Recensione: Death Comes In 26 Carefully Selected Pieces

Di Matteo Bovio - 5 Settembre 2005 - 0:00
Death Comes In 26 Carefully Selected Pieces
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Anno: 2005
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80

E diciamolo: All That You Fear ce lo potevano risparmiare, Absence of War Does Not Mean Peace pure. E Nihil non si salva di molto. Se vogliamo qualcosa che sappia veramente di Impaled Nazarene dobbiamo fare un balzo di sette anni, al lanciatissimo Rapture. Ho dunque accolto a braccia aperte questo live, un prodotto che rispecchia la bestialità, lo spirito a cui i finlandesi ci avevano da tempo abituati, prima della svolta “tecnica” degli ultimi tre lavori.

Se l’aspettativa era alta, il risultato è pure al di sopra. La foga con cui i 5 aggrediscono il pubblico è impensabile, sicuramente oltre la portata della maggior parte dei gruppi oggi in circolazione. La band si scatena come se gli anni non fossero mai passati: 8 album alle spalle non sono un fardello, ma un repertorio da cui attingere il meglio per provocare un’apocalisse. La scaletta è scontata, e va bene così: basta novità, noi vogliamo i vecchi, pervertiti Impaled Nazarene. Si parte quindi con un classico (“The Horny And The Horned“) e si chiude con un classico (“Total War – Winter War“), passando attraverso i capitoli che hanno contraddistinto il combo finlandese come una tra le band più pervertite del pianeta.

We’re Satan’s Generation“, “Zero Tolerance” e “Ghettoblaster” si scatenano in tutta la loro furia punkeggiante, mentre una splendida “Let’s Fucking Die” spreme il lato più grezzo e rock’n’roll della band. L’impeto dell’esecuzione è tale che anche il più veloce dei pezzi risulta immancabilmente accelerato rispetto all’originale, talvolta forse a discapito della precisione ma con una resa complessiva energica, carica. Su 26 tracce potremmo citare molti episodi emblematici, ma limitiamoci alle ben riuscite “Cogito Ergo Sum“, “Sadhu Satana” e “1999: Karmageddon Warriors“. E, per chi sbava per l’ottimo Ugra Karma, segnaliamo la presenza dei pochi secondi di delirio di “Coraxo“.

Pur non vantando una produzione pompata, il suono rende molto l’atmosfera infernale che si respira durante una performance del gruppo; non è stata trascurata nemmeno una certa cura dell’artwork, a partire dalla confezione in digipack fino alle belle foto del libretto. Insomma, questa volta niente da dire: il gruppo più insano della penisola scandinava ha voluto vomitare dagli strumenti qualcosa all’altezza della propria fama, e il risultato è eccezionale. Death Comes In 26 Carefully Selected Pieces è una esemplare testimonianza di cosa si può fare quando sul palco si sale con la grinta, prima che con la testa: una bella ripassata per chi si è dimenticato il bello dei veri live.
Matteo Bovio

Tracklist
01. Intro
02. The Horny And The Horned
03. Armageddon Death Squad
04. Goat Perversion
05. 1999: Karmageddon Warriors
06. Motorpenis
07. Kohta Ei Naura Enää Jeesuskaan
08. The Endless War
09. Sadhu Satana
10. Ghettoblaster
11. Coraxo
12. Soul Rape
13. Sadistic 666 / Under A Golden Shower
14. Zero Tolerance
15. The Maggot Crusher
16. Let’s Fucking Die
17. Tribulation Hell
18. We’re Satan’s Generation
19. Cogito Ergo Sum
20. Goat Seeds Of Doom
21. Condemned To Hell
22. Intro S.F.P.
23. Sadogoat
24. Vitutuksen Multihuipennus
25. The Lost Art Of Goat Sacrificing
26. Total War – Winter War

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70