Recensione: Decades Of Addiction

Di Daniele D'Adamo - 16 Dicembre 2012 - 0:00
Decades Of Addiction
Band: Led Astray
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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52

Preceduto da un discreto battage pubblicitario, inusuale per una band di metal super estremo, giunge sulle tavole degli affamati fan del metallo teutonico “Decades Of Addiction”, seconda fatica in studio dei Led Astray. La Massacre Records, evidentemente, crede in questo progetto ‘post grindcore’, anche perché il platter è stato registrato e missato presso gli Elbrausch Studios di Dresda e masterizzato da Sebastian Reichl (Deadlock) avvalendosi, pure, della partecipazione di Marcus Dietzsch (Dying Humanity) e Daniel Dittelbach (ex Absidia, ex Since The Day), esperti vocalist di frangia oltranzista.

‘Post grindcore’, poiché il sestetto tedesco parte dalla definizione ortodossa del genere per sperimentare nuove direzioni a 360°, non sopendo mai – appunto – il flavour grind che l’avvolge sino al midollo osseo. Già i due cantanti, Martin Boxhammer e Felix Enderlein, operano una dicotomia del fronte sonoro dividendosi in parti uguali le linee vocali e interpretandole da una parte con un growling stentoreo e rabbioso, dall’altra con uno screaming folle e allucinato. Tale approccio, mirato a non annoiare con uno stile vocale unico, dà tuttavia l’idea che ci siano due ensemble ben distinti, a suonare “Decades Of Addiction”; come se lo stesso, cioè, fosse uno split.

Oltre a questa malriuscita, almeno a parere di chi scrive, idea di dividere in due un’ipotetica, unica ugola, si aggiunge la stordente sensazione di caos derivante dall’utilizzo in forma più o meno marcata di – praticamente – tutti i generi del metal estremo. Seppur, come già evidenziato, l’ossatura sonora sia quella del grindcore, la carne che ricopre quest’ultima è formata da fibre di tutti i tipi: thrash, death e black si trovano sparsi ovunque, accompagnati ad altre gradazioni più soffuse come hardcore, groove ed heavy (sic!). Aggiungendo a questo… minestrone anche pizzichi di melodia (“Decayed Privacy”), il risultato sfugge non solo a qualsiasi tentativo di logica classificazione (anche se non assolutamente necessario…), ma anche a ogni tentativo di elaborare con precisione il sound del combo di Bautzen. Se da un lato è encomiabile il suo tentativo di uscire da cliché troppo rigidi e consolidati inventando contaminazioni ‘impossibili’, dall’altro non si può che prendere atto del fallimento dell’obiettivo principe di ogni gruppo che si cimenti con la musica: la definizione del proprio marchio di fabbrica. Esasperando il concetto espresso nella citazione dei due singer, passando e ripassando “Decades Of Addiction” l’originale percezione che il medesimo sia uno split si tramuta nella certezza di avere a che fare con una… compilation.      

Non per altro, “Darkest Season” ha un piglio mosh à la Anthrax, “Demon” ricorda il ‘techno-grind’ di gente tipo gli Antigama, “Wounds” e “Reaper Of Fate” hanno un rifferama mutuato dagli Slayer, “Rise Of An Angel” può ricordare certe esagerazioni chiamate Anaal Nathrakh, e così via. Un collage troppo dispersivo e incoerente, lontano anni-luce dalla lucida fantasia che si percepisce osservando, invece, il variopinto e lisergico disegno di copertina.

Peccato: “Decades Of Addiction” sa di clamorosa occasione di far davvero bene gettata alle ortiche, giacché Boxhammer e soci si dimostrano assai abili con i rispettivi strumenti riuscendo a volte a raggiungere livelli d’intensità sonora encomiabili, sia per numero di BPM, sia per brutalità; devastando senza pietà ma con precisione chirurgica, in certe occasioni (“Traitors Of Humanity”), l’apparato uditivo dell’incauto ascoltatore.

La voglia di strafare deve aver fatto un brutto scherzo ai Led Astray, insomma. Solo così si può spiegare un lavoro così ben suonato e ottimamente prodotto ma talmente sfilacciato e inconcludente da fargli prendere senza indecisioni di sorta la strada del dimenticatoio.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Tracce:
1. Intro 1:04     
2. Darkest Season 2:21     
3. Demon 3:28     
4. Wounds 3:04     
5. Rise Of An Angel 3:50     
6. Reaper Of Fate 4:55     
7. Traitors Of Humanity 3:30     
8. Black Blood3:01     
9. Story Of A Modern Gladiator 4:39     
10. Ausverkauf 3:21     
11. Decayed Privacy 5:41                                
    
Durata 39 min.

Formazione:
Martin Boxhammer – Voce
Felix Enderlein – Voce
Gabrieg Kriedel – Chitarra
Manuel Lehmann – Chitarra
Nico Jacob – Basso
Maximilian Panzer – Batteria

Ospiti:
Marcus Dietzsch (Dying Humanity) – Voce in “Demon”
Daniel Dittelbach (ex Absidia, ex Since The Day) – Voce in “Decayed Privacy”

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