Recensione: Cracking The Sledge
Se si pensa a Vienna soltanto come alla capitale del walzer, allora si sbaglia grossolanamente. In faccia alla geografia e alla storia i Basanos, infatti, sparano la loro devastante miscela di thrash, sludge e southern rock come se al posto dei rigidi inverni mitteleuropei ci fossero le torride estati della Florida.
Nati a fine 2007, dopo il tradizionale demo d’apertura (“Kill The Master”, 2009), i Nostri giungono quasi subito al contratto discografico con la connazionale Noisehead Records per pubblicare l’album d’esordio (“Instincts”, 2010) cui segue, poco più di un anno dopo, “Cracking The Sledge”.
La particolarità del sound proposto dai Basanos non si ferma però ai tre su menzionati generi. Innanzitutto occorre evidenziare che il thrash, l’ingrediente principale, è quello di terza generazione; cioè quello che si definisce post-thrash, groove metal o anche modern thrash metal. Poi, non mancano pizzichi di stoner, hardcore e quindi hard rock; per un composto che si potrebbe definire quasi unico nel suo genere. Per tornare al groove metal, la somiglianza a band quali Ektomorf, tuttavia, è sì indicativa della tipologia musicale in esame, ma sfumata nei suoi contorni; giacché l’impianto sonoro del quartetto austriaco è dotato di autonoma alimentazione artistica.
Molto bravo il chitarrista Roman Skomar, con il suo completo guitarwork, a tessere le trame fondamentali del Basanos-sound; basato, questo, su giganteschi riff a volte lenti, a volte veloci, e su lisergici soli, come da tradizione sludge. Altrettanto abile si dimostra Wolf-Dieter Vogl, il bassista, dal cuore caldo e pulsante che, assieme al variopinto drumming di Moritz Rauter, avvolge l’ascoltatore in uno stretto quanto ipnotico abbraccio. Jochen Hagl, il cantante, non mostra il fianco ad appunti di ordine tecnico. Appare poco personale, invece, il suo tono e il suo approccio alle linee vocali; sì scontate da vanificare parecchio, quanto a originalità, lo sforzo d’inventiva profuso in primis da Skomar.
Malgrado ciò, comunque, il suono che esce dagli speaker è di ottima foggia grazie sia al talento esecutivo dei musicisti, sia alla produzione di Mario Jezik. Una ‘botta’ moderna, appagante e poderosa che, come da obiettivo, fa da giusto accompagnamento al sapore del whisky, al sibilare dei serpenti e al sudore della pelle; sensazioni tanto care a Lynyrd Skynyrd e compagni.
Piuttosto asciutto, il songwriting si mantiene costante lungo tutta la durata del disco; non presentando cioè né buchi, né picchi. Se da un lato questa caratteristica rende solido l’incedere dei brani, dall’altro – a lungo andare – scopre il loro fianco alla noia. In effetti, essa non si paventa immediatamente, ma dopo un po’ di passaggi si sente il peso della mancanza di canzoni ‘fuori dal coro’. L’endemica mancanza di una spiccata melodicità, cui sono obiettivamente scarse le specie musicali principali che combinano il sound dei Basanos, porta l’insieme dei pezzi ad avere un peso specifico forse troppo elevato, stancando così la mente di chi ascolta.
Se da una parte si possono conservare per la carestia canzoni come “Feed Us” e “Now”, sciolte, aggressive e tirate; dall’altra occorre scartare per esempio la title-track, pachidermica nella sua mancanza di guizzi interessanti. In mezzo, ci possono stare il rock’n’roll ‘alla AC/DC’ (sic!) di “The Challenge” e di “Control”, assieme ai sulfurei mid-tempo di “Impressions” e “On My Way”.
Seppur baciato da un’indubbia verve stilistica, “Cracking The Sledge” risente forse troppo di una ridotta vena creativa in fase compositiva. I Basanos sono dei signori musicisti, e questo non si discute. Manca loro, però, quel ‘qualcosa in più’ tale da trasformare il CD da opera discreta ad opera ottima. Solo per appassionati del genere, insomma.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Track-list:
1. The Challenge 3:35
2. Control 4:25
3. Feed Us 2:48
4. Impressions 5:08
5. Break The Oath 3:45
6. Now 3:41
7. On My Way 5:29
8. Cracking The Sledge 3:53
9. Warfare 3:28
10. See The Truth 4:52
11. Aggressor 4:25
All tracks 45 min.
Line-up:
Jochen Hagl – Vocals
Roman Skomar – Guitar
Wolf-Dieter Vogl – Bass
Moritz Rauter – Drums