Recensione: Ecforia [mentalhallucinationdevice]

Di Alberto Fittarelli - 20 Dicembre 2002 - 0:00
Ecforia [mentalhallucinationdevice]
Band: Ossian
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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85

Una vera sorpresa! Ero un po’ scettico, leggendo il breve flyer della band, riguardo alla direzione musicale intrapresa da questi tre (ora quattro) ragazzi pugliesi: la definizione data al loro stile è “noisy assault of violent groovy metal”, e mi aspettavo insomma l’ennesima scopiazzatura di quel sottogenere che qui su Truemetal non ha assolutamente spazio, il Nu-Metal. Ed invece gli Ossian, pur incorporando evidenti soluzioni crossover nella propria musica, riescono a creare un prodotto veramente competitivo sul mercato internazionale, superiore a tutti gli effetti all’80% di quanto normalmente proposto nel nostro bel paese.

Gli Ossian si formano nel lontano 1995, registrano la classica trafila di demo (in questo caso 3) e si fanno notare in due performances presso il Pepsi Sziget Festival di Budapest, in mezzo a gente come i Motorhead, Iggy Pop, Slash, e chi più ne ha più ne metta; si arriva finalmente ad una svolta con questo loro debut album di nove tracce, Ecforia [mentalhallucinationdevice]: a dispetto del loro monicker, che rimanda a romantiche suggestioni ottocentesche, la band si orienta infatti verso un sound modernissimo, assorbendo quanto di più violento esista nel metal attuale, contaminandolo con influenze che esulano da questo genere ed intervallando momenti di furia thrash/core/industrial ad aperture melodiche davvero accattivanti, che rimandano ora ai primi Fear Factory (quelli di Soul of a New Machine!), ora agli Strapping Young Lad (la pazzia è la stessa di Townsend); non mancano neanche riferimenti diretti ai Sepultura di Chaos A.D.

L’album è da ascoltare con attenzione, per poter andare oltre alla superficiale coltre di violenza fine a se stessa e godere a pieno delle grandi capacità musicali del combo: dopo riffs spaccaossa ed una sezione ritmica che ci martella i timpani senza pietà, come possiamo non rimanere incantati di fronte a bellissimi chorus come quelli della title-track (di cui è in arrivo tra l’altro il videoclip) o di Electrocute? L’attitudine ultra-professionale della band anche in fase di produzione ci fa apprezzare inoltre le ottime Claustrophobia e Chrysalis, mettendoci in allarme solo pochissime volte di fronte a momenti meno integrati nel tessuto musicale, o semplicemente meno ispirati.

Nel complesso, quindi, rimane da fare una sola, imbarazzante domanda: a quando finalmente un bel contratto, che ripaghi gli Ossian delle fatiche spese sinora e li premi per i risultati ottenuti? Intanto consiglio vivamente a tutti coloro che amano le sonorità più moderne, senza scadere in certa “tamarraggine” americana, un approfondito ascolto di questo album: non potranno che restarne soddisfatti.

1. Ecforia (M.H.D.)
2. Hibernation
3. Electrocute
4. Forlorn
5. Claustrophobia
6. Forget, Reject Erase (yourself)
7. Domina Ludi
8. Chrysalis
9. Insekt

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