Recensione: Contra Christum

Di Daniele D'Adamo - 22 Giugno 2025 - 0:00
Contra Christum
Etichetta: Brutal Records
Genere: Death 
Anno: 2025
Nazione:
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Il metal estremo, quello più underground, si può trovare ormai ovunque, anche nei Paesi che per molto tempo non hanno potuto esprimere le proprie idee liberamente. È il caso dei bielorussi Sodomic Baptism che, con “Contra Christum“, tagliano il traguardo del secondo full-length in carriera. Quest’ultima peraltro piuttosto estesa, essendo iniziata nel 2013.

Malgrado il titolo del lavoro possa indurre a concludere che il genere suonato sia il brutal death metal, in realtà l’act dell’Est europeo percorre i sentieri che portano all’old school, seppure ammodernato per accorpare in sé un pizzico di evoluzione del genere.

Circostanza che si può anche trarre dall’inserimento, riuscito, di inserti ambient che si sovrappongono al massiccio sound elaborato dai Nostri (“Posthumous Rebirth“), generando in tal modo un mood cupo, oscuro, tenebroso (“LCF“). Il quale si lega perfettamente alle tematiche affrontate che, perlomeno a parere dello scriba, sono così trite e ritrite da risultare monotone o, peggio, conformiste invece che il contrario.

Detto ciò, il death metal di “Contra Christum” alla fin fine si rivela essere canalizzato nell’ortodossia del genere, essendo siffatti i dettami che formano l’ossatura di un suono come già affermato massiccio. Ma anche pesante anzi pesantissimo quando i BPM rallentano sino a tremendi mid-tempo che, come un carro armato, sfondano la gabbia toracica togliendo il respiro (“Belial. The Path to Knowledge of the Abyss“). In tali frangenti il rallentamento del ritmo è tale da regalare un retrogusto doom piacevole da assaporare, si fa per dire, in mezzo alla carneficina che si determina quando, invece, si vola alla velocità della luce cavalcando l’onda dei blast-beast (“Bloody Redemption“).

Blast-beast generati da una drum-machine, ben programmata, che non fa rimpiangere più di tanto un batterista umano, poiché i Sodomic Baptism sono un duo formato dai fratelli Tetin: Alex alla voce e Alexis alla chitarra e basso. Nonostante questa limitazione – presumibilmente dovuta a una mancanza di musicisti nella città ove vivono i suddetti, Maladzyechna – il prodotto finale è più che degno nel suo complesso, tanto da essere distribuito ufficialmente grazie al contratto con l’etichetta indipendente americana Brutal Records.

Tornando ai due assatanati, c’è da mettere in evidenza che sanno eseguire il loro compito assai efficacemente. Alex divora le linee vocali con un roco, soffuso growling, che comunque lascia intravedere le parole pronunciate, a volte sovrapposto da furiose harsh vocals. Con un’eccezione imprevista e imprevedibile data la scaletta della tracklist: “The Transcendence of Existence“, eccellente brano che, dopo un incipt aggressivo, lascia alternativamente spazio al death metal per entrare, quasi, in territorio prog rock (sic!). Le clean vocals sono ottimamente intonate, la cui morbidezza si adagia su un arpeggio di chitarra classica dalla melodia che rimanda ad arcani sogni di mondi lontani. Da evidenziare, anche, la bravura di Alexis, instancabile divoratore di riff granitici sui quali, spesso e volentieri, si esibisce in assoli taglienti come la lama di un rasoio.

Quella sopra, una canzone che si lega perfettamente all’intro demoniaco “Antipsalm. Purification Inthrough Antichrist“, chiudendo in tal modo il cerchio che contiene gli otto episodi che compongono il platter. Episodi che, pur essendo coesi alle idee musicali del combo della Regione del Minsk, mostrano picchi e cadute di qualità compositiva. Alcuni, cioè, si appalesano interessanti, piacevoli da ascoltare più volte; altri mostrano una faccia un po’ anonima, priva del quid in più per riuscire a rendere “Contra Christum” un album perfettamente omogeneo nei suoi contenuti eminentemente artistici.

In ogni caso i Sodomic Baptism, pur non inventando nulla, riescono a dare alle stampe un LP più che sufficiente, meritevole di menzione, a uso e consumo, soprattutto, dei fan sfegatati del metallo della morte.

Daniele “dani66” D’Adamo

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