Recensione: Blood and Thunder Live

Di Stefano Ricetti - 4 Agosto 2014 - 0:10
Blood and Thunder Live
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A ‘sto giro gli Oliver Dawson Saxon consegnano alle stampe il terzo live album della Loro carriera, che enumera più dischi dal vivo che non lavori in studio, considerando facente parte pure della famiglia Victim You del 1996, uscito a moniker Son of a Bitch. La differenza fra questo nuovo Blood and Thunder Live e i due precedenti Re://Landed e Rock has Landed It’s Alive risiede più che altro nella line-up. Al posto di John Ward, alla voce, ora c’è Brian Shaughnessy, vecchia conoscenza dell’Acciaio Britannico già con i guerrieri di Barnsley Seventh Son, autori di Dangerous Kiss nel 1987 e del “recente” Spirit World, targato 2009. Alla luce di tutto questo, peccato non aver registrato, da parte del combo degli storici ex Saxon Graham Oliver e Steve Dawson, alcuna testimonianza ufficiale dal vivo con quel killer dietro al microfono di Ted Bullet, ugola d’acciaio dei Thunderhead, presente su Victim You. Ulteriore cambiamento alla batteria, sempre rispetto alle altre uscite on stage: via l’ex Saxon Nigel Durham e dentro Paul Oliver, figlio del chitarrista Graham, così come su Motorbiker del 2012.

Blood & Thunder Live nasce prevalentemente in Germania, patria ormai consolidata della siderurgia più tradizionale, nel 2013 e porta in dote dodici pezzi – intro e assoli esclusi – per buona parte straclassici della discografia dei Saxon, quando sia Dawson che Oliver ne facevano ancora parte. Come accaduto per le uscite precedenti a questa fa sempre un po’ un effetto strano sentire Motorcycle Man e Denim and Leather interpretate da una voce diversa da quella di Biff, canzoni inevitabilmente marchiate a fuoco dal timbro del frontman dei Saxon, nonché pietre miliari dell’HM.

E’ però altrettanto legittimo che gli Oliver Dawson Saxon propongano all’interno della Loro scaletta brani che hanno contribuito a scrivere, molti dei quali non sarebbero mai nati senza l’apporto del duo baffuto più famoso del British HM anni Ottanta. Brian Shaughnessy è singer consumato che interpreta se stesso, anche se va rimarcato che non esistono distanze siderali fra la Sua voce e quella di Peter Byford. L’aggiunta di un po’ di mestiere tipica di un veterano della scena qual è fa il resto. Gli altri Oliver Dawson Saxon costituiscono ormai  una “macchina live” consolidata, con la seconda ascia Haydn Convay sempre al servizio del brano, anche se è doveroso sottolineare l’apporto arrembante del giovane drummer Paul Oliver, “martello” con un futuro assicurato lungo le Vie del Metallo.

Troppo facile bollare Blood & Thunder Live come l’ennesima uscita inutile del combo dello Yorkshire: all’interno dei pezzi tipicamente propri – Past the Point, Whippin’ Boy – i Nostri randellano a dovere secondo i dettami delle leggi dell’Acciaio fatto musica mentre per quanto attiene le canzoni condivise con gli altri Saxon la resa è garantita, al netto di quanto scritto sopra, ed è sempre un bel sentire . Il disco si accompagna a un booklet di dodici pagine con delle ben riuscite foto del gruppo.

Never Surrender!

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

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