Recensione: Bleeding The New Apocalypse (Cum Victriciis In Manibus Armis)

Di Matteo Concu - 24 Febbraio 2012 - 0:00
Bleeding The New Apocalypse (Cum Victriciis In Manibus Armis)
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Genere:
Anno: 2011
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65

Dopo due anni torna la band di Jörgen Sandström con un nuovo parto discografico (“Bleeding The New Apocalypse (Cum Victriciis In Manibus Armis)”) e con un cambio in line-up, giacché Ruby Roque subentra a Jonna Enckell per quanto riguardo alla voce femminile.

Detto questo, occorre evidenziare che non ci sono stati degli stravolgimenti sostanziali alla proposta del combo svedese: musica divisa in lunghe composizioni. Tutti i brani, infatti, si aggirano sui dieci minuti di durata. Brani dove il death metal di stampo classico si unisce a parti elettroniche e sinfoniche, il tutto condito da tre tipologie di voci: growl cavernoso, growl classico e voce femminile.

“Iesus Nazarenus, Servus Mei” parte subito pesante con un riff death in primo piano. Lo sviluppo del brano mostra tutte le caratteristiche dei The Project Hate MCMXCIX: tutte le voci, mid-tempo granitici e parti elettroniche dove a mio parere la voce femminile riesce a esprimersi al meglio. Essa suona decisamente fuori posto, invece, sotto i riff death, ove non riesce a essere efficace come dovrebbe. Per gusto personale avrei preferito il growling mentre la voce femminile l’avrei lasciata solo alle parentesi elettroniche e sinfoniche, in cui riesce sicuramente a essere più efficace. Il brano è abbastanza strutturato e necessita di vari ascolti per essere assimilato poiché, nel giro di pochi minuti/secondi, si passa da mid-tempo, parti sinfoniche e accelerazioni death.

Le strutture delle canzoni sono abbastanza aperte e i brani si sviluppano con il passare dei minuti, solo che lo stile di “Iesus Nazarenus, Servus Mei” sarà percorso per tutto il disco, dando un senso di déjà vu al tutto. Il CD risulta abbastanza omogeneo, in questo senso, nonostante l’eterogeneità della proposta. E ciò sembra quasi un controsenso. I riff, per esempio, sembrano sempre gli stessi e le trame più interessanti si ritrovano tra le parti elettroniche/sinfoniche con la voce femminile oppure quando la band decide di accelerare. Un esempio: l’inizio di “The Serpent Crowning Ritual”, introdotto da una base elettronica che sfocia in un riffone all’Entombed/Grave, scende tra di noi pronto a distruggere tutto. Peccato che l’ensemble di Örebroa decida di farlo durare poco, lasciando spazio alla voce femminile e riproponendo il medesimo riff a fine brano, dando così un senso di circolarità. Inoltre, dal punto di vista emotivo, c’è da segnalare una freddezza di fondo: Lord K. Philipson e compagni non riescono a esprimere quello che vorrebbero far provare.

Troppo pochi gli episodi da degni di nota segnalare in sessantacinque minuti: “Bleeding The New Apocalypse (Cum Victriciis In Manibus Armis)” scorre benissimo però, dopo numerosi ascolti, lascia veramente poco. Purtroppo.

Matteo “mariottide666” Concu

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Tracce:
1. Iesus Nazarenus, Servus Mei 8:50       
2. They Shall All Be Witnesses 11:57       
3. A Revelation Of Desecrated Heavens 9:05       
4. Summoning Majestic War 12:24       
5. The Serpent Crowning Ritual 10:22       
6. Bring Forth Purgatory 13:05

Durata 65 min.

Formazione:
Jörgen Sandström – Voce
Ruby Roque – Voce
Lord K. Philipson – Chitarra, basso e tastiere
Tobben Gustafsson – Batteria

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