Recensione: Dealing With Demons I

Di Claudia Gaballo - 26 Ottobre 2020 - 13:07
Dealing With Demons I
Band: DevilDriver
Etichetta: Napalm Records
Genere: Metalcore 
Anno: 02102020
Nazione:
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68

A quattro anni dall’ultimo full-length “Trust No One” i DevilDriver tornano con “Dealing With Demons I”, che fa parte di un progetto di due album il cui secondo volume uscirà nel 2021.

La band californiana è in attività dal 2002, quando prendeva il nome di Deathride, ma è solo nel 2005 che riesce ad attirare l’attenzione con “The Fury Of Our Maker’s Hand”. Da quel momento in poi il gruppo ha prodotto altri sette album in studio, partecipato ai principali festival metal in tutto il mondo e condiviso il palco con nomi del calibro di Iron Maiden, 36 Crazyfists e Arch Enemy.

Lo stile della band è stato spesso descritto come groove metal o melodic death metal, ma a prescindere dalle etichette gli elementi che più lo caratterizzano sono un sound robusto e dai toni dark, chitarre classicamente heavy, sonorità piuttosto melodiche e orecchiabili nonostante l’uso del growl e dello scream.

Ogni canzone di questo album parla della battaglia contro un “demone” diverso, iniziando proprio da “Keep Away From Me”, stai lontano da me, espressione utilizzata come una sorta di mantra propiziatorio. Questo pezzo inizia lento e poi aumenta di intensità ricreando un’atmosfera oscura e tragica, atmosfera che ritroveremo spesso e che costituisce il tema principale di tutta l’opera. Si tratta di un bel brano con una struttura strofa-ritornello elementare ma che ti entra in testa, anche se dal punto di vista stilistico non offre niente di innovativo e anzi suona molto standard. Questa semplicità nella struttura e nello stile è sia un pregio che un difetto, perché se da una parte può attrarre un pubblico più ampio dall’altra si rischia di cadere nel banale. Un altro esempio di questo è “You Give Me A Reason To Drink”, dove la ripetizione costante del titolo nel ritornello annoia un po’ e appesantisce un brano che altrimenti avrebbe un sound interessante.

Bisogna comunque ammettere che il tema “demoni” è ben costruito nell’aggressività di molti pezzi, che rendono perfettamente l’idea di rabbia e di battaglia, fisica o interiore che sia. Tra questi troviamo “Witches”, “Dealing With Demons” e “The Damned Don’t Cry”.

I brani meglio riusciti sono tuttavia quelli leggermente meno arrabbiati ma più atmosferici: “Wishing” è più lenta delle altre e vi troviamo anche parti di cantato pulito, ma è la canzone più curata e bella dell’album; “Scars Me Forever” è un brano sì incazzato ma rallenta un po’ il ritmo, fin ora abbastanza serrato, e ci lascia una sensazione di pesantezza addosso che non dà spazio al lieto fine.

Quindi sì, concluso l’ascolto possiamo dire che il concept dell’opera è stato sviluppato perfettamente, sia dal punto di vista della musica che dei testi. C’è tutta la rabbia, il dolore e la frustrazione che potevamo aspettarci da un disco presentato proprio in questi termini. È anche vero che non si tratta di un album memorabile: molti pezzi scorrono in sottofondo e vengono dimenticati, perfetti dal punto di vista tecnico – il minimo per una band di questo calibro – ma senza elementi “wow”.

Adesso non ci resta che aspettare il prossimo anno per la seconda parte dell’opera.

DevilDriver Reveal 'Keep Away From Me' Song, Detail New Album

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