Recensione: Dogs Of War

Di Luca Corsi - 4 Dicembre 2007 - 0:00
Dogs Of War
Band: Saxon
Etichetta:
Genere:
Anno: 1995
Nazione:
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74

Non è facile dopo più di 20 anni di tournèe passati assieme sempre alle stesse persone, musicisti e soprattutto amici, lasciare il gruppo con il quale si è girato il mondo, si è contribuito a forgiare un genere musicale e si è fatto la felicità di migliaia di fan. Eppure, Graham Oliver, chitarrista nonché membro fondatore dei Saxon, decise nel 1995 di lasciare gli altri e procedere per la propria strada, non trovandosi d’accordo con la nuova direzione musicale intrapresa da Byford e i suoi, decisamente diversa rispetto al sound degli anni ’80.

Sentendo l’altra campana, cioè quella di Biff, Oliver è stato invece letteralmente cacciato fuori dalla band e, come sempre accade in questi casi, chissà dove veramente risiede la verità… In ogni caso questo ‘Dogs Of War’ si presenta come l’ultimo disco con alle chitarre la coppia ‘titolare’ Paul Quinn/Graham Oliver, nonché il disco di addio di quest’ultimo, sostituito nel seguente tour da Doug Scarrat, proposto dal batterista (e vicino di casa) Nigel Glockler.

Si parte con la title-track ‘Dogs Of War’, che ci propone un bell’inizio di batteria accompagnato da chitarre dure e incisive, proprio a voler suggellare il nuovo sound degli inglesi e si prosegue con un ritmo coinvolgente e degno della tradizione dei nostri che risulterà più che buono anche dal vivo, venendo riproposto ancora oggi. ‘Burning Wheels’ è il classico pezzo che sembra essere stato scritto per le bande di motociclisti che sfrecciano a tutta birra per le distese sterminate americane, che i Saxon sembrano amare particolarmente e ci ripropongono con continuità nei loro album.

La terza ‘Don’t Worry’ ci offre un ritmo hard rock più rallentato rispetto alle precedenti, accostandosi molto ai Krokus di fine anni ’70-inizio anni ’80. ‘Big Twin Rolling (Coming Home)’ ci riporta un po’ di velocità e i riff del duo Quinn/Oliver si mostrano ancora piuttosto orientati verso un hard rock diretto, a mio avviso simile a quello di stampo americano. La seguente ‘Hold On’ si dimostra essere un pezzo molto bello e coinvolgente grazie al lavoro delle chitarre e al ritornello molto orecchiabile, interpretato degnamente dal timbro di Byford, peccato che non venga mai riproposto dal vivo.

Già dal titolo ‘The Great White Buffalo’ non può che far venire in mente una classica cavalcata, proprio come quella dello stesso bufalo infuriato che corre come un pazzo, esaltato dal ritmo hard n’ heavy che ci viene proposto. ‘Demolition Alley’ è probabilemente, dopo la title-track, la canzone di questo platter che viene riproposta anche dal vivo, anche se molto sporadicamente, dimostrandosi infatti uno degli episodi più felici del disco, grazie anche ai riff abbastanza ispirati. Interessante è ‘Walking Through Tokyo’ che nel ritornello presenta ritmi orientaleggianti che si sposano bene con il suono delle chitarre e creano un’atmosfera simile ai mercati giapponesi delle strade di Tokyo.

A riportarci in Inghilterra è ‘Give It All Away’ e il suo ritmo scorrevole ed energico che si pone prima della traccia conclusiva, ‘Yesterday’s Gone’, che dal titolo sembra scritta per lo split con Oliver e per guardare al futuro, senza rimpianti e con decisione.

Tutto sommato ‘Dogs Of War’ è un album discreto, in linea con quelli degli anni ’90, che non si accosta ai classici prodotti negli anni ‘80, ma che inizia a registrare un certo indurimento del sound  (espresso più chiaramente nel successivo ‘Unleash The Beast’) e che può accontentare i sostenitori della band dello Yorkshire.

Luca Corsi

 

Tracklist :

1.Dogs Of War

2.Burning Wheels

3.Don’t Worry

4.Big Twin Rolling (Coming Home)

5.Hold On

6.The Great White Buffalo

7.Demolition Alley

8.Walking Through Tokyo

9.Give It All Away

10.Yesterday’s Gone  

Line up:

Biff Byford: vocals

Paul Quinn: lead guitar

Graham Oliver: rhythm guitar

Nibbs Carter: bass

Nigel Glockler: drums

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