Recensione: Dawn Of The Nine

Di Vittorio Cafiero - 18 Luglio 2015 - 23:16
Dawn Of The Nine
Band: Unleashed
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2015
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
60

Dawn Of The Ninenonostante quello che il titolo lascerebbe intendereè il dodicesimo sigillo dei padri fondatori dello swedish sound, quegli Unleashed che, diversamente dalla scena di Gothenburg e più in linea con altri gruppi della Capitale svedese, hanno da sempre portato avanti l’ortodossia e l’intransigenza del death metal nato in Svezia sul finire degli anni ottanta, ossia ritmiche serrate e dirette, cavalcate irriducibili e inni di blasfemia musicale costruiti tormentando senza soluzione di continuità la corde più basse dei loro strumenti. 

A dir la verità, la band di Johnny Hedlund ha recentemente puntato ad inserire all’interno della propria proposta qualche variazione al “tupa-tupa” in salsa death e i risultati sono stati soddisfacenti (vedasi l’ultimo Odahlheim), tanto che si affronta l’ascolto di questo Dawn Of The Nine con una certa curiosità relativamente a nuove possibili evoluzioni sonore. Ebbene, falso allarme, si direbbe. Con questo ritorno gli Unleashed fanno sostanzialmente un passo indietro a livello di evoluzione musicale, puntando nuovamente alla semplicità e all’attacco diretto, allontanandosi decisamente a quelle influenze blackish e classicheggianti che si erano percepite nel precedente lavoro. L’Alba Del Nove è un lavoro ancora volta integralmente death metal e, almeno a livello stilistico, sembra portare il gruppo indietro di molti anni. Un difetto? Non necessariamente anche perché, banalmente, quello che conta sono sempre qualità e ispirazione. Vediamo se questo è il caso. 

L’apertura non stupisce certamente: A New Day Will Rise scorre senza provocare particulari sussulti, nella sua semplicità e nel suo refrain abbastanza banale. Le tematiche sono sempre quelle: difesa dei valori pagani dall’attacco del “Dio Bianco” cristiano, Odalheim e battaglie assortite….Abbastanza gradevole l’assolo, per quanto abbastanza istituzionale, stilisticamente e tecnicamente parlando. Si continua con They Came To DieUnleashed song al 100%, tanto da far tornare con il pensiero ai bei tempi di Where No Life Dwells, almeno come atmosfere. Di certo siamo lontani da quella freschezza, da quella sensazione di novità e di cruda cattiveria. A rendere Dawn Of The Nine non particolarmente efferato a livello di suoni, tra l’altro, ci pensa la “solita” produzione made in Nuclear Blast, ancora una volta arrotondata e decisamente troppo friendly all’ascolto. Dopo la quasi stucchevole Defenders Of Midgard, è il turno di Where Is Your God Now?, già presentata qualche mese fa come anteprima in vista dell’uscita dell’album. Pezzo più aggressivo e dal buon tiro, contribuisce a risollevare le quotazioni dell’album; nessuna sorpresa, per carità, ma, come si affermava prima, spesso sono sufficienti un po’ di entusiasmo e di  grinta in più per firmare un pezzo più convincente, senza dover reinventare la ruota ad ogni costo. Discorso simile per la successiva The Bolt Thrower, che non eccelle forse, ma che mostra un buon carattere in un refrain semplice quanto incisivo. 

Poco più di venti minuti e si è già al giro di boa. Arrivati a questo punto non si può non notare come questa volta si sia puntato più sulla canzone nel suo impatto generale più che sulle qualità dei singoli: Frederik Folkare, che nel precedente Odalheim aveva fatto faville alla chitarra, questa volta si limita al minimo sindacale. Ed è un peccato, perché in un pezzo come Where Churches Once Burned dove finalmente si prende un po’ di spazio in più, dimostra ancora una volta di essere un solista di tutto rispetto. Con l’avvicinarsi della fine dell’album, sembra che i nostri si impegnino a proporre qualche soluzione leggermente più ricercata (tranne che nei testi, sia chiaro!): Land Of The Thousand Lakes è discretamente incisiva e leggermente più riflessiva rispetto ai canoni Unleashed, grazie anche a qualche rallentamento d’atmosfera. Anche la lunga title-track si distacca in modo netto dal trade-mark di Johnny Edlund & Co. Pezzo lento, doomeggiante e decisamente atipico per i nostri. Benchè il pezzo sia solo sufficiente, va premiato almeno il tentativo di proporre qualcosa di nuovo rispetto alle solite cavalcate (da notare il micro-tributo ai primissimi Black Sabbath a metà pezzo). Ma è comunque solo un piccolo break: sui titoli di coda gli Unleashed tirano fuori una Welcome The Son Of Thor! che riprende le classiche ritmiche che hanno reso famosa tra i deathster la band di Stoccolma. Pezzo abbastanza standard, anche se piacciono diverse scelte in fase di arrangiamento e di linea melodica in sottofondo. 

In sintesi, Dawn Of The Nine è un passo indietro rispetto agli ultimi buoni lavori di casa Unleashed. Pezzi abbastanza standard che si fanno ascoltare con grande facilità (e che probabilmente renderanno meglio dal vivo), spesso privi di quella carica indispensabile per un death metal almeno in teoria battagliero. Si arriva alla sufficienza grazie a qualche chorus trascinante e a diverse scelte d’autore sparse qua e là, ma è davvero difficile andare oltre. Rimandati al prossimo lavoro. 

Vittorio “Vittorio” Cafiero

Ultimi album di Unleashed

Band: Unleashed
Genere: Death 
Anno: 2021
70
Band: Unleashed
Genere: Death 
Anno: 2015
60
Band: Unleashed
Genere:
Anno: 2012
75
Band: Unleashed
Genere:
Anno: 2008
72