Recensione: Crown of the ancients

Di Koldgrim - 14 Luglio 2003 - 0:00
Crown of the ancients
Band: Krohm
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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85

I Krohm sono una delle poche poche bands americane, per la precisione trattasi di una one man band, a proporre un black metal meritevole di attenzione e degno di nota. Scoperti dalla Selbstmord Services e con all’attivo due demo, i Krohm pubblicano il loro debutto “Crown of the ancients”, proprio tramite l’etichetta svedese, che altro non è se non il loro secondo demo ristampato su cd. Il mcd in questione è un concentrato di underground black metal, dalle tinte molto oscure e cupe, che molto deve alla tradizione nordica pur avendo una propria personalità, ed un proprio gusto artistico.

I tre pezzi contenuti in “Crown of the ancients” sono un alternarsi di riffs marci e malinconici, che molto devono a bands come BurzumManes in primis, ad arpeggi assolutamente “depressive black metal” (chi ascolta ShiningForgotten Tomb, Dodfodd sa a cosa mi riferisco) e a parti prettamente acustiche che danno un tocco elegiaco all’opener “Veneria’s call”, che mi ha riportato alla mente gli Ulver dei primi due insuperabili album. Qualche timida tastiera, concepita esclusivamente per creare un tappeto morboso sia ben chiaro, spunta raramente e pur non apprezzando particolarmente il suddetto strumento devo ammettere che nel contesto trova una propria dimensione. I Krohm non perdono mai di vista la giusta componente melodica, fortunatamente mai eccessivamente sfacciata, e non raggiungono mai velocità esasperate, travando il punto di forza proprio nei mid-tempo che caratterizzano buona parte dei brani. L’alone di malvagità che viene sprigionato da queste parti cadenzate e sulfuree non potrà lasciare indifferente nessuno. 

Molto feeling, molto minimalismo sonoro. Purtroppo questo esordio ha una durata complessiva di 21 minuti, troppo pochi per saziarsi, ma sufficienti per far conoscere una nuova band che già con il prossimo album “A world through dead eyes”, in uscita su Selbstmord per Settembre/Ottobre, lascerà di certo il segno. Per i collezionisti, da segnalare anche la versione in 10″ limitata a 500 copie.

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