Recensione: Doomsday Comfort

Di Alberto Fittarelli - 9 Settembre 2005 - 0:00
Doomsday Comfort
Band: Deathbound
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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65

Pare che la tragica
scomparsa dei Nasum sia destinata a lasciare degli eredi, anche se di
varia qualità: dopo le prove fornite già da tempo da gente come Rotten
Sound e Gadget, che rappresentano il vero futuro di un certo
modo di concepire il grindcore, si presentano all’appello questa volta i finnici
Deathbound, già autori due anni fa di un buon debut. Doomsday
Comfort
riprende quindi le coordinate della sfortunata band di Örebro
(l’album è l’ultimo prodotto da Mieszko Talarczyk prima della sua
morte), anche se siamo ancora diversi passi indietro quanto a maturità. In
particolare non convince la voce di Kai Jaakkola, già nei più banali e
melodici The Duskfall: il suo screaming sembra essere troppo sforzato e
poco versatile e danneggia un po’ quello che è il sound finale di un gruppo
comunque interessante. 

L’intero album si dipana su coordinate non troppo dissimili da quello che è
il grind svedese/finlandese degli ultimi anni: in effetti in certi punti viene
da chiedersi a che scopo un membro dei Rotten Sound (il bassista Mika) si metta
a comporre e suonare brani così simili alla band madre… ma sono domande
oziose: va giudicato questo disco isolatamente da tutto il resto, probabilmente.
E allora gli spunti d’interesse non mancano, anche se a mio parere si è fatto
un salto all’indietro, quanto a personalità, rispetto all’interessantissimo e
nichilista album di debutto, To cure the sane with insanity. Un
suono più canonico, più diretto, forse per questo anche più prevedibile.

Accenni puramente mosh
fanno capolino qua e là, ma su tutto prevale ancora la velocità, senza quegli
intervalli ricchi di groove che da tempo caratterizzano le altre band citate;
brani come Gasmask o Extinct (entrambi anche in videoclip, nella
ricca parte multimediale presente sul cd) rappresentano bene le potenzialità
dei Deathbound e lasciano ben sperare per una conferma futura. Una prova
discreta quindi, teneteli d’occhio.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. Ghost Among The Dead 
2. Doomsday Comfort 
3. Extinct 
4. Inside The Nothingness 
5. Chokehold
6. Take Left 
7. For The Rats 
8. I God 
9. Spill The Blood 
10. In The Mud 
11. Hell Today – No Tomorrow 
12. Remake The Improved 
13. Gasmask

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