Kaoss) e la cantante Francesca Battistini (già collaboratrice dei White Skull).

Una line-up dall’animo variegato, quindi, che non può che proporre una cifra stilistica dalle diverse sfaccettature, pur rimanendo nel solco dell’ortodossia, benché aggiornata allo scorrere del tempo. Le mazzate a destra e manca vengono veicolate da pezzi quali “Rising Force” e “More Than a Hero”. La pesantezza su “The Fierce” e “You Know the Name” mentre “The Real Liar” dà spazio alla componente ariosa a disposizione dell’arsenale di Angiolin & Co.

Citazione a parte per “If You Love Me Demon”, il lento del lotto che, posto in chiusura, permette alla cantante Francesca Battistini di dimostrare quanto valga, per una volta senza dover “tirare”, così come alla band di saper scrivere un gran pezzo d’atmosfera, ideale dopo tanto Metallo profuso. Per lo scriba l’highlight del Cd, che si accompagna a un libretto di sedici pagine con tutti i testi e un paio di belle foto sul finale.

Niente male come debutto, sarà il tempo e le prossime prove a decretare il passaggio dei Black Reflex al piano superiore, dal momento che i presupposti vi sono tutti, in maniera evidente.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

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