Recensione: demo 2003

Di LeatherKnight - 8 Novembre 2003 - 0:00
demo 2003
Band: Falcon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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82

Ragazzi, tenetevi forte che qua non si scherza: ecco a voi il demo dei Falcon, ossia la band di Hard Rock settantiniano formata da (rullo di tamburi) Perry Garyson (ex-Destiny’s End), Greg Lindstorm (cofondatore e polistrumetalista dei mitici Cirith Ungol) ed un altrettanto illustre Darin McCloskey (dei doomsters Pale Divine) alla batteria. E che pensereste se vi dicessi che i “grandi nomi” non sono la cosa più sorprendente di questo progetto?

Sarebbe cosa stupefacente, ah? Ed infatti, questi Falcon (nati meno di un anno fa), poggiando sull’esperienza e la passione di ogni singolo componente, sono riusciti a guarnire un assaggio del loro full-lenght (di prossima pubblicazione) di tutto rispetto.

Qualcuno si potrebbe chiedere che senso abbia suonare uno stile musicale in voga esattamente 30 anni fa; qualcun altro potrebbe domandarsi da dove sia nata questa anacronistica scelta. Ad entrambi i quesiti (e a tutti gli altri inerenti l’attività dei Falcon) rispondiamo semplicemente con i termini «pura passione». Questa è la musica con cui sono cresciuti e su cui si sono formati questi artisti (e non solo loro) di fama internazionale, questa è la musica che ha influenzato -più o meno a seconda dei casi- gli stili musicali che sono affermati successivamente.

L’ennesima sorpresa spunta fuori non appena inseriamo il cd nel lettore: l’opener, “Shelob’s Lair”, sembra proprio un brano scritto e registrato per essere inserito benissimo nella tracklist di “Frost And Fire”! Non dico nient’altro se non che è un pezzo da infarto per qualsiasi Legionario di Ungol!! Addirittura le vocals del buon Perry in questa occasione ricordano un po’ la tipica intonazione del sempre mitico Tim Baker. Senza scherzare, occhio alle coronarie!

Tornando a noi, il resto del demo scorre molto bene, ogni traccia convince sempre più riguardo la serietà e la sincera passione di questo trio californiano; oltre all’opener da infarto, questi ragazzi portano a galla pezzi ipnotici, ruvidi, aspri e comunque magici come l’azzeccatissima “Downer” (forse il brano meglio rappresentativo dell’intero demo), la sognante (musicalmente) e disperata (liricamente) “The Crying of Lot 246” e la finale “On the Slab”, che chiude la partita in modo più che simbolico (sempre liricamente parlando) coerentemente a quanto promesso; godendo anche delle guitar lines più interessanti di quelle sentite fino ad adesso. Insomma, una gran bella storia.

L’obiettivo di ricreare quell’inconfondibile stile di bands settantiniane è stato centrato in pieno e non c’è nessun appunto da fare ai Falcon. È un progetto nato puramente dalla genuinità della passione di questi tre ragazzi per gruppi come i Blue Oyster Cult, Thin Lizzy e via dicendo. Dal mio modesto punto di vista, si meritano una bella promozione ed un grandissimo “in bocca al lupo” (avallato anche dal voto) per le registrazioni del loro debut-album, che -se queste sono le premesse- ci farà sognare non poco!

Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli

1) Shelob’s Lair
2) Downer
3) The Crying of Lot 246
4) On the Slab

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