Recensione: Decadence of Benevolence

Di Giorgio Vicentini - 28 Agosto 2005 - 0:00
Decadence of Benevolence
Band: Wargore
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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73

I Wargore sono miei concittadini ma se pensate che il mio sia soltanto campanilismo da quattro soldi, beh ascoltate l’opera prima di questi vicentini e rendetevi conto che il rischio di sbriciolarsi le ossa è reale.

Faccio, un po’ per gioco, un nome come riferimento: Devourment. Chiaramente il paragone va preso con il forcipe (sì, il forcipe non c’entra nulla, ma è il primo temine medico venutomi alla mente), forse quell’inusitata violenza resterà ineguagliata, ma a livello superficiale si possono gustare anche in Decadence of Benevolence il calore vibrante dei break sodomizzanti e quell’aria calda e lorda.
Il genere è un death grind sanguinolento e sanguinario, carnoso, grasso e potente come la sua produzione killer, efficacissima ed estremamente gratificante per il lavoro svolto dalla formazione veneta. Sound aggressivo ed esplosivo così come le composizioni che lo liberano, per una prova corale di tutto rispetto che vede il dominio della sezione ritmica, strapotente ed inarrestabile come un cingolato, agile sui tagli secchi delle ritmiche e nei cambi di ritmo. Guida l’avanzata il superbo lavoro del drummer Vanny “hate”, scandito dalla voce di Maurizio “the insane”, estremo, incomprensibile e gutturale, schizzato e schizzante tanto quanto i suoi colleghi.

Decadence of Benevolence ha la grande dote di essere sintetico e letale, in poco più di 27 minuti nasce, vive e muore sprigionando tutta la sua insana e schietta violenza, piegandoti subito sulle ginocchia con la doppietta “Brutally Mutilated” – “The Odour Of Death” e massacrandoti la schiena a furia di beat di doppia cassa, mentre il growl cauterizza all’instante le ferite.

Il disco ha anche l’approccio un po’ clownesco ed ironico che spesso il gore ha, per cui non manca lo spazio anche per intro tra il serio e il faceto, che immagino verranno riconosciute dagli esperti delle pellicole horror. “The Art Of Dismemberment” e la classica donna che strilla impazzita mentre il maniaco con sega elettrica la insegue, o “Sadistick Mind”, anticipata da un surreale dialogo tra un maniaco pervertito ed una vecchia signora tutt’altro che sprovveduta o impaurita (birba, birba, birba… vecchia sporcacciona?!?!?!). Da spanciarsi dalle risate il regalo della bonus track “Coccode Grinder” il cui testo recita un ispiratissimo “coccodè, coccodè, coccodè, coccodè, grindeeeeer…” puro culto insomma.

Un nome come Wargore è una dichiarazione d’intenti, un tomo in pelle umana che ha come segnalibro una lingua appena amputata. Disco estremamente onesto e feroce che si lascia ascoltare molto facilmente senza fare superflui prigionieri. 

Tracklist:
01. The Art Of Dismemberment 
02. Brutally Mutilated 
03. The Odour Of Death 
04. Decadence Of Benevolence 
05. Sadistick Mind 
06. Terrormass 
07. Coccode Grinder (Grind Offence To The World) BONUS

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