Recensione: Death & Legacy

Di Domiziano Mendolia - 24 Maggio 2011 - 0:00
Death & Legacy
Band: Serenity
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
75

Molto spesso la maggior parte delle recensioni vengono scritte con giudizi affrettati, molti dischi vengo considerati capolavori per poi finire nel dimenticatoio col passare dei giorni.
Ci si ritrova davanti a band tutte uguali che, tra loro di diverso hanno solo il cantante (o neanche), per non parlare poi della pressione psicologica a cui si è sottoposti quando si recensiscono lavori di gruppi appartenenti a grosse label che investono soldi comprando pagine e pagine di pubblicità.
Nel caso dei Serenity, talentuosa band austriaca formatasi nel 2001 con all’attivo due dischi (Words Untolds and Dreams Unlived del 2007 e l’osannato Fallen Sanctuary del 2008) e tour di supporto a Kamelot , Morgana Lefay e Threshold, è bene mettere da parte polemiche e discussioni varie in quanto Death and Legacy, la loro ultima fatica, merita un’analisi completa e dettagliata. La musica dei Serenity è principalmente caratterizzata da un power metal molto sinfonico e dalle sfumature progressive sulla scia di bands come Kamelot, Sonata Arctica, Nightwish, Epica e Rhapsody of Fire.

È il caso dell’iniziale New Horizons che, introdotta dall’intro Set to Sail, ci presenta un brano dal sound brillante, penetrante e orchestrato, che affascina sia per l’incredibile energia sprigionata, sia per i riff dall’incidere solenne. The Chevalier vive invece su linee melodiche di pregevole fattura che fanno senza alcun dubbio la differenza, anche se a parere di chi scrive, il timbro vocale di Georg Neuhauser pur essendo abbastanza bravo, soprattutto nell’interpretazione dei brani, non mi entusiasma più di tanto: da notare come tra gli episodi dell’album si respiri un’epicità e un’atmosfera che non esito a definire “divina” nel vero senso della parola.
Altrettanto convincente è il riff fulminante di Far from Home che si trasforma in un’armonia coinvolgente grazie a un ritornello snello, irridente ma efficace, in cui tutti gli strumenti contribuiscono con estrema coordinazione e precisione a creare un muro sonoro, arricchito dall’impressionante potenza scaturita dalle orchestrazioni a opera di Mario Hirzinge: se vi vengono in mente i Nightwish non siete fuori strada, anche se i Serenity sanno miscelare con abilità l’insieme delle influenze sopra citate (anche se ogni tanto qualche senso di deja-vù lo si avverte). Si prosegue con Heavenly Mission brano che, se non fosse per le orchestrazioni a tratti magniloquenti, potrebbe possedere proprio tutte le caratteristiche del grande singolo radiofonico, col suo ritornello appariscente e al tempo stesso ruffiano, fatto di tanta melodia.
Il suono a festa delle campane di una chiesa e ancora un’atmosfera divina introducono Prayer, una suggestiva preghiera in lingua spagnola che funge da interludio all’evocativa State of Siege: una canzone che dopo un’eroica quanto epica introduzione, sfocia in un brano coinvolgente e al contempo delicato nell’interpretazione vocale seducente, grazie alla struttura compositiva tipica dell’ hard ‘n’ heavy del decennio scorso, tanto che sua la durata di quasi 7 minuti non si fa per nulla sentire.
Degno di nota inoltre, è il grintoso lavoro di chitarra del bravo Thomas Buchberger che in questa canzone viene messo in risalto più facilmente grazie a un uso più contenuto delle tastiere . Changing Fate è una dolce ballad ricca di splendide chitarre acustiche e delicate tastiere che richiama alla mente i Kamelot di Karma, in cui troviamo il buon Georg Neuhauser duettare con la sempre richiestissima Amanda Somerville, la quale da sola riesce con la sua voce ad arricchire un brano dove il feeling non manca, donando maggiore enfasi e rendendolo pressoché perfetto.
La successiva When Canvans Start To Burn dotata di un andamento molto ritmato e orgoglioso, si sviluppa in un mid-tempo dalle atmosfere magniloquenti, accompagnate da un cantato aggressivo e di effetto, per poi aprirsi con maestria a un ritornello arioso e molto accattivante: ottimo il lavoro della coppia ritmica formata da Fabio D’Amore e Andreas Shipflinger (rispettivamente bassista e batterista) che molto bene si destreggiano dietro i granitici riff chitarristici di scuola “priesteniana”.
Serenade of Flame in cui troviamo questa volta Charlotte Wessels dei Delain come ospite, possiede bridge e chorus molto melodici e cantabili, costruiti secondo un gusto melodico molto “ottantiano” e sa alternare parti heavy con riff di bassa accordatura a intermezzi acustici e suggestivi che danno largo spazio alla sperimentazione.
Assolutamente “eighties” nel riff portante è Youngest of Windows che, seppur interessante nelle sue linee melodiche, a mio modesto parere, risulta un po’ debole a livello di feeling e mordente. L’orientaleggiante interludio Below Eastern Skies spiana la strada a Beyond The Desert Sands una traccia complessa che alterna momenti pieni di forza espressiva ad altri più rilassati, uno spaccato di non facile lettura che potrebbe essere paragonato al repertorio più impegnato dei Kamelot. La piacevole To India’s Shores non aggiunge molto a quanto già ascoltato, anche se è sempre un bel sentire, mentre la conclusiva My Legacy, preceduta da Lament (breve sonetto recitato in lingua italiana che mi ha sorpreso non poco), è un’altra power song ad alta gradazione sinfonica che alterna accattivanti accelerazioni di doppia cassa, disgressioni class and melody e avvincenti breaks hard rock.

In sintesi una gradita conferma da parte di una band davvero competitiva che mostra ampi margini di miglioramento. Sebbene il disco sia perfetto sotto il profilo tecnico della produzione e del sound, in fase di songwriting si potrebbe fare di meglio poiché i sensi di deja-vù ci sono, certo è che i Serenity sono sulla buona strada per consacrarsi ai vertici della scena power europea.

Domiziano Mendolia

Discutine sul forum nel topic relativo

Track List:
1. Set Sail To
2. New Horizons
3. The Chevalier
4. Far From Home
5. Heavenly Mission
6. Prayer
7. State Of Siege
8. Changing Fate
9. When Canvas Starts To Burn
10. Serenade Of Fiames
11. Youngest Of Widows
12. Below Eastern Skies
13. Beyond Desert Sands
14. To India’s Shores
15. Lament (Interlude)
16. My Legacy

Lineup:
Georg Neuhauser – Vocals
Thomas Buchberger – Guitar
Fabio D’Amore – Bass
Andreas Schipflinger – Drums, Vocals
Mario Hirzinger – Keyboards

Ultimi album di Serenity

Band: Serenity
Genere: Power 
Anno: 2020
78
Band: Serenity
Genere: Power 
Anno: 2017
70
Band: Serenity
Genere: Power 
Anno: 2016
60
Band: Serenity
Genere:
Anno: 2011
75
Band: Serenity
Genere:
Anno: 2008
83