Recensione: Criteria Ov 666

Di Matteo Bovio - 25 Febbraio 2002 - 0:00
Criteria Ov 666
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Genere:
Anno: 2002
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85

Questo è uno dei casi in cui mi sono dovuto completamente ricredere nei confronti di un’artista: se il precedente lavoro dei Void Of Silence non mi aveva per nulla colpito, in questo caso mi inchino davanti alla maestosità di questo lavoro. Bellissimo dall’inizio alla fine, frutto di una ricerca sonora e compositiva al di sopra della media, capace di trasmettere feelings particolari come pochi lavori sanno fare.

Questo progetto è una continua sperimentazione, e poco rimane nelle 9 tracce di metal; presenti le chitarre, ma sicuramente non nel ruolo di padrone. Ma c’è da chiedersi: sono veramente gli strumenti i padroni di questa composizione? Per quanto paradossale possa sembrare la domanda, un solo ascolto basterà a convincervi che è più che legittima. Questa è quel tipo di musica che ti fa dimenticare parole tipo “genere”, “tecnica” o “esecuzione”: durante l’ascolto a filtrare sono solo le sensazioni che essa porta con sè.

Sicuramente è mio compito indicare in che territori si muovono i Void Of Silence, e qui iniziano i problemi: diciamo che la parte strumentale è un ossesionante doom ricco di parti tastieristiche e inquietanti inserti elettronici. Le atmosfere che ritroviamo sono tipicamente dark, ma arricchite dall’uso dei suoni impeccabile e dall’agghiacciante cantato del famoso Malfeitor Fabban.

Album simili sono dei veri e propri gioielli, lavori che sono destinati a durare nel tempo; per arrivare a questi livelli non basta una produzione eccellente nè tantomeno un’abile promozione. A rendere il tutto speciale è stata soprattutto la genialità di due elementi a cui rispondono i nomi di Riccardo Conforti e Ivan Zara. Hanno saputo destreggiarsi in territori difficili senza mai disperdersi in aperture ariose o nella palese ripetitività: ogni traccia è a suo modo indipendente ma allo stesso momento immersa in questo tenebroso concept.

I Void Of Silence hanno dimostrato di avere innanzitutto il coraggio di osare, di estendere il concetto di estremo in una dimensione ai più sconosciuta. In questi anni in cui inserire elettronica in ogni dove sta diventando sempre più una moda, c’è ancora chi lo fa con maestria e sapienza, chi sa sfruttare questo strumento apparentemente freddo e non malleabile e contestualizzarlo in un ambito coinvolgente e a modo suo molto caldo.

In “Victory!” sembra poi emergere chiaramente una predisposizione particolare verso il folk apocalittico, scena tanto popolata quanto sconosciuta. Queste aperture rimangono comunque ancorate all’idea più generale che Criteria Ov 666 fa permeare attraverso le sue note. Il filone in questione viene poi ripreso anche in altre parti, ma in modo meno evidente e più marginale.

Rimango sconvolto ogni volta che ascolto quest’album, e non vedo come non potrei: troppo spesso si parla di dark, quando poi tutto emerge tranne che buio e tenebre. Ma non in questo caso. Sperimentazione, impegno e costanza hanno fatto sì che 3 menti partorissero un prodotto ai limiti della perfezione, a cui, si spera, tempo e pubblico renderanno la dovuta giustizia. Questa nuova dimensione dell’estremo per i più è ancora tutta da sperimentare: se non l’avete ancora fatto, questo è un ottimo inizio.
Matteo Bovio

Tracklist
01. Velocity.Electricity.TVnecro
02. With No Half Measure
03. Anthem For Doomed Youth
04. Anger
05. The Ultimate Supreme Intelligence
06. Nothing Immortal
07. Victory
08. Universal Separation
09. Xtc Elevation Trip

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