Recensione: Blood Of My Enemies

Di Stefano Burini - 6 Agosto 2012 - 0:00
Blood Of My Enemies
Band: Attika 7
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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65

Di Evan Seinfeld abbiamo sentito parlare più o meno tutti, data la poliedricità del personaggio. Musicista, specificatamente bassista e fondatore dei Biohazard, band crossover thrash newyorkese di grande successo nei primi anni ’90, ma anche attore, sia nel circuito “ufficiale” (come ospite fisso della serie TV “Oz” nei panni di un tatuatissimo galeotto) sia in quello a luci rosse, nel quale consacrò, con il nickname di Spyder Jonez, il sodalizio personale e “artistico” con la celeberrima pornostar Tera Patrick.

Oggi, per non farsi mancare nulla, Evan ritorna in pista con un progetto nuovo di zecca chiamato Attika 7 nel quale si dedica alle parti di voce e di chitarra, coadiuvato da Rusty Coones alla chitarra e da Tony Campos (Ministry, Static-X e Prong) al basso, il tutto sotto la direzione del produttore Andrew Mudrock, famoso per le collaborazioni con gruppi come Avenged Sevenfold, Godsmack, Alice Cooper e Linkin Park.

La storia raccontata sul sito ufficiale della band narra che l’idea nacque dalla mente di Rusty Coones, noto costruttore di motociclette partecipante alla serie TV “Sons Of Anarchy”, durante un periodo di detenzione in una prigione federale in cui iniziò la stesura di alcuni pezzi che sarebbero poi finiti su “Blood Of My Enemies”, debutto ufficiale della nuova band.

La musica degli Attika 7 è una sorta di hard rock di impostazione piuttosto classica, ma dalle decise venature groovy: riff elementari, poche variazioni e un guitar work che pesca a piene mani dalla tradizione, sconfinando in più d’un’occasione nell’hard rock dei primi anni ’70. Il cantato sporco e “maleducato” di Evan, a metà strada tra Lemmy, Dave Wyndorf e Zakk Wylde (e con una malcelata propensione allo stile del Philip Anselmo periodo Down), pur non brillando di luce propria, risulta ad ogni modo efficace e appropriato per il genere proposto. I suoni, infine, sono più quelli del groove panteresco e dell’alternative metal degli anni 90/2000 che quelli dello sludge sudista o del doom che paiono fare capolino in presenza di alcuni rallentamenti cupi e“paludosi”.

L’album viaggia tutto sulle stesse coordinate: canzoni brevi, dirette ed infarcite di cliché heavy metal (campane a morto e rombi di motociclette, come nell’opener “Crackerman” o gli onnipresenti testi dallo spirito byker rebel ad opera di Rusty Coones), tutte di un livello medio più che sufficiente ma piuttosto lontane dall’eccellenza.

Dal mucchio emergono l’orecchiabile e sludgy “Devil’s Daughter”, grazie ad uno dei refrain più immediati e BLS-style, “All Or Nothing” per la melodia travolgente e l’indovinatissimo guitar solo, probabilmente il top in scaletta, e “Dying Slowly”, con il suo groove/stoner psichedelico di stretta parentela Monster Magnet.

Tra le altre “Greed And Power” ha un che dei Motorhead, mentre “Lockdown” presenta itmiche granitiche di stampo post thrash ma anche un deciso retrogusto sabbathiano, tanto che persino le vocals strizzano l’occhio al vecchio Ozzy Osbourne. “No Redemption” è una scheggia di groove rock ad alta velocità e senza compromessi e, come prevedibile, né la title track né la successiva “Living In Oppression” puntano in alcun modo a cambiare registro. Chiudono “Hellbound”, di nuovo groove/stoner allucinato, questa volta con qualche accenno di growl, e la conclusiva “War”, debitrice in quanto ad atmosfere ed intrecci vocali degli Alice In Chains.

Gli Attika 7 non inventano, come prevedibile nulla di nuovo ma creano un lavoro godibile e privo di skip track (con esclusione del parlato di “The Hard Cold Truth” posto proprio a metà tracklist, con effetti discutibili sul lato del ritmo), con tre-quattro pezzi di alto livello e i restanti magari un po’ più di maniera ma in ogni caso dignitosi. Le basi ci sono, forse con un po’ di voglia di osare in più, Seinfeld e compagnia potrebbero raggiungere un livello superiore a quello attuale che si attesta sul “side project piacevole ma senza troppe pretese”.

Stefano Burini

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Tracklist

01. Crackerman   04:03

02. Serial Killer   04:11

03. Devil’s Daughter   05:30

04. Greed And Power   03:17

05. All Or Nothing   03:52

06. Lockdown   04:06

07. The Hard Cold Truth   01:24

08. No Redempion   02:58

09. Blood Of My Enemies   04:17

10. Living In Oppression   02:17

11. Dying Slowly   04:01

12. War   05:02

 

Line Up

Evan Seinfeld: Voce e chitarra

Rusty Coones: Chitarra

Tony Campos – Basso

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