Recensione: Carpe Diem

Di Stefano Ricetti - 4 Febbraio 2022 - 0:05
Carpe Diem
Band: Saxon
Etichetta: Silver Lining Music
Genere: Heavy 
Anno: 2022
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
77

In una di quelle riviste che trattavano il solo rock, a cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, lessi che

“L’heavy metal è un’infatuazione adolescenziale. Poi, per fortuna, passa.”

Punti di vista.

Per inciso, su quelle pagine, che al massimo e rarissimamente si spingevano sino agli Aerosmith e i Guns N’ Roses (già annusando il rumore dei nemici, ossia i propri stessi lettori, che avrebbero successivamente, a mo’ di rappresaglia, inondato con lettere di protesta la redazione) all’interno di uno loro special, un articolo che una tantum tracimava dalla loro ferrea linea editoriale, scrissero a chiare lettere “…la potente voce di Bill Byford” inaugurando o perpetuando, de facto, uno degli strafalcioni più frequenti utilizzati nella letteratura hard’n’heavy, al pari di Geoff Burton o Dee Schneider.

Se oggi, nel febbraio 2022, siamo ancora in molti pronti a scapocciare furiosamente sulle note di un disco di heavy fucking metal tradizionale e tradizionalista, il merito va ascritto a band come i Saxon, attivi dalla metà degli anni Settanta.

Poco importa se la parabola generata dall’headbanging denoti molti meno capelli al vento, quando ancora presenti (tralasciamone la pigmentazione) e la curva del benessere abbia da tempo presentato il conto agli occhielli della cintura. Dalla fin troppo semplicistica “Carpe Diem (Seize The Day)” sino ad arrivare a “Living On The Limit” gli Stallions Of The Highway dello Yorkshire sanno risvegliare antichi e animaleschi pruriti che solo loro (con pochi altri) seppero determinare sin dai tempi nei quali videro la luce i formidabili Wheels Of Steel e Strong Arm Of The Law. Sia però ben chiaro: Carpe Diem, il loro ventitreesimo album in carriera, sì risveglia lontane emozioni ma non pretende né possiede le caratteristiche per paragonarsi ai due capolavori sopraccitati.

Al di là di questo mi fanno sorridere quei profeti di sventura che additano i Saxon come pensionabili. Si vadano ad ascoltare con un impianto degno di nota e non con un lettore mp3 trovato nel fustino del detersivo pezzi quali “All For One” e “Remember The Fallen”. Coloro, poi, li hanno mai visti dal vivo? Peter Rodney Byford detto Biff (qui sua intervista) a settant’anni e rotti suonati è tuttora presentabile e canta meglio di decenni fa, quando inanellava una sigaretta dietro l’altra e le sue concessioni al gentil sesso non conoscevano confini. Il resto della band è compatta e non perde un colpo. Ovvio, la mobilità non è più quella degli anni Ottanta ma cosa dire, allora, di Blackie Lawless e Rob Halford? Anche loro e le loro band pronte per la pensione? Non scherziamo, suvvia! Ovvio che arriverà il momento di togliersi dai piedi, ma non è di certo adesso!

Tornando a noi, Carpe Diem è il tipico album fotocopia che i cinque metaller britannici ci propinano dai tempi di Lionheart?

No, non lo è. Carpe Diem possiede un’anima differente.

Funziona col pilota automatico?

A tratti, ma la bellezza di certuni pezzi sovrasta questa sensazione.

Quanta Prussia c’è nel loro suono?

Molta, ma è bilanciata da degli slanci fottutamente british che non si sentivano da tempo. Vedasi alla voce nr. 4 (Dambusters) e nr. 8 (All For One), autentiche sciabolate Nwobhm.

La germanizzazione del sound, poi, costituisce forse sacrilegio? Andrebbero per questo motivo arsi al rogo in pubblica piazza anche gli ultimi Judas Priest?

Direi di no.

I Saxon sono “passati”?

Per niente! Quanti altri album di vecchi leoni dell’acciaio di stampo defender ci hanno fatto sobbalzare sullo scranno negli ultimi anni?

Pochi: i Judas Priest di Firepower e gli Accept di Blood Of The Nations.

Altri? (Ribadisco, da parte di vecchi leoni, come specificato sopra)

Si qualcun altro c’era, ma sempre della serie “bello sì, però…”.

Carpe Diem è quindi un capolavoro?

No. E’ semplicemente un album di heavy fucking metal coatto, vigoroso, suonato con passione, perizia, dedizione e attitudine che non annoia. Senza filler, o quasi (“Lady In Gray” lo è, ma solo per metà).

Supernova” è diretta e massiccia, “Living On The Limit” la loro risposta ai vecchi amici di sempre Motörhead, l’epica è assicurata da “The Pilgrimage”, un brano a metà fra “Crusader” e “Battalions Of Steel”, l’enfasi risiede dentro “Remember The Fallen” e “Age Of Steam” sembra saltata fuori da Solid Ball Of Rock.

Niente di nuovo sul fronte Occidentale, quindi. Semplicemente quello che ci si aspetta dai Sassoni in forma.

Posologia e avvertenze: Carpe Diem abbisogna del tempo necessario per entrare in circolo, una volta assimilato fornisce le dovute soddisfazioni richieste. Astenersi revisionisti, modernisti e in generale tutti quanti si approcciano all’ascolto con la puzza sotto al naso.

L’acciaio, seppur invecchiato, dimora fra questi solchi.

Lunga vita all’acciaio.

Amen.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

Ultimi album di Saxon

Band: Saxon
Genere: Heavy 
Anno: 2023
60
Band: Saxon
Genere: Heavy 
Anno: 2022
77
Band: Saxon
Genere: Heavy 
Anno: 2021
64