Recensione: Damned In Black
Damned In Black segue a un anno di distanza quel At The Heart Of Winter che aveva spiazzato inizialmente i fan più intransigenti con le sue inedite soluzioni melodiche. Il disco che mi appresto a recensire è una potentissima affermazione di credibilità del marchio Immortal come custode della fede del Black Metal in Norvegia e nel mondo. Abbath è riuscito nell’impresa di creare buona musica anche senza il suo storico compagno Demonaz e questo disco ne è la seconda prova. Le canzoni, sette in tutto, sono una più feroce dell’altra e si capisce dall’inizio che Damned In Black è un nuovo passo in avanti lontano dalle atmosfere di Battles In The North e dalla inaspettata ma riuscitissima svolta melodica di At The Heart Of Winter.
Il nuovo lavoro inizia alla grande con l’inquietante Triumph che rappresenta uno dei momenti migliori del disco; l’impatto è formidabile e la lunga durata consente un ascolto vario e interessante: ci sono tanti riff e melodie diversi, vari stati d’animo il tutto sostenuto dalla più classica struttura ritmica “alla Immortal”. Grande pezzo d’apertura.
Wrath From Above è un altro devastante episodio sincopato pieno zeppo di stop, accelerazioni ritmiche e riff taglienti come lame; è presente una frazione meno veloce verso metà canzone che risulta piacevole dopo tanta ferocia. C’è anche il tempo per un lodevole solo di chitarra che arricchisce ulteriormente il pezzo.
La terza traccia è Against The Tide (In The Arctic World): questa canzone risulta inizialmente molto epica nel suo incedere relativamente lento ma dopo non rinuncerà a velocizzarsi con i migliori risultati durante il solo.
Una rapidissima intro di batteria apre My Dimension, la traccia che dimostra fin’ora l’andatura ritmica più facilmente riconoscibile; nei quattro minuti e mezzo del pezzo si tende a rallentare abbastanza volentieri pur ritornando, durante il solo e la strofa successiva, ad atmosfere pesanti. Non so voi, ma un nome mi gironzola in testa durante l’ascolto del finale di questo brano: Amon Amarth…
La furiosa The Darkness That Embrace Me è in linea con il resto del materiale che la precede con qualche bell’innesto di doppia cassa in evidenza sui ritmi cadenzati; inutile scrivere che la voce di Abbath compie sempre un lavoro eccellente e sopra la media.
La forza veramente devastante dell’intro di In Our Mystic Visions Blest va in parte persa poi durante le parti vocali dove si è optato per un ritmo più lento e compatto; ancora una volta (ed è già la seconda!), mi vengono in mente gli Amon Amarth durante il break del ritornello…
Damned In Black è la traccia conclusiva e rappresenta l’episodio meglio riuscito di questo nuovo disco. I quasi sette minuti sono funzionali alle molte variazioni di riff e ritmi presenti in questo pezzo dall’andatura mai velocissima ma che risulta in conclusione di una ricercatezza non indifferente; dopo un breve break acustico si riparte con nuovi e notevoli soluzioni chitarristiche fino alla conclusione del pezzo a sfinire.
Damned In Black è un buonissimo album che ogni vero fan degli Immortal deve possedere (almeno per poterlo serenamente giudicare); contiene almeno due ottimi brani come Triumph e la titletrack ma anche In Our Mystic Visions Blest e Wrath From Above non hanno nulla da invidiare ai classici della band. Questo potentissimo album piacerà tanto a chi non conosce gli Immortal quanto a chi li ama da sempre e ha continuato a farlo fino alla loro ultima prova. E poi alla voce c’è un certo Mr. Abbath…
Fatelo vostro!
Ivano Dell’Orco
Tracklist:
1 – Triumph (5:40)
2 – Wrath From Above (5:46)
3 – Against The Tide (In The Arctic World) (6:02)
4 – My Dimension (4:32)
5 – The Darkness That Embrace Me (4:37)
6 – In Our Mystic Visions Blest (3:11)
7 – Damned In Black (6:51)
Total running time: 36:39
