Recensione: Black Wings

Di Abbadon - 14 Gennaio 2004 - 0:00
Black Wings
Band: Wolf
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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70

Per questa band svedese la critica si è spaccata in due. Infatti i Wolf, dopo il loro omonimo album d’esordio (uscito nel 2000) aprirono due vie agli addetti ai lavori : una prima li vedeva semplicemente come una delle tante band cloni di Iron Maiden (soprattutto) e Nwobhm in generale (anche se, va specificato, vennero ritenuti, per quanto cloni, tra i migliori delle nuove leve), la seconda invece li catalogava come una delle maggiori promesse del metallo scandinavo, ben più noto per la musica estrema che per l’heavy in senso stretto. Per smentire la prima fascia, dopo 2 anni di lavoro, il combo se ne esce con un sophomore alquanto differente da “Wolf”. Se le ispirazioni new wave of… sono ancora ben udibili, il gruppo la butta su atmosfere molto più oscure e sonorità decisamente più tirate, sulla falsariga di un’altra delle band ispiratrici del combo, i Mercyful Fate (che qui onoreranno con una cover). Il prodotto di questo netto incattivimento, anche di immagine (basti vedere la cover, ad opera dello stesso designer dei Mercyful Tomas Holm) è una musica tiratissima, con riff taglienti e diretti eseguiti dalle tutto sommato buone mani di Johan Bulow e Niklas Olsson (che possono migliorare ancora molto in quanto piuttosto freschi di carriera dietro uno strumento). A completare la ricetta ci si mettono un basso purtroppo abbastanza scarno (anche se le fatiche del bassista Mikael Toding sono coperte per meri motivi tecnici e di sound dal furioso arrembare delle due 6 corde) e una eccellente prova dietro le pelli del batterista Daniel Bergkvist, che davvero di rado sgarra. Un aspetto decisamente negativo è la voce. Salvo pochissimi frangenti infatti, il bel lavoro che fa Olsson con la chitarra lo disfa col canto, questo grazie ad un’ugola molto alta ma anche abbastanza stridula, che rovina parzialmente il suonato (discostandosi molto da esso), un peccato visto che la qualità delle 9 song (lunghe e nel complesso non mal strutturate), come andremo ora a vedere nei circa tre quarti d’ora che ci servono per l’ascolto di questo “Black Wings”. Questo disco maligno incomincia col buon riff introduttivo di “Night Stalker”, track molto veloce e anche sufficentemente ascoltabile. Se facessimo andare la song con un fare molto più lento noteremmo delle influenze di stile maideniano (mantenendo le debite proporzioni), con ovviamente liriche molto più cattive di quelle del combo dello zio Steve. Per il resto si procede molto veloci per quasi 5 minuti tutto sommato lineari (forse l’intro è davvero la parte migliore), si da headbanging ma che non propongono sostanziali innovazioni o voglia di variare. Poca cosa il refrain, cantato tra le altre cose piuttosto male. 4 colpi sulle pelli ci portano ben presto nel mondo della successiva “Demon Bell”, che risulta essere alla prova del nove più bella della sua apripista. Intendiamoci non è niente di trascendentale, ma la base portante è decisamente più convincente, con una scelta azzeccata di riff e scala su cui eseguirlo, riff aiutato molto bene dalla batteria, che conferisce un sound più potente di quello sentito finora. Il pezzo è molto lungo, ma comunque non  noioso, e ci regala anche un pregevole, lungo e aggressivo assolo (basato soprattutto sulla chitarra ritmica con l’insorgere a tratti degli altri strumenti). Terza song e terzo miglioramento consecutivo per “I am the Devil”. L’avvio è decisamente altisonante ed esplosivo, poi una lead guitar protagonista e suonata molto bene, una voce finalmente buona ed in sintonia con gli strumenti e un gran bel ritmo generale fanno di I am the Devil una delle migliori tracce del lotto. Azzeccato anche il cambio di sonorità in occasione dell’assolo. Medesima ricetta per “Venom”, che pur non toccando il livello della precedente rimane su discreti livelli. Il ritmo è più controllato ma non perde di mordente, ancora una volta i giri di chitarra sono taglienti e ben eseguiti, abbiamo però un notevole scadere del vocalist, che al sottoscritto dà piuttosto fastidio (forse più che nelle altre canzoni). Inizio volutamente su sonorità bassissime per “A World Bewitched”, che poi torna ad irrompere spregiudicata negli auricolari, con alti e bassi (che avvengono puntualmente quando la band tenta di strafare). Da un punto di vista tecnico “A World…” sembra la naturale prosecuzione del brano precedente, coi suoi medesimi pregi e difetti (questi ultimi lievemente affievoliti). Non rimane molto altro da dire, quindi passo a “The Curse”, probabilmente il componimento più violento di tutto Black Wings. Da segnalare una batteria più che tonica, che domina a piacere il settore ritmico, visto l’impalpabilità del basso. Per il resto siamo su livelli medi, impreziositi da una buona dose di energia e dal migliore assolo offerto fino ad ora, urlante ma pulito, e molto tecnico. C’è spazio anche per un mid-tempo (incline al rapido, per essere chiari), titolato “Unholy Night”. Sentire un mid tempo dopo 6 song veloci fa il suo effetto, e non sarebbe male in caso di esecuzione strumentale migliore, perché secondo me, a parte l’introduzione, la voce (si stavolta va difesa perché piuttosto evocativa) e qualche passaggio strumentale non ci siamo. Peccato perché con un più attenzione non sarebbe venuta mica male. Puntualmente si torna allo spedito e agli urlacci con la razzente “Genocide”, che assomiglia molto all’opener nell’impostazione, ma rispetto alla quale paga una eccessiva ripetitività delle strofe. Un colpo basso quindi, risollevato in parte dall’ultima song, che non ha bisogno di presentazioni. Trattasi infatti della cover di “A dangerous meeting” dei citati Mercyful Fate. Che dire, l’esecuzione strumentale è davvero eccellente , più sonora dell’originale, forse complice una diversa registrazione, la voce vale meno della metà di quella di King Damond (pur essendo meglio quella di tante tracks precedenti). Il risultato è comunque soddisfacente, e cala il sipario su un disco direi discreto, certo non innovativo o che emerge in maniera esagerata dalla massa (anzi), ma che nel complesso per essere fatto da una band praticamente sconosciuta ai più non è certo da buttare via.

Riccardo “Abbadon” Mezzera

Tracklist :

  1. Night Stalker
  2. Demon Bell
  3. I am the Devil
  4. Venom
  5. A World Bewitched
  6. The Curse
  7. Unholy Night
  8. Genocide
  9. A Dangerous Meeting

 

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