Recensione: Demon of my Nights

Di Davide Iori - 13 Marzo 2009 - 0:00
Demon of my Nights
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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50

I Drain the Dragon sono una band italiana che tenta di rifarsi alla tradizione americana del Metalcore senza mezzi termini, con particolare riferimento ad As I Lay Dying, Killswitch Engage, primi Unearth e compagnia. Come spesso capita alle band che fanno riferimento a questo tipo di scena il fattore originalità diventa l’elemento dirimente nella valutazione dell’album e, in questo caso come in molti altri, bisogna constatare che esso manca.

Parliamoci chiaro: non vogliamo far passare l’idea che questi ragazzi non tentino di esprimersi in una maniera abbastanza personale, anzi, essi qualche tentativo lo fanno, soprattutto a livello vocale eliminando i cori melodici rallentati tipici di un certo tipo di visione dei generi -core ed inserendo alcune parti in pig-vocals che solitamente sono più proprie di scene come lo slam o il gore-grind. Il problema è che questo tentativo, in pratica l’unica via un tantino differente che i nostri percorrono in modo da discostarsi un po’ dalla massa, non sembra molto sensato: perché cercare di mettere una voce così tanto gutturale in una musica che vuole prendere il death metal dal suo lato più melodico? Per il resto la produzione è buona (anche se non eccellente), la tecnica sufficiente (ma nulla più), però il riffing scontato, con la solita alternanza di parti a pivot, breakdown e compagnia cantante. Non c’è un attimo in cui si rimanga stupiti, non uno in cui i nostri provino a fare qualcosa di prepotentemente diverso e, come già detto, il tentativo di trasformare le parti rallentate a fondomanico in “slammate”, ossia nelle parti tipiche del gore-brutal di una certa risma che si basano su cicli ritmici di chitarra (spesso ad accordatura ribassatissima, cosa che invece manca ai Drain the Dragon) sui quali il cantante si sbizzarrisce in exploit vocali provenienti direttamente dal mondo suino, non aggiungono nulla, anzi tolgono ad un disco che avrebbe sicuramente ottenuto di più se fosse stato sviluppato in maniera differente.

Ci dispiace, ma siamo nel 2009 e la prova dei Drain The Dragon è davvero troppo canonica, troppo semplicistica, troppo poco matura per raggiungere la sufficienza. Ci auguriamo che i nostri ripartano dalle poche buone idee presenti in questo Demon of My Nights, come ad esempio Red Sunset oppure la parte rallentata Rise of Madness pt2 nella quale sentiamo anche dei buoni arrangiamenti di sintetizzatori, per sviluppare una musica meno canonica, che non si limiti semplicemente a riproporre stilemi oramai sentiti e risentiti, ma abbia anche il coraggio di mettere sul piatto qualcosa di nuovo. Se lo faranno magari potranno anche cominciare a dire qualcosa dal punto di vista artistico, se invece rimarranno fermi dove sono riusciranno di sicuro a far pogare qualche fan irriducibile ai loro concerti, ma non potranno mai pretendere di più. Ad essi la scelta.

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Tracklist:
1- Intro
2- Same Hands
3- Awake the Vengeance
4- Decay of Concience
5- Asking For Grace
6- Rise of Madness pt1
7- Rise of Madness pt2
8- Arsonist Child
9- Red Sunset
10- Bestiary Fears in my Bed
11- The Ocean

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